Dalla lunga astinenza all’abbondanza autunnale: analisi meteorologica della grossa mareggiata del 27 ottobre e previsioni onde per novembre
Testo di Michele Cicoria | Foto di @_poloverr_/
Nella filosofia cinese il principio del Taoismo definisce la dualità tra due forze energetiche, dal cui equilibrio armonico dipende il nostro benessere fisico, psicologico e spirituale. Stiamo parlando dello Yin e dello Yang, che rappresentano due energie opposte, necessarie e che si completano a vicenda. Yin e Yang sono come la notte e il giorno, due concetti opposti ma anche complementari, indispensabili tra loro perché l’esistenza di uno dipende dall’esistenza dell’altro.
Lo Yang è un’energia luminosa e positiva, al contrario Yin rappresenta una luce negativa e passiva. Queste due metà costituiscono le parti imprescindibili della vita di ognuno: quando esiste un perfetto equilibrio fra Yin & Yang questo è sinonimo di benessere, ma quando si rompe nasce il conflitto nella vita degli esseri umani. Di conseguenza non deve esistere eccesso o carenza né di Yin né di Yang, in quanto questo influenzerebbe negativamente l’energia e l’equilibrio dell’essere umano.
Sulla base di questo assunto, possiamo interpretare tutti i fenomeni dell’universo secondo la logica degli opposti, creando un’infinità di coppie complementari, come ad esempio il giorno e la notte, il bene e il male, l’amore e l’odio, e così via.
Coloro che, come il sottoscritto, soffrono di estrema dipendenza dal moto ondoso Mediterraneo, il quale riesce a influenzare notevolmente il nostro benessere psico-fisico, hanno capito bene dove voglio arrivare.
L’accostamento viene da sé, sperando di non offendere nessun filosofo cinese: nel nostro contesto la piatta del mare rappresenta lo Yin e il moto ondoso lo Yang del surfista italiano.
Un equilibrio instabile
Ogni anno sul Mediterraneo si susseguono periodi di assenza di swell a giornate cariche di moto ondoso. Così le mareggiate si alternano alla piatta con una certa cadenza, che non risulta sempre regolare.
Come vi avevo raccontato in questo articolo siamo usciti da un periodo con bassissima frequenza di onde e l’autunno ha fatto molta fatica a decollare, contornato da un clima eccezionalmente mite che ha riscaldato aria e mare (attualmente la temperatura in superficie è ancora ovunque superiore ai 20°C, ci fa quasi sentire caldo con una muta 3.2)
Poi però come previsto la stagione è partita e ce ne siamo accorti tutti.
Prendiamo come esempio il mar Ligure, del quale in questo articolo potete ammirare i recenti scatti realizzati da @_poloverr_/ durante l’ultimo swell consistente di venerdì 27.
Come mostrano i dati ISPRA della boa R.O.N. (Rete Ondametrica Nazionale) di La Spezia, da fine aprile agli ultimi giorni di settembre 2023 si sono registrate soltanto quattro giornate con altezza significativa dell’onda superiore ai 2 m, ma sempre inferiore ai 2.5 m ad eccezione dello scorso 25 luglio.
E se dal Levante ci spostiamo verso Ponente, andando a controllare i dati della Boa ARPAL di Capo Mele al largo di Andora (SV), il risultato non cambia di molto, come mostrano i grafici qui sotto.
E guardando il periodo più recente negli stessi grafici di La Spezia e di Capo Mele un aspetto salta subito all’occhio: dal 15 ottobre i picchi di moto ondoso hanno iniziato a presentarsi uno vicino all’altro e si sono alzati sempre di più, fino a raggiungere il massimo venerdì 27 ottobre, intorno alle 19:00 circa.
In questa giornata il golfo Ligure ha risentito degli effetti di una mareggiata di libeccio in grado di sfruttare tutto il fetch disponibile sul Mediterraneo occidentale. I forti venti da sud-ovest hanno soffiato dallo stretto di Gibilterra a Genova, con intensità media tra 50 e 60 km/h e raffiche decisamente più forti, per circa 24 ore durante la giornata di giovedì 26 ottobre.
In aggiunta a questa base di onda lunga da libeccio, venerdì 27, si è inserito un forte libeccio “corto”, ossia un vento da sud-ovest che ha impresso la sua energia nel tratto di mare che va da Saint-Tropez alla Liguria di levante, dando un’ulteriore spinta alle onde.
Inoltre, trattandosi di un vento in coda al sistema perturbato, è risultato più asciutto facendo uscire il sole e cambiando leggermente direzione, disponendosi da Ovest/Sud-Ovest e lasciando così in parziale “ombra anemometrica” (ossia al riparo dal vento attivo on-shore) il tratto di costa ligure di ponente da Capo Mele e Genova Voltri.
Questo contesto meteorologico si traduce in un unico risultato: onde di notevole consistenza, in alcuni casi come non si vedevano da anni, con venti deboli o al più moderati side-off shore.
E come possiamo vedere dalle tabelle dei dati le Boe ondametriche hanno toccato il picco di misura intorno alle 19:00, raggiungendo valori davvero notevoli.
La boa di La Spezia ha raggiunto il picco di altezza significativa dell’onda di 5.95 m, quella di Capo Mele 4.53 m. Quest’ultima boa, inoltre, riesce a raccogliere anche i dati di altezza massima dell’onda (quella significativa è rappresentata da una media del terzo delle onde più alte), ed è così riuscita così a registrare il valore record di 8.90 m con un periodo di circa 10 secondi.
Si tratta di una sola onda, probabilmente frutto della sovrapposizione di due frangenti, il cui valore quasi doppio rispetto all’altezza significativa è comunque plausibile.
Inutile dire che gran parte degli spot riparati della Liguria hanno egregiamente lavorato venerdì 27. Alcuni di questi, nonostante le condizioni di swell “fuori misura” sono riusciti ad offrire session memorabili, immortalati dalle curiose angolazioni scelte da @_poloverr_/.
E non è finita qui.
Quanto durerà ancora questo eccesso di Yang? Non è facile dirlo, però come lo scorso mese proviamo a spingerci un po’ oltre la soglia della modellistica meteorologica di tipo “deterministico” sfruttando i nuovi modelli “monthly” sempre più diffusi, di tipo probabilistico e prodotti dal centro Europeo ECMWF.
Soltanto questa settimana ci attendono ben 4 sistemi perturbati da ovest, ognuno carico di venti prevalentemente di libeccio che daranno vita a swell consistenti su tutta la costa occidentale.
L’apice delle mareggiate previste è atteso nel prossimo fine settimana, quando il libeccio darà nuovamente il meglio di se sui mari occidentali.
Il primo impulso consistente è atteso venerdì 3 novembre, come mostrano le due mappe LaMMA e del modello croato DHMZ qui sopra.
Il secondo impulso da sud-ovest, ancor più consistente, potrebbe abbattersi sulla Sardegna e sulla Liguria nella giornata di domenica 5 novembre, come mostrato dalle due immagini qui di seguito del modello DHMZ.
Resteranno più in ombra i bacini Adriatico e Ionio, ma anche su queste zone non mancheranno fasi con onde surfabili e a tratti di buona qualità.
La settimana che va dal 6 al 12 novembre vedrà ancora la presenza di un flusso da ovest di correnti atlantiche, meno intense ma comunque in grado di generare nuove mareggiate di sufficiente consistenza. Entro giovedì 9 novembre i venti da ovest verranno sostituiti dal maestrale. Il vento più frequente del Mediterraneo, che tuttavia è stato latitante nell’ultimo mese, potrebbe tornare a dire la sua tra il 9 e il 10 del mese, per via della rotazione da nord dei flussi perturbati.
Per la settimana che va dal 13 al 20 di novembre si prospetta ancora una situazione meteorologica, a livello europeo, favorevole all’inserimento di perturbazioni atlantiche verso il Mediterraneo. Nonostante l’attendibilità cali drasticamente il segnale probabilistico mostra ancora la possibilità che un’estesa area di bassa pressione stazioni tra l’Europa centrale e le isole britanniche, favorendo così il transito di perturbazioni sull’Italia che potrebbero assumere una traiettoria meno occidentale e più orientata da nord-ovest. Questo potrebbe significare che lo scirocco si prenderà una pausa per esser sostituito da venti più freschi settentrionali, alternati a brevi fasi di libeccio e ponente.
Se volessimo provare a spingerci un po’ oltre cercando di tracciare una linea di tendenza per l’ultima decade del mese di novembre, la modellistica oggi a nostra disposizione mostra una lieve anomalia contraria rispetto al periodo precedente. In questo caso aumenta la probabilità che un anticiclone possa tornare ad espandersi dalla Spagna verso l’Italia, favorendo così un periodo più propenso alla piatta sul mare Nostrum.
Nonostante l’attendibilità molto bassa di questa previsione, volendo ricollegarci al Taoismo cinese possiamo affermare che dopo una così lunga fase “ondosa” di Yang è lecito aspettarci un ripristino dell’equilibrio armonico tra le due forze energetiche.
Però, caro Yin, ricorda che abbiamo ancora molta piatta Mediterranea di inizio anno da compensare.