Se da un lato, l’inizio di questa stagione 2021 (ci riferiamo a quella dei pro) sembra essere il proseguo della 2020, dall’altro ci ritroviamo a parlare e scrivere di un ciclismo che è lontano anni luce a quello di (solo) 3/5 stagioni a dietro. Sagan ci ha mostrato che alcune “regole monotone” potevano essere infrante e le nuove generazioni di corridori non hanno fatto altro che confermare e portare avanti quello che Peter aveva iniziato. Il nostro racconto e qualche breve considerazione.

Le nuove generazioni non hanno paura
Al di là della preferenza e della voglia di sostenere quel campione, piuttosto che quell’altro, le nuove generazioni sanciscono un cambio di rotta del ciclismo. Scriviamo di uno sport che è tornato ad essere spettacolare. E’ vero, siamo ancora alle prime battute di una stagione che si appresta ad essere lunghissima e particolarmente combattuta, una stagione agonistica nella quale anche le “corsette” di secondo e terzo piano avranno il loro peso. Perché? Perché vincere oggi, o piazzarsi con un livello agonistico del quale siamo testimoni, è davvero tanta roba!
Ci siamo alzati alle 3 di notte per vedere Luna Rossa. Al pari abbiamo atteso con trepidazione le tappe della Tirreno-Adriatico per vedere le “sportellate” e gli “scontri diretti”: che cazzottoni! E siamo solo all’inizio. Questi giovani sono maleducati e spavaldi, non hanno rispetto di quelle “regole non scritte” e non hanno il timore dello scontro diretto. Si affrontano a mano aperta, in volata, in salita e nelle crono. Non vedevamo un ciclismo così spettacolare da tanto tempo………… Bentornato ciclismo. Grazie ragazzi.

Le regole esistono per essere infrante
Scattare con un panino in bocca, al momento del rifornimento? Combattere e tenere testa agli scalatori, quando tu non sei uno scalatore? Attaccare e pedalare in salita incurante dei watt e del misuratore di potenza? Non nascondersi dietro alle solite frasi e mettere sul piatto la propria volontà di primeggiare? Tutto sommato, ai fini della spettacolarità, il “vecchio ciclismo” ci aveva un pò stufato (che poi vecchio, mica tanto). A tratti ci sembrava molto più simile al gioco degli scacchi e l’utilizzo estremizzato della tecnologia in corsa, non aveva fatto altro che “appiattire e soffocare” buona parte delle velleità agonistiche dei corridori, ma anche degli spettatori.

Certo, le corse a tappe di una settimana e le gare in linea, rispetto ai grandi giri di tre settimane, sono un’altra cosa, però è tornata quell’emozione e la voglia di accendere la tv, per vedere anche la tappa riservata ai velocisti. Quando di mestiere fai il corridore pro, il tuo compito è portare a casa il massimo risultato ottenibile, sempre e comunque e a volte non è solo la vittoria. Protagonisti, uomini d’immagine e icone, ma anche lottatori e gente che ci mette la faccia.

Osare e varcare il proprio limite, non accontentarsi
Essere incuranti del rischio con la volontà di affrontarsi, a prescindere dal contesto, dalla situazione e dal terreno. Questo emerge dalle nuove generazioni di corridori, una sorta di maleducazione agonistica e sportiva. “Sfrutto il momento, perché domani potrebbe arrivare un altro più giovane di me e più forte”. In questa epoca della storia del ciclismo, sembra essere sparito il concetto “lasciamolo crescere con calma”, “si farà”.
Vero è-che-a conti fatti scriviamo e parliamo di ragazzi che sono campioni già da diversi anni (non tutti, ma molti di loro dominavano anche nelle categorie giovanili, anche di altre discipline), ma tant’é che qualcuno di loro non ha ancora tutta la barba in viso! Sono lo specchio delle nuove generazioni, a tratti incoscienti; zero paure e senza timori reverenziali, capaci di spingere a tutta il proprio motore, anche oltre il proprio limite. Ma qual’é il loro limite?

Fino a quando li vedremo?
Forse, non vedremo più gente come Rebellin, Nibali e Visconti, come Pozzovivo e Greipel (solo per citarne alcuni) con carriere professionistiche lunghe e piuttosto lineari. Forse vedremo gli exploit di 3/4 stagioni; o forse no. Magari tra un lustro saremo qui a commentare ancora le loro gesta e le loro vittorie, al pari di oggi, dicendo: “sono completamente diversi da noi”. A prescindere da tutto, godiamoci questo ciclismo che ci fa saltare sul divano, nonostante una situazione merdosa come quella che ci portiamo dietro da un anno. E ora aspettiamo la Sanremo e la Campagna del Nord, perché ci sarà da godere, con qualche “vecchio leone” che è stato capace di nascondersi fino ad oggi e che non vuole mollare la presa, capace di fottersene di questi giovani arrembanti!
Nelle foto non abbiamo inserito, volutamente Evenepoel, perché non stà correndo, ma lo aspettiamo al pari degli altri che compaiono in questo articolo.
a cura della redazione tecnica, immagini dei relativi team pro. Photenews per Alpecin-Fenix, Bettiniphoto per Bora-Hansgrohe, official Tirreno-Adriatico