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Mizuno Wave Mujin X, il test

di - 16/11/2024

Arriva sul mercato la decima edizione della Mizuno Wave Mujin, una scarpa emblematica non solo per il brand giapponese ma anche per molti runner. Vediamo insieme come si è evoluta!

Test di Paolo Dellavesa

CATEGORIA: trail running
Peso: 340 g (US 8,5 uonmo)
Drop: 8 mm
Stack height: 38-32 mm

Design

La grafica della tomaia è stata completamente rinnovata, è composta di un mesh apparentemente resistente e ben traforato. Il richiamo alla decima edizione di Mujin è netto. Nella zona laterale è infatti stata apposta una vistosa X con il duplice scopo estetico e di rinforzo. Sono presenti anche alcuni dettagli riflettenti, molto utili soprattutto in questa stagione. La lancetta della bilancia si ferma un po’ più in là rispetto a quanto siamo abituati a vedere in questi ultimi anni: 340 grammi nella misura 8,5 US.

Chiusura e alloggiamento

Il piede entra molto facilmente, grazie anche all’anellino di tessuto posto sul tallone. Fino a qualche anno fa abituale, ora sempre più sacrificato dalle aziende per limare peso e costi. La Mujin X ha una costruzione non eccessivamente fasciante, c’è il giusto spazio per le dita che sono libere di muoversi senza compromettere la stabilità generale. L’allacciatura è tradizionale a lacci piatti che scorrono in quattro fori e un’asola che funge da tirante nella parte finale. Questa si collega alla grande X in TPU che distribuisce bene la tensione nella chiusura e la stabilizza. Una bella trovata! Decisamente azzeccata la linguetta: ha imbottiture ottimali, è fissata ai lati con sottili strati traspiranti di tessuto e ha un taschino sufficientemente spazioso per riporre il fiocco.

Comfort

È una scarpa molto piacevole da tenere ai piedi per ore, anche per camminare. Le imbottiture interne si percepiscono come un massaggio e risultano comode. Anche la tomaia, pur non essendo particolarmente elastica, avvolge il collo del piede senza punti di sfregamento.

Traspirabilità

Parametro importante e spesso cruciale in scarpe ben strutturate e imbottite come la Mujin. La maglia è un tessuto a strato singolo abbastanza spesso, con un’unica parte a trama più larga relegata a una striscia sul dorso delle dita. Tuttavia, non appare troppo calda, non è una campionessa di ventilazione ma il piede non si scalda mai eccessivamente. Una volta bagnate, l’acqua in eccesso esce comunque agevolmente. Rimane un po’ di umidità residua che si percepisce ma non compromette il feeling di corsa e soprattutto non crea vesciche.

Grip

L’evoluzione di Mujin passa attraverso il cambio di partner per l’equipaggiamento della suola. Michelin lascia il posto a Vibram, che su questo modello è Megagrip con tecnologia Traction Lug, ovvero l’ultimo modello della casa di Varese. Contraddistinto esteticamente dalla presenza di tanti piccoli triangoli sui lati dei tacchetti, con lo scopo di incrementare enormemente la superficie d’appoggio e di conseguenza il grip. La suola copre praticamente tutta la superficie, con solamente otto piccoli fori utili ad aumentare la flessibilità della scarpa e assecondare meglio il terreno. I tacchetti, alti 5 mm, hanno una disposizione concepita per essere molto versatile. Quelli perimetrali sono più larghi, a tutto vantaggio della stabilità, mentre nella zona centrale diventano più piccoli per favorire al massimo il grip. Nota non affatto secondaria, la durata di questa suola è proverbiale, probabilmente sarà ancora integra quando penserete di mandare in pensione Mujin X.

Stabilità

Guardandola di lato, si può ben presto notare una particolarità. È una scarpa con un rocker estremamente limitato, soprattutto in confronto alle concorrenti. La struttura dell’intersuola e l’intelaiatura della tomaia si traducono in un ottimo feeling di corsa anche sui sentieri più tecnici. Uno dei suoi punti di forza è legato all’immediatezza, bastano davvero pochi minuti di corsa per trovarsi a proprio agio. Mujin X dona grande sicurezza negli appoggi, contribuendo al piacere di corsa complessivo e, perché no, genera tranquillità quando si deve spingere forte soprattutto in discesa. Gli 8 mm di drop, che spesso trovo un po’ eccessivi nel percorrere traversi e segmenti tecnici in sicurezza, non ostacolano la grande stabilità generale.

Protezione

Wave Mujin X è una scarpa ben protetta. Le dita sono assolutamente sicure, gli impatti sono schermati da una tomaia solida sulla quale è stato apposto un generoso film termoplastico, che continua lateralmente per alcuni centimetri. La grande X che connota l’estetica della scarpa garantisce una protezione extra del piede anche in questa zona. Il contrafforte tallonare è rigido e imbottito di un materiale morbido e confortevole, che vi farà correre senza temere dolori pure con imbatti bruschi su radici e pietre.

Capacità di ammortizzare

L’intersuola, alta 38 mm sul tallone e 30 mm verso la punta, è il vero cervello della Mujin X. Essa è composta da due schiume a diversa densità, sovrapposte a creare un design a forma d’onda, marchio di fabbrica Mizuno. Questa soluzione tecnologica è sorprendente e permette di distribuire meglio gli impatti, con la percezione di un’ammortizzazione efficace, mai cedevole. È stato fatto davvero un ottimo lavoro dai tecnici giapponesi, che hanno creato una scarpa ammortizzata ma reattiva e molto divertente. Gli impatti sulla pianta del piede sono anch’essi ben assorbiti e non fanno temere atterraggi bruschi anche in zone pietrose.

Consigliata per…

Wave Mujin X è una scarpa che fa del feeling immediato la sua più grande qualità. È molto facile da far correre. Per questo la ritengo una scelta azzeccata come prima scarpa da trail. Così come un’opzione interessante per i corridori di peso medio-alto. Per tutti gli altri può essere una compagna di lunghi allenamenti e gare di ultra trail anche di cento miglia. La tenuta della suola Vibram contribuisce all’ottima valutazione generale, ampliando notevolmente il ventaglio dei terreni sui quali è possibile correre senza scivolare. Un gran bel modello tuttofare, solido e ben fatto. Una scelta sicura!

Daniele Milano nasce una buona cinquantina di anni fa in Valle d’Aosta. Cresciuto con la montagna dentro, ha sempre vissuto la propria regione da sportivo. Lo sci alpino è stato lo sport giovanile a cui ha affiancato da adolescente l’atletica leggera. Nei primi anni 90 la passione per lo snowboard lo ha letteralmente travolto, sia come praticante che come giornalista. Coordinatore editoriale della rivista Snowboarder magazine e collaboratore per diverse testate sportive di settore ha poi seguito la direzione editoriale della testata Onboard magazine, affiancando sin dal lontano 2003 la gestione dell’Indianprk snowpark di Breuil- Cervinia. Oggi Daniele è maestro di snowboard e di telemark e dal 2015 segue 4running magazine, di cui è l’attuale direttore editoriale e responsabile per il canale web running. Corre da sempre, prima sul campo di atletica leggera vicino casa e poi tra prati e boschi della Valle d’Aosta. Dal 2005 vive un po’ a Milano con la propria famiglia, mentre in inverno si divide tra la piccola metropoli lombarda e Cervinia. “La corsa è il mio benessere interiore per stare meglio con gli altri”