La Kru C38D è per certi versi il soggetto di questo approfondimento, una coppia di ruote con cerchio full carbon, profilo da 38 millimetri e che nasce con un road concept di ruota per percorsi misti. Noi abbiamo estremizzato il suo utilizzo, usando questo prodotto su strada e poi su una bici da gravel. Ecco cosa ne uscito.

Le ruote road che diventano gravel
Le ruote, gioia e dolore del ciclista. Essendo anche noi pedalatori, abbiamo cercato di interpretare il pensiero di molti stradisti, che vedono nel gravel e nel ciclocross un segmento propedeutico all’attività stradistica. Non di rado le bici per pedalare sulle strade sterrate sono una sorta di ripiego. Adottano una componentistica “riciclata” dalla bici da strada, non per forza di basso livello. In molti casi queste bici sono usate nel periodo invernale, sullo sterrato e nel fango; non sono il mezzo dedicato alla competizione. Lo stradista puro e crudo mette sul gradino più alto del podio la bici road, a seguire tutto il resto, anche nel caso in cui la gravel o la cx hanno un alto valore di mercato.

Noi abbiamo usato una coppia di Kru C38D, una buona coppia di ruote e con un cerchio in carbonio dal medio profilo, ben fatte e assemblate con criterio, comode e scorrevoli, per nulla estremizzate in fatto di rigidità.

Alcuni accorgimenti
Da sottolineare il fatto che in entrambe le situazioni abbiamo usate delle coperture tubeless.
- A prescindere dal materiale del cerchio la coppia di ruote non deve essere eccessivamente leggera, per garantire una certa affidabilità e longevità, oltre che un’ottimale tenuta della centratura.
- Meglio utilizzare una coppia di ruote con una costruzione tradizionale (ad esempio i raggi in acciaio) e che adotta una serie di prodotti standard. In caso di manutenzione e sostituzione, ad esempio i cuscinetti, dobbiamo essere in grado di reperire con facilità i pezzi di ricambio.
- Un cerchio tubeless ready sarebbe ottimale. In ambito off-road offre maggiori garanzie (in realtà anche per quello che concerne la strada).
- A prescindere dalla dimensione del canale interno del cerchio, le Kru l’hanno da 17 mm, lo shape del cerchio dovrebbe garantire un buon allineamento con la copertura, per far si che questa non spanci eccessivamente verso l’esterno.
- La coppia di ruote non dovrebbe essere eccessivamente rigida e dovrebbe portare un concetto di versatilità d’impiego evidente. Questi aspetti vanno a vantaggio del divertimento, del comfort e del piacere di guida.
- Un’altra buona soluzione sarebbe quella di utilizzare la dimensione differenziata delle coperture. Un esempio: per l’impiego gravel abbiamo usato degli pneumatici Pirelli con sezione da 35 mm posteriore e 40 anteriore.
- Capire quale è il compromesso ottimale in fatto di pressione di esercizio. La giusta pressione di esercizio non è un dettaglio, mai. Questa può e deve “subire” delle importanti variazioni in base alla tipologia di ruote, coperture e terreno.
Le nostre conclusioni
Usare una coppia di ruote, originariamente concepite per l’impiego stradale e portarle in ambito gravel è possibile, è gratificante e anche in termini di performance ha i suoi vantaggi, ma è necessario rispettare alcune regole. Ecco che l’utilizzo di una gomma tubeless può fare la differenza, così come una raggiatura “morbida”, che ci permette di non saltellare dei canguri quando affrontiamo dei tratti molto sconnessi. Il gravel, inteso come disciplina e le bici dello stesso segmento, sotto il profilo tecnico e la loro componentistica, ad oggi adottano i medesimo standard delle bici da strada con i freni a disco: quindi, tutto è possibile.
a cura della redazione tecnica, immagini della redazione tecnica.