La bicicletta e il ciclismo in genere sono una sorta di macro argomento del quale tutti ne parlano. Gli appassionati e che pratica il ciclismo come sport. Chi ha scoperto la bici da poco e chi ha imparato ad usare la bicicletta per i suoi spostamenti. La bicicletta è il simbolo della nuova mobilità. E’ un argomento che fa discutere la politica e tutto quello che raggruppiamo nel concetto green e come nuova mobilità. E si chiacchiera anche di nuovo ciclismo. Ma che cos’é?
Il nuovo ciclismo e la vecchia bicicletta
Se l’argomento del nuovo ciclismo e delle varie interpretazioni che può avere la bici sono temi molto attuali, è altrettanto vero che, chi parla di ciclismo si deve confrontare con un settore che porta con se un’importante storia come bagaglio. Da quando è nato, il ciclismo e la bicicletta sono stati raccontati, romanzati e disegnati con quel tocco epico. La fatica, il sudore e l’estremizzazione fanno parte di una disciplina esigente sotto ogni punto di vista e a prescindere dall’interpretazione. C’é chi ha detto “si gioca a calcio, si gioca a tennis, ma non si gioca a ciclismo, perché andare in bici non è per tutti”.
E’ vero, il ciclismo talvolta è troppo duro, faticoso e forse, anche per questi motivi è rimasto per tanti anni una sorta di nicchia: come un parco divertimenti con accesso limitato. Il ciclismo e l’universo della bicicletta hanno oltre 200 anni e per fortuna molto è cambiato. Ma allora che cos’é quello che molti chiamano il nuovo ciclismo? E’ quello delle imprese epiche sui passi alpini innevati, oppure quello delle strade roventi del Tour de France? Misuratori di potenza, gps e calcoli del vento, quelle delle medie folli e degli studi aerodinamici? Il nuovo ciclismo è quello del carbonio, dei freni a disco e delle e-bike? La bicicletta dei tempi moderni è quella che si usa in città e soggetto della green mobility?
Quando la bicicletta è di tutti
E se il nuovo ciclismo fosse tutto! Dalla signora che usa la bici di mattina presto per andare a fare la spesa, fino ad arrivare ai corridori che hanno appena concluso il Giro d’Italia. Nel mezzo ci sono le bici dei bimbi, le biciclette a noleggio che si vedono in città e anche tutte le e-bike. Il nuovo ciclismo è uno sport ultra-moderno, un esempio di evoluzione delle tecnologie funzionali alla prestazione e alla piena sfruttabilità da parte dell’uomo. Il nuovo modo di produrre le biciclette ha aperto questa categoria anche a chi, fino a qualche anno a dietro, la bici la osservava a distanza e con un certo distacco. Il mondo ciclistico con il quale ci confrontiamo oggi, sia esso uno sport agonistico oppure un’alternativa alla mobilità motorizzata, non può e non deve dimenticare nulla e nessuno.
Ma il nuovo ciclismo è anche sport e business
Come ogni disciplina agonistica, anche il ciclismo è uno sport che si mescola con il business. Sponsor ed investimenti che arrivano da diverse parti e proprio il ciclismo interessa a tante aziende extrasettore. Ci sono degli interessi alle spalle di una disciplina sportiva. Ci sono le tv e tutto quello che riguarda i diritti televisivi e anche in questo il ciclismo stà cambiando molto. Per la prima volta nella storia, potevamo vedere il Giro da prima della partenza della tappa, fino alla sua conclusione ed oltre. GRAZIE!
Ma le esigenze attuali si mixano e si scontrano con uno sport che è rimasto nella sua bolla per quasi 200 anni e che ora scopre di avere delle potenzialità mai sfruttate. Il nuovo ciclismo è anche questo e dovrebbe essere argomentato meglio.
Il ciclismo e la bicicletta vanno spiegati
Il nuovo ciclismo non dovrebbe dimenticare la sua storia e i suoi racconti, ma dovrebbe trovare il giusto modo per far si che il suo bagaglio esperienziale venga spiegato ed aggiornato. Il racconto e la spiegazione sono due cose differenti che si possono completare l’una con l’altra. Da appassionati di bici, ci è dispiaciuto parecchio ascoltare la polemica (a nostro parere inutile e male argomentata, che inevitabilmente si è dilata sui social) che è stata generata durante e dopo il tappone alpino con arrivo a Cortina. Il nuovo ciclismo non è solo l’indumento tecnico dal peso piuma che ripara da vento, gelo e acqua.
In alcune fasi di gara le immagini arrivavano a spot e in bassa qualità, perché proprio per via delle condizioni meteorologiche non era possibile avere il supporto aereo. Le immagini del Giro d’Italia sono trasmesse in oltre 150 nazioni nel mondo e i diritti televisivi sono una bella entrata per chi li produce! Con tutta probabilità, l’organizzazione ha garantito lo svolgimento della tappa sotto il profilo agonistico e la veicolazione delle stesse immagini. Un compromesso. Il nuovo ciclismo è anche un compromesso ottimale e fantastico, non solo per chi fa agonismo, ma che deve imparare ad accontentare le diverse parti in gioco. Una grandissima opportunità di crescita.
a cura della redazione tecnica, immagini Giro d’Italia e Sara Carena.