Per troppo tempo si è parlato delle strade brutte e della loro impraticabilità, della mancanza di alcuni progetti concreti per le due ruote e di un territorio tanto attraente e talvolta restio a mostrare il suo valore reale. Qualcosa stà cambiando e questo lo si deve anche alla bicicletta, che torna protagonista nell’Oltrepò Pavese.
Oltrepò Pavese e la bicicletta, il binomio ideale
Un titolo che può sembrare un azzardo perché le tante affermazioni dei ciclisti erano (e sono): “bello l’Oltrepò Pavese, peccato le strade e l’asfalto, impossibile andare con la bici da strada, c’é il rischio di spaccare tutto e farsi male”. E così, molti pedalatori hanno abbandonato queste strade, queste colline e la volontà di esplorare questa parte della Provincia di Pavia. Eppure, questa è una terra che mastica pane e bicicletta!
Per troppo tempo, in queste zone, tra le colline famose per il vino e l’Appennino lombardo-romagnolo, si è fatto poco o nulla per promuovere una terra che offre opportunità di ogni genere, mescolando lo sport alla vacanza, la cultura e l’enogastronomia, la distanza dalla città e il facile accesso alle vie di comunicazione che portano ovunque. Ora però, c’é aria di cambiamento, c’é voglia di fare qualcosa di utile e l’Oltrepò Pavese apre spalanca le sue porte, prima di tutto alle biciclette. A Maggio il Giro d’Italia e subito dopo l’inaugurazione ufficiale della ciclabile che costeggia tutta la Val Staffora, da Voghera a Varzi, sul tracciato della vecchia ferrovia. E’ un processo lungo che non si conclude con uno schiocco di dita, ci vorrà del tempo per far si che tutto collimi alla perfezione, ma la via è tracciata!
Quel senso di appartenenza che ti coinvolge
L’Oltrepò Pavese e la bici sono molto simili. La bicicletta è stata per troppo tempo chiusa in se stessa, una nicchia al pari di una lobby, una categoria esclusiva dove era complicato accedervi. Una volta entrati era altrettanto difficile districarsi, tra il senso di appartenenza ed un terreno impervio. Eppure, proprio la bicicletta ha stimolato storie, fantasie ed una epicità sportiva che è letta anche dalle generazioni dell’era digitale. Beh, questo territorio, che si incunea tra le Provincie di Piacenza ed Alessandria, spingendosi verso il confine con la Liguria, è come il mondo della bicicletta. L’Oltrepò Pavese difficilmente ti mostra il fianco e ti apre le braccia al primo incontro, prima ti guarda con distacco e ti scruta, ti fà avvicinare alla soglia e solo dopo ti spalanca le porte lasciandoti le chiavi di casa in mano, libero di entrare ed uscire a tuo piacimento.
L’Oltrepò Pavese è casa! E’ un territorio coinvolgente, a tratti duro ed esigente, in altri momenti è dolce e ti coccola con una carezza, un pò come essere a casa. Da un lato c’é la pianura e quella Via Emilia che è anche una sorta di confine tra “la bassa” e la parte collinare-appenninica. Dall’altro ci sono le valli che salgono verso “le montagnotte”, che sono anche meta e palestra dei ciclisti, non solo degli indigeni.
Qui c’é tutto, per tutti i gusti ed i palati. Il ciclista trova molte opportunità, a prescindere dal suo approccio al mezzo a pedali. C’é la pianura che si staglia all’orizzonte e ci sono i mangia-e-bevi. Ci sono le salite corte e ci sono le ascese di 10/15 km. In estate si passa dai 40° di Voghera, fino ai 18/20° delle punte più alte dell’Appennino, con quel verde intenso e quei tratti boschivi che non ti aspetti. Ovunque si vada c’é sempre un approdo, dove mangiare e bere bene! E questo non guasta mai. E’ vero, c’é sempre vento, ma si sà, “il vento allena”.
La Greenway, Voghera-Varzi
L’Oltrepò Pavese è bello e vario. Al pari di una promozione territoriale limitata e discontinua, lo stesso territorio si è dovuto confrontare con la pessima qualità delle strade, che nel corso dei lustri ha condizionato (non poco) l’accesso dall’esterno. Qualcosa inizia a cambiare nel corso dei primi anni 2000, quando prende il via il progetto della Greenway Voghera-Varzi. Il percorso ciclo-pedonale riprende il tracciato della vecchia ferrovia e costeggiando la bella Val Staffora, collega la città pavese al borgo situato ai piedi del Monte Penice.
Il primo tratto arriva fino a Salice Terme e solo in epoca più recente, la ripresa dei lavori, permette di completare l’opera. La Greenway non è una semplice via di comunicazione, che prende vita e forma in un periodo dove la bicicletta è un soggetto forte, la Greenway dellOltrepò Pavese porta con se un messaggio importante:”questa terra è viva e vuole tornare ad essere interessante”. Anche grazie alla bicicletta in tutte le sue forme, l’Oltrepò Pavese torna a raccontarsi.
Il legame con la bicicletta è forte
La bicicletta è parte integrante di questo territorio, lo è da sempre. Qui trovi gente in bicicletta in tutti i periodi dell’anno, nonostante i rigori invernali e la calura estiva. C’é il ciclista che sfreccia con la sua bellissima bici da corsa. C’é quello che lascia la propria auto a ridosso delle colline per risalire i sentieri con la mtb (e anche e-mtb). Ci sono i “nuovi” ciclisti che con le e-bike salgono in valle, per andare a mangiare una fetta di salame e bere un bicchiere di bonarda.
Ci sono quelli che portano i bambini sulla Greenway, lontani dalle auto, ma non distanti dalle abitazioni. I ciclopedalatori con le bici da passeggio che semplicemente si godono la vita, magari dopo la settimana lavorativa in città, ma che vogliono tornare in fretta a casa, senza fare troppe ore di macchina. Milano è vicina, ad un tiro di schioppo! L’Oltrepò Pavese è anche slow-bike!
Viviamo in un’epoca dove la bicicletta è tornata ad essere protagonista e grazie a lei nascono eventi, che siano sportivi e culturali. Ancora una volta la bicicletta diventa un detonatore. E’ un’opportunità che l’Oltrepò Pavese non può e non deve perdere. Riportare la bicicletta con un ruolo da protagonista è solo il primo di una serie di biglietti da visita spendibili ovunque.
a cura della redazione tecnica, immagini di Sara Carena.