La front suspended da XC protagonista del test è la Rockrider Race 900, con trasmissione SRAM GX Eagle a 12 velocità e ruote Reynolds TR309/289 in carbonio da 29 pollici.
Per anni Rockrider è stata assimilata alle bici da passeggio, ma da qualche tempo a questa parte non è più così. Dopo aver visto le ultime novità della casa francese – Rockrider è il marchio per la mountain bike di Decathlon – e a quale livello è riuscita ad arrivare, per non parlare dei progetti che hanno preso forma ultimamente, è davvero quasi impossibile non ricredersi.
È anche possibile trovare le bici Rockrider in Coppa del Mondo, a competere ai massimi livelli nel cross country contro i marchi più prestigiosi di questo sport (qui la nostra news). È sotto gli occhi di tutti come il team francese si stia facendo spazio sia nella competizione sia sul mercato.
È proprio la nuova MTB hardtail da cross country che stupisce quando si entra nel sito Decathlon nella sezione dedicata. Questo è forse un nuovo inizio per Rockrider, che può ripartire e scegliere una strada più specifica, anche e soprattutto in ambito competitivo. Va bene dedicarsi a bici per tutti, ma è anche giusto ricominciare a lanciare sul mercato mezzi più performanti, adatti sì a tutti ma principalmente a quella fetta di clienti più concentrati alle prestazioni e alle gare, ma che non si sono mai avvicinati a questo marchio. Un marchio che ha deciso questa volta di iniziare a vare realmente sul serio.
La front suspended da XC protagonista del test è la Rockrider Race 900, con trasmissione SRAM GX Eagle a 12 velocità e ruote Reynolds TR309/289 in carbonio da 29 pollici (qui tutti i dettagli).
Venduta al prezzo di 3.019,99 €, è una cosiddetta bici “ready to race”, pronta per essere utilizzata principalmente e da subito in gara. La base, rappresentata dal telaio in fibra di carbonio, è la stessa usata per i mezzi impiegati dal team professionistico supportato da Decathlon. È una hardtail che pesa meno di 11 kg su tutte le taglie, dalla S con 10,4 kg alla XL con 10,9 kg. Il peso è relativo alla versione “base”, con ruote Mavic Crossmax in alluminio e pneumatici con camere d’aria. La nostra, con le Reynolds in carbonio e pneumatici tubeless ready, si avvicina decisamente alla soglia dei 10 chili in misura large.
La cosa che ha sorpreso di più, quando siamo andati a ritirarla al punto vendita Decathlon di Voghera, è il montaggio originale, che non necessita di modifiche sostanziali, se non il montaggio dei pedali e la messa a punto di appoggi e sospensioni, per partecipare a una gara la domenica seguente. Detto questo, abbiamo finito di cucire la Rockrider Race 900 su di noi, e neanche un’ora dopo stavamo già pedalando in direzione dei sentieri vicino a casa.
Il telaio
La linea del frameset è formidabile. La prima cosa che ti prende è il colore insieme alla silhouette, facendo perdere la concentrazione sul marchio scritto sul tubo obliquo. Il bianco lucido rende la bici molto aggressiva, ma anche “vissuta” dopo aver raccolto un leggero velo di polvere e fango. Soltanto a osservarla si riesce a percepire come sia veloce e scattante.
Il telaio non è solo rigido ma anche leggero. Non tocca i vertici della categoria, ma 1.030 g (senza forcellino del cambio) è un peso rispettabile per un frameset realizzato usando il carbonio con fibre di alto modulo.
Il piantone sella è da 31,6 mm, compatibile con il reggisella telescopico con passaggio interno dei cavi. Troviamo anche il classico asse passante Boost, la scatola del movimento centrale PF92, e appena sopra questa un rilievo per la facile installazione di una camera d’aria, fermata da uno strap. Infine si possono montare due portaborraccia.
Dettagli
Il telaio presenta dettagli degni di nota. Partiamo dalla parte superiore del triangolo anteriore, dal profilo massiccio e piatto che ricorda MTB ben più aggressive, come certi modelli da enduro. Passiamo alla protezione applicata al di sopra del top tube, il noto Shelter di Effetto Mariposa, utilizzato anche per altre parti del telaio tra cui il carro posteriore. Tra le altre cose, in questo modo si evita che la leva freno, in caso di extra rotazione del manubrio in una caduta, vada a impattare e quindi a rigare il tubo orizzontale.
Il terzo dettaglio è lo spazio ricavato per la camera d’aria nell’area del tubo obliquo appena sopra la scatola del movimento centrale. È possibile fermarle saldamente in sede grazie all’utilizzo di un apposito strap in velcro, con passaggio facilitato della fascetta.
Quarto e ultimo dettaglio è la placchetta in alluminio fissata sul telaio appena dietro la corona, usata come protezione in caso la catena cada e vada malauguratamente a incastrarsi.
Posizione in sella
Abbiamo visto come è fatta questa Rockrider Race 900, ora vediamo come va.
Al primo sguardo trasmette subito la sensazione di velocità, con una posizione in sella che porta al tempo stesso vantaggi e svantaggi. All’inizio, complice lo stem con inclinazione verso il basso di 20°, ci si sente sbilanciati in avanti, soprattutto se si è abituati a MTB di concezione moderna e meno estreme sul versante performance in pedalata. È una posizione strana, che impegna il biker nella fase di conoscenza iniziale del mezzo.
Quando ci si alza in piedi sulla bici e si vanno a stendere gli arti superiori e inferiori, ci si sente instabili, come se venisse a mancare il controllo, cominciando ad abbassarsi e piegarli come esigerebbe la normale tecnica di guida. Nulla di nuovo sotto al sole, semplicemente serve un impegno superiore per saperla domare e farla correre sui sentieri.
In pedalata
È da subito scorrevole, e continua a dare la stessa e identica sensazione: un mezzo molto rigido, che fa percepire con immediatezza e precisione la trasmissione della potenza dai pedali al terreno. Veramente una bella sorpresa questa Rockrider, che non vuole farsi mettere i piedi in testa da altri marchi nel cross country race.
Sentieri scorrevoli
Sui sentieri veloci e dalla pendenza moderata è semplicemente fantastica, non ha mai deluso e dà di continuo quella voglia di andare sempre più forte. Chi ha una buona tecnica di guida, dopo una non semplice fase iniziale di conoscenza del mezzo, inizia realmente a godere. Chi è invece abituato a bici meno precise e reattive soffrirà un pizzico di più.
In ogni caso ci si sente sicuri, soprattutto osando leggermente con la pressione degli pneumatici sul versante basso, e adottando una posizione di guida bassa e centrale. Così è possibile aumentare velocità ma anche stabilità.
In discesa
Questa è una bici per nulla scontata. Anche se è una hardtail da XC Race, con un campo d’utilizzo limitato, provando a portarla in situazioni a lei non familiari ha reso l’esperienza più interessante.
La Rockrider Race 900 porta a mettersi alla prova, ad applicare una guida più “vera e pura”, che altri mezzi dall’impronta più trail fanno dimenticare. Infatti abbiamo XC 29er con geometrie impensabili fino a qualche anno fa per questo settore. La bici in test ha un angolo sterzo da 68°, che ti fa azzardare passaggi tosti in sicurezza. Mai avremmo pensato di vedere qualcosa del genere in casa Rockrider. Siamo sinceri, all’inizio non ci potevamo credere.
Un trucco, per riabituarsi a guidare in modo davvero attivo, è rallentare e provare a giocare con la MTB. una cosa che aiuta è abbassare il baricentro, sia per le anche sia per il petto, avvicinandosi al manubrio piegando le braccia. Con una guida dinamica e attiva ci si sente veramente un tutt’uno con la bici. Avendone sempre il controllo, per dominarla.
Questione di finezze
Chi volesse un approccio più semplice e meno estremo, può iniziare cambiando l’attacco inclinato -20° con un modello dall’inclinazione più limitata o addirittura piatto (0°). Un’altra cosa che può funzionare è ruotare leggermente la piega flat verso di sé, per guadagnare un pizzico in sicurezza in discesa o sui ripidi.
Ogni piccolo dettaglio può fare la differenza dal sag della forcella alla pressione delle gomme, passando per la posizione in sella e la tecnica di guida. La posizione naturalmente avanzata e bassa porta a più peso e quindi più aderenza sull’avantreno, che da un certo punto di vista aiuta nel controllo ma dall’altro richiede una gestione più ferma e decisa.
Il posteriore è invece più instabile, in particolare all’aumentare della velocità. In questo caso il trucco è abbassare il baricentro spingendo con le anche e le caviglie verso il terreno.
Le naturali vibrazioni e sconnessioni del tracciato – siamo su una front! – possono essere ridotte anticipando gli ostacoli. In fondo, come ogni buon istruttore di mountain bike sa bene, la prima forma di sospensione siamo noi stessi!
Abbiamo già detto degli pneumatici, osando pressioni basse sul range inferiore. Discorso valido anche per la forcella, con un sag intorno al 30% e un ritorno moderatamente lento, messa a punto produttiva soprattutto sui terreni scavati e umidi. Difficilmente si arriva a fine corsa, sfruttando con efficacia tutta l’escursione disponibile. Non si sente neppure troppo morbida, rendendo le cose semplici sui ripidi. Con una messa a punto funzionale a se stessi – per peso e stile di pedalata e guida – allora ci si può fidare della bici.
Cosa migliorare
Partiamo dal blocco remoto al manubrio. Svolge bene il suo compito, ma occupa troppo spazio, limitando la personalizzazione della leva freno sinistra. In commercio esistono altri blocchi remoti con leve più compatte, ma anche più belle da vedere e più funzionali.
Rimaniamo sui freni, non così potenti e pronti soprattutto sulle discese più impegnative. Chi vuole osare di più non potrà fare a meno di un reggisella telescopico con il giusto abbassamento secondo la propria altezza. Il moderno cross country ha preso una certa direzione, quindi avere a disposizione anche una forcella più solida con steli da 34 mm e magari con 120 mm di travel riesce ad alzare in modo deciso l’asticella, facendo di questa Rockrider Race 900 una bici ancora più seria e appetibile.
Rockrider Race 900 GX Eagle Reynolds TR 309/289
Scheda tecnica
- Telaio carbonio alto modulo
- Forcella Rock Shox Reba SL, 100 mm
- Trasmissione SRAM GX Eagle 1x12v
- Guarnitura Truvativ Stylo 6K, 32d
- Cassetta SRAM PG-1275, 10-52d
- Freni SRAM Level TL, 180/160 mm
- Ruote Reynolds TR 289/309 XC carbon tubeless ready
- Pneumatici VittoriaBarzo/Mezcal 29×2,25” tubeless ready
- Cockpit attacco Rockrider AL 80 mm/-20°, piega flat Rockrider AL 720 mm/6,5°
- Reggisella Carbonio, 400 mm
- Sella Fizik Argo Vento
- Prezzo 3.199,99 €
Geometria (taglia L)
- Reach 445 mm
- Stack 624 mm
- Angolo sterzo 68°
- Angolo sella 74°
- BB Drop 60 mm
- Carro 435 mm
- Interasse 1.163 mm
Ci piace
- Telaio solido e rigido
- Guida precisa e reattiva
- Spazio dedicato alla camera d’aria sul down tube
Non ci piace
- Attacco manubrio negativo che richiede una guida attiva e dinamica
- Freni con poco mordente
Abbigliamento: Fox Flexair – Casco: Fox Speedframe MIPS – occhiali: Alpina Bonfire
[Test: Marco Rizzo | foto: Cristiano Guarco]