Negli ultimi anni ti sei specializzato nelle competizioni e-bike, arrivando alla conquista del titolo italiano pochi giorni fa, dopo ottimi risultati in Coppa del Mondo (a proposito, super complimenti!).
Quanto ti sono serviti l’esperienza e l’allenamento accumulati in anni di gare XC in questo nuovo mondo?
Grazie, posso dire che tutta la mia “carriera” ciclistica è stata fondamentale per raggiungere questo traguardo nel campionato italiano E-XC. La tecnica acquisita durante gli anni di competizioni ha costituito una base solida sia per la guida che per la gestione e le strategie di gara. Inoltre, gli anni trascorsi nel ciclocross mi hanno dato un vantaggio significativo nella guida su fango e nel “saper lasciar scorrere” la bici in curve con scarsa aderenza. Quindi, posso affermare che ogni singola esperienza è stata preziosa per il mio successo attuale.
Quali sono invece le nuove sfide che hai dovuto affrontare?
Beh, sicuramente il mondo della e-bike è per me un territorio relativamente nuovo, che mi ha costretto a rivedere completamente la mia abituale posizione in sella e, di conseguenza, il mio stile di guida. Una delle prime difficoltà che ho incontrato è stata la componente fisica: essendo abituato a correre con bici di circa 10 kg, passare a un mezzo che pesa più del doppio è stato un cambiamento significativo. Per affrontare questa sfida, ho dovuto sviluppare un programma di allenamento specifico per la parte superiore del corpo.
Un altro aspetto che ha richiesto impegno e tempo è stata la gestione del motore: riuscire a ottenere il massimo sia dal motore che dal mio fisico è un processo complesso che ha richiesto molta dedizione e adattamento.
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In qualità di atleta, quali sono le peculiarità che ricerchi dal punto di vista della gestione dell’assistenza alla pedalata?”
Nel motore Askoll ho percepito fin dai primi metri un carattere pensato per l’off-road, particolarmente adatto all’uso in condizioni tecniche e impegnative in salita. La sensazione è quella di avere una forza sovrumana piuttosto che un “motorino” attaccato alla bici.
Questa caratteristica, unita a una spinta notevole, mi ha portato a scegliere subito questo motore e dopo oltre un anno di utilizzo, sono ancora più convinto della mia scelta.
Non meno importante, è l’affidabilità del motore: una rottura può compromettere gravemente una gara, e questo era un aspetto che mi preoccupava molto.
Ora, dopo oltre un anno di utilizzo, posso affermare che, oltre alle prestazioni, anche l’affidabilità di questo prodotto è di riferimento.
Quanto è importante la gestione dell’assistenza del motore in gara? L’autonomia diventa un problema?
La gestione del motore è fondamentale: saperlo utilizzare al massimo può offrire grandi vantaggi. Le mie gare attualmente durano circa da 50 minuti a un’ora e, utilizzando la bici alla massima potenza, termino la gara con circa il 50% di batteria residua. In questi casi, l’autonomia non rappresenta un problema. Tuttavia, se la lunghezza del percorso aumentasse, sarebbe necessario dosare attentamente l’assistenza della bici per garantirne l’efficienza fino alla fine della competizione.
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Come usi il motore, anche in relazione al modo in cui pedali, nelle varie situazioni? Quindi salite più o meno ripide, e più o meno tecniche.
Il mio motore, Askoll C90A, è uno dei più performanti sul mercato. In salite tecniche e scivolose, preferisco ridurre la potenza per evitare che la ruota posteriore perda aderenza e scivoli, compromettendone il controllo.
Per le salite più ripide, cerco di affrontarle con il rapporto giusto fin dall’inizio, evitando di cambiare marcia nel tratto più impegnativo.
Questo mi consente di mantenere una pedalata fluida e di sfruttare al meglio l’assistenza del motore.
Che consigli puoi dare a chi ha un approccio sportivo alle eMTB? Quindi, le tecniche avanzate per superare i tratti più ostici, uscire più veloci dalle curve, l’utilizzo combinato con il rapporto del cambio, e la posizione di pedalata/guida per ottenere il meglio.
Il mio consiglio è iniziare a piccoli passi, anche utilizzando potenze più basse per abituarsi ai comportamenti della bici e del motore e poco alla volta alzare il livello. Sia tecnico che di potenza. Cercar di far scorrere il più possibile la bicicletta in modo di non doverla rilanciare ogni volta.
Sarà un grande risparmio di energie e di autonomia abbassando drasticamente i tempi di percorrenza.
Grazie Mirko… e in bocca al lupo per le tue sfide future!
Grazie a te, e… crepi!
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[foto apertura: Alex Luise]