foto Martina Folco Zambelli – HLMPHOTO
Attività realizzata con il contributo di Regione Lombardia
Quella di Propain è la tipica storia americana. Due amici, una passione in comune, buone competenze tecniche, un garage, qualche birra… ed ecco che nasce la prima bici da downhill. Si dà il caso, però, che i due amici in questione e il loro garage siano a Francoforte e così, Propain diventa una bella storia di tedesca. Una storia che va avanti da un bel po’ (era il 2006 quando cominciò), che racconta di un marchio capace di costruirsi una buona fama fra i biker e che si è appena aperto anche al Gravel. Lo ha fatto senza snaturarsi, anzi, infondendo quella che è la sua cultura anche in questo nuovo mondo, che a ben vedere, assomiglia molto a quello della Mountain Bike nei suoi albori.
Il risultato è una piattaforma gravel basata su un telaio comune che può essere allestito con componenti differenti per ottenere altrettanto differenti identità. Se non bastasse, grazie al configuratore online ci si può davvero cucire la Terrel CF addosso, colore delle decal compreso, come un vestitino della festa.
Quella del Gravel in Valtellina è anch’essa una storia di passione e amore, ma per un territorio con una lunga tradizione rurale sempre viva e radicata nella sua terra. Per viverla nel modo più pieno e completo, il modo migliore è pedalare sui suoi sentieri e strade, fra vigneti e frutteti, lungo il fiume e nei boschi, attraversando paesi e borghi centenari. Non è sempre una passeggiata ma “per aspera ad astra”…
Influenza mountain
Da un brand che vive 365 giorni all’anno nel Gravity ci si aspetta qualche travaso di tecnologia anche in questa nuova avventura e così è stato. Ma sbaglia chi pensa che la Terrel CF sia una MTB travestita da Gravel.
Cominciamo dal telaio, realizzato come consuetudine Propain con layup Bland Carbon, ossia un mix di fibre e composizioni specifiche per ciascuna area. Sulla Terrel, questo mix è arricchito da fibre di carbonio ad alto modulo per massimizzare la rigidezza torsionale. La filosofia è quindi quella di utilizzare il materiale più adatto sia come composizione sia come quantità dove ce n’è effettivamente bisogno, per conferire resistenza, leggerezza ed elasticità nelle aree in cui queste qualità sono effettivamente richieste.
Inoltre, il telaio è stato progettato per poter ospitare, senza modificarne le quote, una forcella ammortizzata, con escursione di 40 mm, e un cannotto sella telescopico, per permettere così di portare la Terrel al confine più tecnico del mondo Gravel, contando anche sulla possibilità di alloggiare gomme fino a 50 mm.
L’architettura è quella, ormai quasi classica, dei foderi attaccati bassi sotto il nodo sella, per permettere al tubo verticale una mini flessione in senso longitudinale, così da assorbire parte delle sollecitazioni trasmesse dal terreno. Nel caso della Terrel, il disegno della parte alta dei foderi è una sorta di “wishbone”, per accentuare questa funzione.
Terminiamo la panoramica sul telaio segnalando il forcellino posteriore UDH (compatibile quindi con i nuovi gruppi SRAM XPLR) e la presenza dell’ormai irrinunciabile vano di stoccaggio sul tubo obliquo, in corrispondenza del portaborraccia, dal nome più lungo dello spazio al suo interno “Wilderness Essential Equipment Depository Box”.
Dettagli e cura costruttiva
Non è così scontato che una bici da 5 mila euro (4.999, per la precisione) sia ben fatta, intendendo rifinita in modo accurato e curata nei dettagli. La Terrel CF lo è. Dalla verniciatura alla qualità dei micro componenti, dalle protezioni sul fodero e sul tubo obliquo al passaggio cavi, al badge in metallo sullo sterzo, alla dotazione di serie, che contempla anche con le due custodie tube bag e tool bag per il vano di stoccaggio, anch’esse molto curate nei dettagli.
A proposito di carico, sul triangolo e sulla forcella sono presenti tanti attacchi filettati che danno la possibilità di fissare portapacchi e borse, queste ultime senza bisogno di cinghie. Fra l’altro, Propain realizza anche una bella frame bag, con volume espandibile da 3,5 litri a 5 litri, che si adatta perfettamente ai telai di ogni misura. Se poi ci si attaccano i parafanghi, con la Terrel ci si può andare a lavorare…
Un cenno anche al manubrio, con passaggio cavi semi integrato, firmato Sixpack Racing e disponibile in sia in lega sia in fibra di carbonio. Ha un andamento sinuoso, con rise e flare pronunciati e contribuisce alla bontà della triangolazione in sella. Permettere di tirare in modo efficace quando la strada strappa in salita e di controllare bene le traiettorie sulle discese impegnative.
Come si guida
Una ventina di chilometri scarsi e 500 metri di dislivello abbondanti, che si concentrano tutti nell’ultima parte. Sono i numeri della sfida che abbiamo scelto per provare la nuova Terrel CF, una sfida che si è consumata nel Tiranese, in Valtellina. Da Tresenda verso Villa di Tirano, una prima parte scorrevole e pianeggiante ricavata lungo il corso dell’Adda, sul Sentiero Valtellina e una seconda parte costellata di nervosi e ripidi saliscendi, disegnati sul fianco destro della valle, sulle strade rurali che attraversano i vigneti e i boschi di castagne. Meta finale, la tenuta La Gatta, raggiunta al crepuscolo. Meritata ricompensa, gli straordinari frutti del territorio e del lavoro dell’uomo che lo coltiva.
La geometria della Terrel è progressiva e ha sicuramente un’influenza MTB, ma limitata solo alla messa a fuoco dell’idea di fondo, quella cioè di realizzare un telaio che facesse della versatilità la sua caratteristica più marcata. Tradotto in prestazioni su strada, significa riuscire ad abbinare efficienza e comfort, maneggevolezza e rigore.
Con uno sterzo a 71° e un tubo sella a 73,5° (in taglia L), un reach più lungo e valori di stack moderati, in combinazione con un attacco manubrio corto, si è ottenuta una posizione di guida caricata appena dietro l’asse della ruota anteriore. In questo modo si ha una posizione in sella sportiva ma non scomoda e un controllo ottimale della bici anche quando il terreno diventa più tecnico. La Terrel CF è quindi una bici facile e immediata, con cui si instaura da subito un buon feeling.
Dovendo a questo punto esprimere un giudizio, a noi è piaciuta molto. Le promesse dei ragazzi di Propain sono state mantenute e questa Terrel CF riesce a coniugare in bel mix equilibrato quelle che dovrebbero essere le caratteristiche di una bici gravel a tutto tondo: scorrevolezza su asfalto, reattività anche in salita (e quelle dei terrazzamenti di Gravellina sono un buon banco di prova), comfort anche sullo sconnesso, trasferimento della potenza, guidabilità e controllo, capacità di carico, luce per gomme generose, peso contenuto. A questo, noi aggiungiamo anche una certa dose di carattere e l’originalità di un marchio nuovo, almeno in questo mondo e, non ultimo, un prezzo ragionevole in rapporto alla qualità e alle prestazioni offerte.
SCHEDA TECNICA
- Telaio: Terrel Competition CF “Bland Carbon”, fibra di carbonio, con Frame Storage e due custodie Tube Bag e Tool Bag di serie; forcellino UDH
- Forcella: Terrel CF, fibra di carbonio; possibilità di montare una forcella ammortizzata con escursione di 40 mm
- Gruppo: SRAM Force XPLR AXS, 1x12V, guarnitura 40, cassetta 10-44
- Cockpit: attacco manubrio ZIPP Service Course SL, manubrio Sixpack Gravel Line CF, fibra di carbonio
- Ruote: DT Swiss GRC Spline 1400, fibra di carbonio
- Gomme: Continental Terra Speed, 700 x 40 mm (max. 50 mm)
- Peso (rilevato): 8,690 kg
- Prezzo: 4.999 euro (1.799 euro kit telaio)
GEOMETRIA (taglia L)
- Stack: 608 mm
- Reach: 412 mm
- Foderi: 435 mm
- Interasse: 1.073 mm
- BB drop: 72 mm
- Angolo sella: 73,5°
- Angolo sterzo: 71°
- Offset forcella: 45 mm
- Lunghezza forcella: 425 mm
- Taglie: XS, S, M, L, XL
Gravellina by Crédit Agricole
È il nuovo evento cicloturistico, non competitivo, della provincia di Sondrio. Un giro in gravel tra i vigneti terrazzati e sulle strade rurali di Valtellina. Gravellina è una pedalata spensierata, con qualche salita che – in realtà – qualche pensiero dà. Il fondo è un bel mix divertente: sterrato, lastricato, un po’ di singletrack e qualche tratto su asfalto. Gravellina è una grande festa di fine estate, con musica dal vivo e la possibilità di gustare tutte le delizie dell’enogastronomia valtellinese.
E i nomi dei tre tour richiamano le misure del tradizionale bricco valtellinese utilizzato in passato per assaporare il vino in compagnia:
1/2 Gravellina – Est
Sono 75 chilometri (e 1.900 metri di dislivello) sui vigneti terrazzati che da Sondrio raggiungono Teglio e il tiranese.
1/2 Gravellina – Ovest
Misura 55 km e 1.300 metri di dislivello. Si va in direzione opposta, da Sondrio verso il Lago di Como, attraversando un tratto di Valtellina più selvaggia.
1/4 Gravellina
È il tour corto, ovvero meno chilometri (35), meno dislivello (800 m), ma uguale spirito, bellezza e gusto. Anche qui si attraversano super-spot: un bellissimo itinerario anche per chi ha meno allenamento nelle gambe.