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Prova FMoser Road, due in una

di - 30/11/2023

Le due anime di questa bici sono la soluzione al dilemma del ciclista moderno: assistere o non assistere… Scherzi a parte, il valore aggiunto della FMoser Road è la possibilità di trasformarla in pochi e semplici gesti in una bici tradizionale. Anche nel peso e nel carattere.

Quando su un telaio campeggia un nome di un certo peso, il livello delle aspettative si alza di conseguenza. Soprattutto quando non si tratta di una mera operazione di licenza, bensì di un progetto effettivamente nato e sviluppato fra le mura dell’azienda che quel nome lo porta davvero. Così è stato per FMoser, che non ha scelto la strada più semplice (e sterile) di utilizzare l’immagine dello Sceriffo, ma gli ha chiesto anche il cervello e tutto il resto del corpo per dare forma e sostanza al progetto. A proposito di forma, la Road ha personalità e un carattere molto marcato, complici le linee aero e le generose sezioni dei tubi. Come accade in questi casi, dividerà la platea in estimatori e chi storcerà il naso.

Matrimonio all’italiana

La partnership di FMoser con FSA ha portato all’adozione della soluzione HM1 Hub Motor, che prevede il motore alloggiato nel mozzo posteriore. Si tratta di una unità che integra un sensore di coppia e uno di velocità, capace di 42 Nm di coppia, che pesa 2,4 kg. Ad alimentarla è una batteria agli ioni di litio da 250 Wh, integrata nel tuo obliquo e composta da 20 celle Samsung, del peso di 1,35 chili. A proposito di integrazione, il down tube è realizzato in un pezzo unico e la batteria si infila (e sfila) attraverso un’apertura ricavata nella parte posteriore della scatola del movimento.
Grazie a questa soluzione e al cablaggio del motore, che utilizza un semplice spinotto facilmente scollegabile, la Road può essere trasformata in poche e semplici mosse da eBike a bicicletta tradizionale. Il tutto senza ricorrere a dotazioni accessorie, poiché la configurazione di serie prevede anche una seconda e “normale” ruota posteriore, dotata di cassetta, e dunque pronta alla sostituzione. Eliminando motore e batteria, si ha un risparmio sulla bilancia pari a circa 3,8 chili che permette di portare il peso totale a circa 9,2 chili.

Grande versatilità

Tornando al motore, è dotato di cinque livelli di assistenza (compresa la modalità “off”), che sono selezionabili attraverso il comando remoto integrato nel tubo orizzontale, appena dietro l’attacco manubrio. Si tratta di un pulsante illuminato, che cambia colore in base alla modalità impostata. Una soluzione che non amo, sia per la posizione poco pratica, che obbliga a togliere una mano dal manubrio, sia per la sensazione “meccanica” che trasmette. Il display non fa parte del sistema ed è costituito da uno strumento Garmin Edge Explore, anch’esso compreso nella dotazione di serie. Non è invece compreso nella dotazione di serie il range extender da 250 Wh (che raddoppia quindi l’autonomia), da posizionare nel porta borraccia. Aggiunge 1.520 grammi al sistema e toglie 589 euro dal portafogli.
Ultima annotazione, i sistemi con architettura hub motor (con motore nel mozzo) permettono massima libertà in termini di trasmissione e utilizzo di guarniture 2x, cosa che traduce in un bel vantaggio quando la bicicletta è utilizzata in configurazione tradizionale.

Animo endurance

Un prodotto che si rivolge a un pubblico di ciclisti non ammalati di performance non può non parlare la lingua del comfort e del feeling immediato. E così fa la FMoser Road, grazie a una geometria che predilige l’immediatezza all’estremismo. Unico elemento che ha una impostazione corsaiola è il carro, che ha una lunghezza contenuta in 425 mm, per trasmettere buone sensazioni in fatto di risposta e reattività.
Il resto delle misure parla chiaro, a partire da stack e reach per finire con l’interasse. Il risultato è una posizione in sella poco aggressiva, che rende le uscite, anche quelle più lunghe, mai impegnative. L’avantreno è discretamente preciso e la bici trasmette un buon feeling. Compatibilmente con il peso totale e la sua distribuzione fra avantreno e retrotreno, la guidabilità è più che soddisfacente, caratteristica che è ovviamente più marcata quando la Road è configurata in modalità tradizionale e quindi alleggerita di quasi quattro chili. In questo frangente stiamo comunque parlando di una bici che supera di almeno un paio di chili le sorelle che nascono senza assistenza, ma è il prezzo da pagare e ne siamo consci.
Comunque, la Road mantiene ciò che promette. É quasi superfluo sottolineare che la salita è il suo habitat naturale, territorio su cui la geometria e la qualità del motore rendono semplice e piacevole mettere chilometri sotto le ruote. I quattro livelli di assistenza permettono di scegliere il giusto mix di fatica e aiuto per affrontare tutte le pendenze.

Occhio alle compagnie

Dopo essere saliti si scende. Il buon bilanciamento e anche quel po’ di peso in più rispetto a una bici tradizionale danno una buona sensazione di stabilità. L’avantreno è abbastanza preciso e la Road dà confidenza e trasmette buon feeling, grazie anche alle gomme da 30 mm.
E quando si tratta di spingere, ossia in pianura? Questo è il tallone di Achille delle eRoad, che pagano la notevole differenza di peso con le road bike tradizionali e, in alcuni casi, anche un po’ di effetto trascinamento del motore (sull’unità FSA è comunque minimo). Finché si trotterella intorno ai 30 all’ora ci si può mettere in scia di qualche compagno e tenere botta, ma se l’andatura cresce allora occorre avere una gamba allenata, condizione che stride un po’ con la situazione di chi, solitamente, sceglie di pedalare su una bicicletta a pedalata assistita. Quindi? Se il programma di giornata prevede terreno misto e dislivelli degni di questo nome, il godimento in salita paga un po’ di sofferenza in pianura; se, invece, l’uscita è di quelle da testa bassa e menare, si può decidere di configurare la Road in assetto tradizionale e ritagliarsi un posto coperto, nel gruppo, e pedalare di conserva.

Le nostre conclusioni

A chi si rivolge una bici stradale a pedalata assistita? Per farla breve diremo che è una tipologia di biciclette che permette di raggiungere obiettivi altrimenti preclusi. In termini di dislivello, di tempo e di allenamento. Inoltre, se come la FMoser Road della nostra prova permette una doppia configurazione, il pubblico di riferimento e le condizioni di utilizzo si ampliano. Senza tralasciare il fatto che, a fronte di una spesa inferiore ai settemila euro (per questa versione), si possono avere in pratica due bici.

In allestimento eRoad diventa una macinatrice di salite. Vi permetterà di tenere il passo dei compagni di avventura più allenati, quando la strada comincia a guardare all’insù, pagando, di contro, qualcosa sul piano. In questo caso, meglio sfruttare le scie e farsi aiutare quando l’andatura sale sopra i 25 km/h e le gambe si trovano a spingere quasi il doppio del peso degli altri. Limite che svanisce qualora siate dei solitari e quindi il ritmo lo dettate voi, soprattutto sui terreni pianeggianti.
Configurata invece in versione senza assistenza, la Road si trova a suo agio anche in mezzo alle bici tradizionali, in quelle giornate in cui è stato pianificato un giro dal dislivello irrisorio. In questo caso, il peso cessa di rappresentare un limite e potrete senza troppo sforzo restare nella pancia del gruppo e pedalare anche a buone medie e per lungo tempo.
Per chiudere con un paragone a effetto, che racconti il senso delle road bike a pedalata assistita, potremmo dire che sono un perfetto e divertente strumento di inclusione.

Per altre info

SCHEDA TECNICA

Telaio/Forcella: Fibra di carbonio
Motore: FSA HM1 Hub Motor (250 W, 42 Nm), 5 livelli di assistenza
Batteria: FSA System 250 Wh, integrata (range extender 250 Wh opzionale)
Display: Garmin Edge Explore
Trasmissione: SRAM Force AXS, guarnitura 46/33, cassetta 10-36
Ruote: Vision Team 30, alluminio
Pneumatici: Vittoria Rubino Pro 700x30c
Cockpit: FSA Energy Comp ACR
Reggisella: FSAAero Carbon
Peso rilevato: 13,050 kg
Prezzo: 6.790 euro

GEOMETRIA (taglia L)

Stack: 590,2 mm
Reach: 389,7 mm
Foderi bassi: 425 mm
Interasse:
1.032,5 mm
Avancorsa:
617,9 mm
Angolo sterzo:
71,5°
Angolo sella: 73°

CI PIACE

  • Qualità percepita
  • Risposta motore
  • Feeling
  • Rapporto qualità/prezzo

NON CI PIACE

  • Comando selezione assistenza
Foto: Martina Folco Zambelli | HLMPHOTO

Mi piacciono le biciclette, tutte, e mi piace pedalare. Mi piace ascoltare le belle storie di uomini e di bici, e ogni tanto raccontarne qualcuna. L'amore è nato sulla sabbia, con le biglie di Bitossi e De Vlaeminck ed è maturato sui sentieri del Mottarone in sella a una Specialized Rockhopper, rossa e rigida. Avevo appena cominciato a scrivere di neve quando rimasi folgorato da quelle bici reazionarie con le ruote tassellate, i manubri larghi e i nomi americani. Da quel momento in poi fu solo Mountain Bike, e divenne anche il mio lavoro. Un lavoro bellissimo, che culminò con la direzione di Tutto MTB. A quei tempi era la Bibbia. Dopo un po' di anni la vita e la penna parlarono di altro, ma il cuore rimase sempre sui pedali. Le mountain bike diventarono front, full, in alluminio, in carbonio, le ruote si ingrandirono e le escursioni aumentarono, e io maturavo come loro. Cominciai a frequentare anche l'asfalto, scettico ma curioso. Iscrivendomi alle gare per pedalare senza le auto a fare paura. Poi, finalmente arrivò il Gravel, un meraviglioso dejavu, un tuffo nelle vecchie emozioni. La vita e la penna nel frattempo erano tornate a parlare di pedali: il cerchio si era meravigliosamente chiuso.