Lo sport e il business viaggiano paralleli, perché lo sport di oggi è business sotto tutti i punti vista, che piaccia oppure no e il ciclismo è parte integrante di questo circus. Il ciclismo, in particolare in Italia e in Francia è avvolto da una sorta di velo epico, viene narrato citando ricorsi storici. Il ciclismo e la bicicletta lo immaginiamo con i film in bianco e nero, uno sport di sacrifici, rinunce e sofferenza, rendendoci conto che la sua storia spesso diventa un peso e un freno (forse è anche per questo motivo che nazioni come la Gran Bretagna, l’Australia, i paesi del nord Europa sono cresciuti in modo esponenziale nel ciclismo e così il loro business sportivo).

Il ciclista fà fatica a vedere ed interpretare la propria passione come uno strumento di business, talvolta schiacciato dal confronto con il calcio, eppure tutto lo sport è uno strumento di business, a qualsiasi livello. Perché? La prima risposta è molto semplice, lo sport nasce dalla passione e questa non ha prezzo, ognuno di noi nel suo piccolo è disposto a spendere denaro, investire del tempo sottraendolo alla famiglia e al lavoro, il tutto per dare sfogo all’ego e alla passione, alla gratificazione personale. Giusto, sbagliato? Chi può dirlo, ognuno ragiona con la propria testa, lo fa in modo soggettivo, diventa responsabile delle proprie decisioni e come abbiamo scritto in una pubblicazione precedente, ogni testa è un mondo a se.

La passione come obiettivo, motivazione, traguardo, opportunità, ambizione o semplice sfogo, proprio come lo sport. Da li al business il passo è molto breve, d’altronde si fanno dei sacrifici nella vita di tutti i giorni per poi avere le attrezzature migliori ( e spendere delle ingenti quantità di denaro) per fare sport, per fare del movimento, per stare bene, per essere in salute, per essere a “posto con se stessi”. Lo sport (il ciclismo ne un esempio) è anche immagine. Lo sport e l’attività fisica “diventano una necessità”: lo dicono gli spot pubblicitari che hanno come soggetto la salute del cittadino. Lo dicono gli studi universitari, di atenei famosi e Pincopallino. Su 10 messaggi che vediamo passare sui canali social, il 50% di questi ci fanno ricordare lo sport. Oggi come oggi ogni disciplina sportiva è un veicolo che è in grado di portare e trasmettere dei messaggi diversi tra loro, ovunque, senza barriere: si promuove il turismo, la cultura, le abitudini, il territorio, lo sport stesso e quello che è interessante sottolineare è che vi è un coinvolgimento che va ben oltre la categoria, che interessa molte aziende extrasettore.

Per noi ciclisti, ci sono due esempi: il Giro d’Italia e il Tour of the Alps. Se per il primo si parla di un fatturato che sfiora i 70 milioni di euro e molti di questi soldi arrivano dall’esterno ( il Tour de France fa più del doppio), per il secondo evento citato, l’obiettivo principale è quello della promozione di un territorio a cavallo delle Alpi, tra Austria e Italia. In entrambi i casi però, il vero successo non è solo lo share televisivo ma l’espandersi e il dilatarsi di un messaggio, utile all’evento stesso e spendibile ad eventuali investitori.

Il ciclismo è una calamita e una fucina che nell’epoca moderna va oltre il mezzo meccanico e che nonostante il “peso” della sua storia stimola curiosità ed interesse. Non si pedala dentro uno stadio, si attraversano territori differenti tra loro, immagini, colori, cartoline, attività all’aria aperta; per guardarlo non si paga il biglietto. Il ciclismo è sport e business, lo ripetiamo, con le sue in bici ricercate e tecnologiche, frutto delle collaborazioni con i produttori di carbonio che si interfacciano con i risultati espressi dalle gallerie del vento, inspirate alle F1, per fare un esempio (sulle maglie del Team Bahrain-Merida c’è il marchio MCLaren).

Non dobbiamo dimenticare che la bici di oggi è strizza l’occhio all’elettronica, ai power meter, è anche e-bike, computer, dati, software e hardware, aziende che lavorano nel settore informatico. Il ciclismo è alimentazione, integrazione, richiama aziende che operano nel settore medico e della salute, nello sviluppo dei tessuti, della protezione e molto altro. Ciclismo e business, turismo e natura, la bicicletta come nuova frontiera dell’ecosostenibilità, dello urban mobility, ci stiamo dimenticando sicuramente qualcosa. Il business che si genera e che sfrutta lo sport, utilizza il professionismo e l’agonismo come strumento, perché tutti sono attirati dalla competizione ma il core-business ruota a 360°.
Difficile dare numeri precisi ma avete idea di quanto lavoro genera la bicicletta?
a cura della redazione tecnica, foto Bisti e Pentaphoto (Tour of the Alps), CorVos (Shimano), Sara Carena