Entra in vigore venerdì 6 novembre 2020 il nuovo DPCM, illustrato ieri sera in conferenza stampa a Palazzo Chigi dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Le nuove misure per fronteggiare l’emergenza Covid-19 prevedono restrizioni differenti a seconda dell’area colorata di appartenenza, gialla, arancione o rossa.
Le tre aree di criticità in cui è stato suddiviso il Paese sono state definite in base al livello di rischio legato al Covid e alla tenuta sanitaria di ogni regione.
Ecco di seguito la suddivisione delle regioni per aree, prevista dal nuovo DPCM del 3/11/2020:
Area gialla: Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Province di Trento e Bolzano, Sardegna, Toscana, Umbria, Veneto.
Area arancione: Puglia, Sicilia.
Area rossa: Calabria, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta.
COSA CAMBIA PER LA PRATICA DEL SURF DA ONDA
Secondo quanto esposto dal nuovo DPCM del 3 novembre la pratica del surf non subisce sostanziali cambiamenti nelle regioni colorate di GIALLO, mentre per le ARANCIONI e ROSSE purtroppo non ci sono buone notizie.
Ma andiamo con ordine.
REGIONI dell’AREA GIALLA
Nonostante la raccomandazione di evitare gli spostamenti, resta in vigore a tutti gli effetti quanto stabilito dal precedente decreto.
Pertanto i surfisti residenti in Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Province di Trento e Bolzano, Sardegna, Toscana, Umbria e Veneto potranno spostarsi all’interno della propria regione e nelle altre regioni “gialle” per praticare il surf da onda.
REGIONI dell’AREA ARANCIONE
L’area arancione comprende le regioni Puglia e Sicilia. Abbiamo cercato di far chiarezza leggendo il testo del DPCM insieme a Carlo Morelli di SurfinSalento, dottore in scienze giuridiche, vista la palese ambiguità del testo. Leggendo l’articolo 2 (fermo restando quanto vale a livello nazionale nell’articolo 1 punti d) ed f)) al punto 4 a) e b) si specifica che è vietato ogni spostamento dai territori comunali, con mezzi pubblici o privati, salvo per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili in tale comune.
Dato che l’articolo 2, riguardante Puglia e Sicilia, non cita nulla relativamente alla sospensione dell’attività sportiva, per questo aspetto ci dobbiamo riferire all’articolo 1. Dunque l’attività sportiva delle associazioni sportive come le scuole di surf può continuare ad essere svolta. C’è tuttavia da capire se le attività del surfing possono usufruire della giustificazione citata nel testo (quella di svolgere attività), resta inoltre da sciogliere il nodo del “free surfer”, se può praticare da tesserato o non e in quali circostanze.
Quello che resta sicuro è che la pratica del surf per pugliesi e siciliani è permessa al massimo all’interno del territorio della propria regione, o secondo un’interpretazione più restrittiva possibile solo all’interno del proprio comune di residenza.
Per sciogliere questi dubbi dobbiamo aspettare che vengano pubblicate le F.A.Q. del Governo e nello specifico le F.A.Q. del ministero dello sport, perchè la norma non è stata scritta in modo chiaro e lascia ancora molto spazio alle interpretazioni.
REGIONI dell’AREA ROSSA
L’area rossa è quella con le misure più restrittive e comprende le regioni Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Calabria. In queste regioni è vietato spostarsi da un comune all’altro, oltre ovviamente uscire dalla regione.
Per i surfisti residenti in Piemonte, Lombardia e Valle D’Aosta non sarà dunque possibile praticare il surf da onda dal 6 novembre fino almeno al 3 dicembre 2020.
Piccolo vantaggio per la Calabria, unica regione con sbocchi sul mare: qui nelle località che si affacciano sulla costa sarà possibile praticare il surf solo nelle aree del comune di appartenenza.
Non è ancora del tutto chiaro se si dovrà restare solo nei dintorni della propria abitazione, anche se questo aspetto resta tutt’ora il meno probabile.
Vi terremo aggiornati sugli sviluppi futuri.
Cover articolo: Banzai beach con una lineup insolitamente vuota durante il lockdown di primavera – Foto: Roberto Albigi