- testo e foto Dino Bonelli
Durante le pedalate estive in gravel, quando ci capitava di incontrare tratti sabbiosi dove la ruota anteriore tendeva a sprofondare e a sterzare bruscamente, in più occasioni ci è venuto naturale paragonare la rena alla neve e chi scrive, montanaro puro e quindi buon conoscitore della dea bianca, aveva invitato i compagni di gita a provare le loro bici sul manto nevoso. E così è stato.
Snow playground
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Prato Nevoso, stazione sciistica del basso Piemonte, dicembre 2024. Di neve non ce n’è quanta gli sciatori vorrebbero, ma le piste sono tutte aperte e, grazie a una piccola nevicata, il paesaggio è discretamente invernale. Con gli amici “Becio” e Sandro, gravellisti di zona e organizzatori dell’evento Flower Gravel, saliamo in quota con l’a telecabina La Rossa e ai 2000 metri di quota appoggiamo le gomme sulla neve. Il nostro parco giochi saranno un dedalo di stradine su cui motoslitte e gatti delle nevi hanno compresso il manto nevoso, che si è poi indurito complice l’escursione termica. Prima di metterci in sella ci concediamo un caffè al rifugio e il tempo di una veloce spiegazioni ai compagni di questa nuova piccola avventura, di come dovrebbero rispondere alla neve le gommature delle loro bici.
Due mezzi molto particolari: sono delle Bam, con telaio in bambù… Entrambe gravel ma una, quella che usa Sandro, monta copertoni più larghi, 29×2.0, e ben tassellati, mentre quella di Becio ha dei 700×35 da gravel, con battistrada poco pronunciato. Per ovviare al freddo, che oggi è un bel -4° trasformato in -8° da un’arietta gelida, sotto le giacche antivento abbiamo indossato un intimo termico e, sotto il casco, chi una bandana e chi un cappellino. Guanti e occhiali praticamente obbligatori, mentre le scarpe sono le stesse delle pedalate estive.
Come si pedala sulla neve
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Oggi non seguiremo un percorso definito e neppure raggiungeremo una meta. Non macineremo chilometri, ma gironzoleremo per godere della guida, del paesaggio e quindi del divertimento allo stato puro. Sulle stradine di neve battuta, le bici si muovono sicure, anche se in curva, specie in discesa, quella con le gomme tassellate garantisce una miglior aderenza e quindi maggior velocità. Anche in salita c’è una piccola differenza e con questo battistrada ci si può anche prendere il lusso di alzarsi sui pedali. Pedali che sulle due bici sono differenti: Becio monta il classico SPD, che in condizione di continua instabilità non sono molto confortevoli, mentre Sandro monta un pedale flat, che permette una maggiore libertà in situazioni precarie come queste, quando capita sovente di dover staccare il piede.
La composizione del manto nevoso è figlia di tanti fattori, fra cui la temperatura, l’umidità, l’esposizione agli agenti atmosferici quali il vento o l’irradiamento solare e anche all’eventuale trattamento meccanico, quindi, la situazione del fondo non è mai omogenea. Anche quando si pedala su una strada con neve compressa e dura, si possono infatti trovare zone di neve più o meno fresca o riportata dal vento. In questi casi, proprio come nella sabbia, la ruota tende a sprofondare e la bici diventare inguidabile: la pedalata si fa dura e solo grazie a un grande sforzo delle gambe delle cosce si riesce a sopravvivere alle sabbie mobili senza mettere giù il piede. Se, poi, si divaga oltre i confini delle stradine battute, si incontrano i prati che a prima vista sembrano coperti da un manto nevoso soffice e immacolato. Invece, mettendoci sopra le ruote, ci si accorge che questo mantello bianco ha una crosta (causata dell’inumidimento superficiale dovuto alle radiazioni solari e indurito poi dal freddo notturno), che può essere sufficientemente dura da sorreggere il nostro peso, o fragile da permettere alla ruota di tagliarla di netto e sprofondare sino a trovare il terreno sottostante. In queste opposte situazioni ci si troverà a pedalare facilmente nella prima o, con difficoltà. Capita, a volte, che le due decidano di combinarsi, illudendoci che lo strato di crosta regga per poi, senza preavviso, spaccarsi sotto le ruote… ecco, il ribaltone, seppure morbido, è assiucurato.
Ma non vi preoccupate, perché la morale a fine giornata è ovviamente “bagnati e contenti”.
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