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Outdoor sulle orme del tempo. Dalle valli dell’Ossola al Lago Maggiore

di - 26/06/2024

val formazza ossola lago maggiore

Alla scoperta delle vie storiche di montagna dell’alto Piemonte. Nel Piemonte settentrionale, il territorio dei Laghi Maggiore, d’Orta, di Mergozzo e delle Valli dell’Ossola offre ben 58 km di percorsi storici che si sviluppano tra i 200 e i 2313 metri di quota, dalla Cascata del Toce al Passo San Giacomo, la Via del Sempione e la Linea Cadorna, tra Ossola e Verbano. Itinerari che furono tracciati per scopi commerciali, difensivi e per la realizzazione di grandi infrastrutture civili.

In alta valle Formazza, dalla Cascata del Toce al Passo San Giacomo

A partire dal 1929, in Alta Valle Formazza, venne costruita la strada per consentire la costruzione delle dighe dei laghi Castel e Toggia. Era il periodo della colonizzazione idroelettrica dell’Ossola, che rappresentò la maggiore trasformazione storica del paesaggio alpino della zona. Lo sfruttamento delle acque per la produzione
di energia elettrica, il cosiddetto “carbone bianco”, ebbe inizio a fine Ottocento e ancora oggi in tutta l’Ossola si possono ammirare le affascinanti “cattedrali di pietra”, ovvero le centrali idroelettriche, vere e proprie opere architettoniche visitabili in occasione di aperture speciali (www.areeprotetteossola.it).

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Valle Formazza Cascata del Toce, Visit Piemonte ph: Com Multimedia

Dall’imponente Cascata del Toce, considerata il “salto d’acqua più bello delle Alpi”, il percorso prosegue sulla SS659 sino a Riale, frazione di Formazza, dalle stupende abitazioni Walser.
Qui la strada asfaltata si dirama e, trasformandosi in sterrata, diviene un vero capolavoro con dolci pendenze e tornanti dalle linee perfette, affiancati da muretti in sasso e archi.

La strada sale verso il Rifugio Maria Luisa (2160 m slm), costeggia la diga del Lago Toggia e raggiunge il Passo S. Giacomo (2313 m slm), da cui si apre una bellissima vista sulla Val Bedretto nella Svizzera Ticinese. Alpe Castel, Alpe Toggia e Alpe Regina sono alpeggi famosi anche per esser zone di produzione del famoso formaggio Bettelmatt, l’“oro bianco” della Valle Formazza.

L’itinerario è di media difficoltà, percorribile sia a piedi o in e-MTB o MTB muscolare (11 km – 625 m di dislivello – periodo consigliato: giugno-ottobre / attenzione in caso di recenti nevicate).

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Valle Formazza – Visit Piemonte – Foto: I.Com Multimedia

Alla scoperta della Via Sempione, tra Lepontine e Pennine

La Via del Sempione è il percorso che da Crevoladossola giunge al Passo del Sempione a 2005 m slm in Canton Vallese (Svizzera), una delle grandi “Vie Alpine d’Europa”. Il Passo del Sempione affascina i viaggiatori per il forte contrasto tra le ripide pareti delle Pale di Gondo e la vastità dei pascoli alpini con vista mozzafiato sui 4000 del Vallese e sull’ampia Valle del Rodano, che si apre poco oltre giunti al valico (21 km dal Confine di Stato – dislivello totale circa 1750 m).


La strada inizia a Crevoladossola, in località Preglia, al cospetto dell’imponente Ponte Napoleonico che sormonta il Torrente Diveria. Lungo la strada asfaltata in direzione Valle Divedro vi sono alcuni punti di notevole interesse che meritano una sosta: i resti del Forte di San Giovanni e il suggestivo ponte sul Diveria, detto Ponte Nuovo, costituito da un perfetto arco a tutto sesto. Proseguendo il tragitto, si costeggia la linea ferroviaria internazionale del Sempione e si raggiunge il soleggiato comune di Varzo, ove si eleva nel centro storico la massiccia Torre Medievale (XIV sec.).

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Via del Sempione, Ponte Napoleonico di Crevoladossola, archivio Distretto Turistico dei Laghi – ph: Orietta Motetta

Proprio da Varzo si apre la Valle Cairasca che sale sino alla frazione di San Domenico e alla splendida piana dell’Alpe Veglia, un’incantevole conca di origine glaciale oggi parte integrante del Parco Naturale Veglia-Devero. Continuando l’itinerario in direzione del confine di Stato, a Iselle, frazione di Trasquera, si incontrano numerosi resti di opere militari risalenti all’età napoleonica (ruderi di Balmanolesca e di Nante, caserma napoleonica, garitta militare) e il famoso Tunnel del Sempione, inaugurato nel 1906 e considerato ancora oggi un importante collegamento transfrontaliero per merci e passeggeri.


Oltrepassato il confine, ci si imbatte nel forte di Gondo nelle omonime gole, fino a pochi anni fa ancora presidiato dai militari svizzeri e poi riconvertito a museo, l’Alte Kaserne napoleonica, il Vecchio Ospizio e l’iconico Ospizio del Sempione.


L’itinerario su asfalto è percorribile in bici da strada, e-MTB, auto e moto (19,6 km da Crevoladossola a Iselle/Confine di Stato – 650 m di dislivello – periodo consigliato: maggio-ottobre / attenzione in caso di
recenti nevicate).
Agli amanti del trekking si consiglia la variante escursionistica lungo il sentiero storico della Via Stockalper-Valle Divedro.


Il sentiero segue le tracce della via commerciale realizzata nel XVII sec. dal Barone Kaspar Jodok von Stockalper, detto anche “Re del Sempione”. L’itinerario, di una bellezza mozzafiato e dal grande valore storico, è percorribile a piedi in più tappe per un totale di 59 km tra sentieri e mulattiere. Inoltre, vi è la possibilità di combinare l’utilizzo di mezzi pubblici come il Trenino Verde delle Alpi BLS (stazioni FS di Iselle, Varzo, Preglia, Crevoladossola e
Domodossola) e il bus postale svizzero per la linea Briga-Gondo-Domodossola.


Per gli appassionati di storia e geologia a Domodossola, “Borgo della Cultura”, presso il Museo di Palazzo S. Francesco (Civici Musei Domesi – www.museicivicidomodossola.it) sono esposti campioni di rocce raccolti durante i lavori di escavazione del Traforo del Sempione e donati dalla Compagnia Jura-Simplon incaricata della sua realizzazione.

Sempre qui è presente anche il plastico del Sempione, sul quale è visibile il tragitto compiuto il 23 settembre 1910 a bordo del “Bleriot X” da Geo Chavez, primo trasvolatore delle Alpi. In Via A. Rosmini, all’interno di una grande teca, si possono poi ammirare la diligenza postale e la slitta del Sempione, oltre a parti del velivolo di Geo Chavez. Presso il Museo di Scienze Naturali Mellerio Rosmini (www.amossola.it) sono presenti, infine, una perforatrice usata durante i lavori per il traforo, alcuni campioni geologici, dei cimeli sempioniani e resti dell’aereo di Chavez, tra cui il contagiri.

L’immenso patrimonio storico-escursionistico della Linea Cadorna, dalla bassa Ossola all’alto Verbano

Costruita tra il 1916 e il 1918, la LineaCadorna è il sistema difensivo realizzato nei pressi della frontiera elvetica durante la Prima Guerra Mondiale per volere del Gen. Luigi Cadorna, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, che temeva un’invasione austrotedesca attraverso la neutrale Svizzera.
Strade, mulattiere, trincee, postazioni d’artiglieria, ospedaletti, casermette e punti di avvistamento costituivano un fitto reticolo che si estendeva dall’Ossola al Lago Maggiore sino alla vicina Lombardia. Oggi il patrimonio
storico della Linea Cadorna permette di visitare e di approfondire un momento che ha segnato la storia del Novecento e offre, dal punto di vista naturalistico, suggestivi itinerari percorribili quasi tutto l’anno.

Linea Cadorna, dalla Punta di Migiandone al Forte di Bara

In bassa Ossola, un tratto di Linea Cadorna inizia a Ornavasso presso la Punta di Migiandone (210 m slm), dove la
mulattiera, ancora ben conservata, sale con tornanti a pendenza regolare e muri in pietra in direzione del Forte di Bara (410 m slm). Gallerie scavate nella roccia, trincee, camminamenti e postazioni per mitragliatrici si possono ammirare lungo la salita. Raggiunto il forte, si trova la postazione militare a più livelli costituita da vari terrapieni sostenuti da muri in pietra squadrata, che avrebbe dovuto ospitare baraccamenti e cannoni a lunga gittata per proteggere l’intero sistema di trincee.

Una lapide ricorda la Battaglia di Ornavasso, combattuta nell’ottobre del ’44 dagli Alpini e Partigiani della Formazione “Valtoce” in difesa della Repubblica Partigiana dell’Ossola. Proseguendo oltre il Forte di Bara, si può visitare l’Antica Cava di Marmo (www.lerogge.it). A Ornavasso è altresì possibile soffermarsi per una visita al Museo del Partigiano (www.museopartigiano.it) e alla Sezione Archeologica E. Bianchetti del Museo del Paesaggio di Verbania (www.museodelpaesaggio.it).

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Linea Cadorna di Ornavasso, Forte di Bara, Arch. Distretto Turistico dei Laghi, ph.:Marco Benedetto Cerini


L’itinerario, di media difficoltà, si svolge su terreno sterrato e lastricato ed è percorribile a piedi, in e-MTB e MTB muscolare (3,3 km – 200 m di dislivello – periodo: tutto l’anno/ Via del Sempione – Ponte Napoleonico di Crevoladossola attenzione in caso di recenti nevicate).

Linea Cadorna, la cima strategica del Montorfano

Il Montorfano, grazie alla sua posizione isolata, venne considerato un importante luogo strategico da cui dominare a 360° il territorio circostante, dal Lago Maggiore al Lago d’Orta sino all’ingresso dell’Ossola.
Alle sue pendici vennero realizzate costruzioni militari ancora visibili. Qui la Linea Cadorna inizia a Mergozzo in località Pra’ Michelaccio (204 m slm) seguendo le indicazioni per le fortificazioni militari.

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Linea Cadorna, Pra’ Michelaccio, Montorfano, Arch. Distretto Turistico dei Laghi, ph: Orietta Motetta

La strada militare, asfaltata solo nel primo breve tratto, diventa una bella sterrata che sale per 4 km con pendenza costante e con bei tornanti che conducono alla prima casermetta costruita in pietra locale. Proseguendo tra un susseguirsi di manufatti militari di notevole bellezza, la strada giunge a una seconda caserma e alla polveriera da cui si apre una vista panoramica sui laghi davvero suggestiva.
Dalla polveriera si prosegue prima su mulattiera poi su sentiero erboso fino alla cima del Montorfano (794 m slm – circa 2 km) dove è possibile osservare altre opere militari. Per chi cerca un pizzico di avventura, la Via Ferrata del Montorfano è pronta a sorprendere con il suo percorso adrenalinico.

Per gli amanti di storia locale, invece, a Mergozzo paese si possono visitare l’Ecomuseo del Granito del Montorfano, il Mu.Me. Museo Civico Archeologico e il Mu.Ma.G. Museo del Marmo e del Granito nella frazione di Albo (www.ecomuseogranitomontorfano.it).
L’itinerario di media difficoltà si svolge su sterrato ed è percorribile a piedi, in e-MTB e MTB muscolare (6 km – 590 m di dislivello – periodo consigliato: primavera-autunno/ attenzione in caso di recenti nevicate).

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Linea Cadorna, Monte Morissolino, Archivio Distretto Turistico dei Laghi, ph: Marco Benedetto Cerini

Linea Cadorna, la dominazione dall’Alto Verbano

Il primo tratto di Linea Cadorna, breve ma suggestivo, inizia a Piancavallo, frazione di Oggebbio (1247 m slm). Passato l’Ospedale Auxologico, si volta a destra lungo la comoda sterrata seguendo i cartelli per le gallerie del Monte Morissolo, nel comune di Cannero Riviera.


Dopo una sbarra, inizia l’ampia e pianeggiante strada militare, da cui si ha una vista mozzafiato sull’alto Lago
Maggiore e sui manufatti in pietra. In breve tempo si raggiungono le gallerie e le postazioni scavate nella roccia viva del Monte Morissolo (1311 m slm).


Il facile itinerario si svolge su sterrato, percorribile a piedi o in e-MTB e MTB muscolare (2,2 km – dislivello 20 m – periodo consigliato: primavera-autunno/attenzione in caso di recenti nevicate; strada priva di protezioni).
Questo tratto – fino all’ingresso delle gallerie del Morissolo – è considerato FOR ALL in quanto è accessibile anche a persone che utilizzano sedia a rotelle a motore adatta a percorsi sconnessi oppure manuale ma equipaggiata. Consigliato l’utilizzo di ruotino con accompagnatore (difficoltà medio/alta).

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Linea Cadorna, Piancavallo-Morissolo, Visit Piemonte ph: I.Com Multimedia


Il secondo tratto della Linea Cadorna nell’alto Verbano inizia a Colle (1238 m slm), frazione di Oggebbio, seguendo le indicazioni di salita verso il Monte Spalavera (1534 m slm – lungo 2,7 km – dislivello 300 m). Il percorso inizia su larga sterrata trasformandosi poi in comodo sentiero erboso.

La vista che si ha da questo punto è davvero spettacolare, dal lago alle cime del Parco Nazionale Val Grande fino alla catena del Monte Rosa e Alpi Svizzere.


Giunti nei pressi della cima si possono ammirare trincee ancora ben conservate. Ritornati a Colle si segue la sterrata in falsopiano verso Passo Folungo (1369 m slm – circa 13 km) da cui inizia l’importante salita con bei tornanti fino al Rifugio Pian Vadà (1711 m slm – circa 6 km – dislivello circa 340 m), comune di Aurano. Impagabile il panorama che si apre sul Lago Maggiore, la Valle Intrasca, la Val Grande, la Valle Cannobina e l’Ossola.

L’itinerario, di media difficoltà, si svolge su sterrato ed è percorribile a piedi, in e-MTB e MTB muscolare (15 km – 740 m di dislivello – periodo consigliato: primavera-autunno/attenzione in caso di recenti nevicate; strada priva di protezioni). A breve distanza da questi due itinerari emozioni uniche si possono vivere anche con il volo panoramico sulla Valle Intrasca della Lago Maggiore ZipLine (www.lagomaggiorezipline.it).

Presso il Parco Avventura Wonderwood a Trarego Viggiona (www.wonderwood.it), invece, il divertimento è assicurato grazie a percorsi sospesi, funi e giochi per lo svago di grandi e piccini; da qui con una breve passeggiata si può raggiungere la prima panchina gigante del Lago Maggiore, la Big Bench #138, che regala una vista impagabile su tutto il lago.

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Linea Cadorna, Pian Vada’, Visit Piemonte, Foto: I.Com Multimedia

Diplomato in Arti Grafiche, Laureato in Architettura con specializzazione in Design al Politecnico di Milano, un Master in Digital Marketing. Giornalista dal 2005 è direttore di 4Actionmedia dal 2015. Grande appassionato di sport e attività Outdoor, ha all'attivo alcune discese di sci ripido (50°) sul Monte Bianco e Monte Rosa, mezze maratone, alcune vie di alpinismo sulle alpi e surf in Indonesia.