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Maxcel Amo Manu: “Sognare in grande, non arrendersi mai!”

di - 15/04/2024

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Protagonista di cover e cover story del #2 di 4running, in edicola dal 15 aprile, è Maxcel Amo Manu, atleta paralimpico, vincitore ai Campionati del Mondo di Parigi dello scorso anno di due medaglie d’oro nei 100 e 200 metri piani, incontrato a Bologna insieme alla fotografa Francesca Grana, in occasione del lancio della nuova PUMA Velocity NITRO 3.

Di Daniele Milano Pession | foto: Francesca Grana

A proposito di…

Maxcel nasce a Kumasi, in Ghana, il 28 febbraio 1992, ma ancora molto giovane si trasferisce in Italia, prima a Milano e poi a Bologna, cittadina nella quale vive attualmente insieme a sua moglie e a due splendidi figlioli. Nel 2017, mentre lavora come magazziniere in una ditta bolognese, durante il tragitto casa-lavoro subisce un incidente molto grave: viene investito in scooter da un camion e perde la parte inferiore della gamba sinistra.

Una forza di volontà senza eguali

Maxcel ha una forza di volontà poco comune e la tragedia si trasforma in opportunità. Svolge in modo meticoloso tutta la parte dedicata alla riabilitazione e si avvicina all’atletica leggera, per poi farsi tesserare poco dopo dal Gruppo Sportivo Fiamme Azzurre. Dotato di qualità atletiche incredibili, in poco tempo brucia le tappe e tra il 2021 e il 2022 ottiene i suoi primi titoli nazionali sui 100 e 200 metri piani. Nel 2022 partecipa ai Mondiali Paralimpici di Parigi, conquistando la medaglia d’oro nei 100 metri e nei 200 metri T64. Sponsorizzato da PUMA, si allena sotto lo sguardo attento del suo coach, Marco Simoni.

Insieme alla fotografa Francesca Grana siamo andati a trovarlo allo stadio Baumann di Bologna, dove trascorre la maggior parte dei pomeriggi, allenandosi come se non ci fosse un domani…

Se vuoi curiosare tra le fotografie incredibili di Francesca Grana, VAI QUI!

L’intervista di 4running a Maxcel Amo Manu

Ciao Maxcel e benvenuto su 4running!

Ciao Dany e grazie per questa opportunità.

Dopo l’incidente nel 2017 la tua vita è cambiata completamente. Come hai fatto a reagire?

Quando nella vita ti succede una cosa grave come quella che mi è capitata nel 2017 è davvero dura andare avanti, ma io ce l’ho fatta e spero di essere un esempio per altri giovani come me. Dopo l’incidente in moto ho iniziato a fare una lunga riabilitazione per poter tornare a camminare e per imparare a usare la protesi. Un periodo sicuramente molto difficile, in cui ho comunque cercato di trovare una motivazione in ciò che facevo, guardando sempre avanti.

Ti ricordi di quel periodo?

Sono stati mesi molto lunghi, che mi hanno insegnato tanto dal punto di vista emotivo e non solo. Ho dovuto resettare completamente la mia vita, e ti lascio immaginare come potevo sentirmi, ma non mi sono mai perso d’animo. Ho sempre cercato con tutte le mie forze, e con quelle di chi mi ha aiutato, di guardare avanti. E poi la svolta, quando mi hanno proposto di provare a entrare nel mondo dell’atletica.

Il percorso da atleta di Maxcel Amo Manu

E con l’atletica com’è andata?

All’inizio non ero molto convinto, poi pian piano tutto è cambiato Quello che facevo mi stava piacendo anche molto e mi sono detto: “Perché non provarci?”. Se ci penso adesso, anche a distanza di tanto tempo, mi sembra ieri, ma stiamo parlando oramai di 7 anni fa, roba vecchia, roba passata. Adesso siamo qui, ho fatto tante esperienze bellissime grazie all’atletica leggera e sono felice di ciò che ho ottenuto in campo sia professionale sia personale.

Che significato hanno avuto in questo percorso le persone a te più vicine?

Accanto a me ho una donna splendida e due figli incredibili. Loro sono la mia vita! Oggi l’atletica è parte fondamentale delle mie giornate e di ciò a cui ambisco per il futuro, ed è quello di cui ho bisogno per sentirmi un uomo felice e realizzato.

Hai una grande forza interiore che ti spinge ogni giorno fuori di casa e, a distanza di pochi anni da quando hai iniziato, tu sei a oggi il detentore del record europeo di 100 e 200 metri categoria T64 e campione del mondo in carica su entrambe le distanze. Come hai fatto?

Per ottenere questi risultati ho lavorato molto duro, ma mi piace tutto quello che ho fatto sino a qui. Per me è stato fondamentale avere accanto persone che mi hanno supportato e che mi hanno dato una grossa mano nei momenti più difficili, e soprattutto crederci sempre. Io sono credente, quindi non mi sono mai buttato giù grazie anche alla famiglia e agli amici che mi sono sempre stati accanto.

Quali sono le difficoltà più grosse che hai dovuto affrontare?

All’inizio è stata davvero dura. Poi ho mentalmente iniziato a prendere coscienza di quello che mi era capitato e a guardare avanti cercando proprio di partire da zero. Continuo a dirlo, ma non smetterò mai di farlo: se non avessi avuto accanto persone speciali come la mia famiglia e gli amici più cari, non so se ce l’avrei fatta contando solo sulle mie forze!

Quanto ha significato avere accanto una famiglia come la tua?

Avere accanto persone come quelle che ho trovato io è stato fondamentale, mi sono sempre state vicino e devo ringraziarle perché, senza di loro, non so come avrei fatto. Oggi mi supportano in continuazione. Adesso mi alleno 6 volte alla settimana, sovente anche la domenica, ho una moglie splendida che non molla mai e due figli che stanno crescendo accanto a noi due e di cui sono orgoglioso.

L’atletica leggera come lavoro

Oggi l’atletica leggera è diventata il tuo primo lavoro. Ci descrivi una tua giornata tipo?

Sono componente delle Fiamme Azzurre, il gruppo sportivo delle guardie carcerarie. Sì, guarda, quasi non me l’aspettavo, però adesso posso dire di essere riuscito a mettere un altro tassello e ad avere un lavoro vero a tutti gli effetti, che mi dà l’opportunità di continuare ad allenarmi e a credere nel mio sogno che, dopo tanti sacrifici, posso dire che si avvera giorno dopo giorno.

Che rapporto hai con Marco Simoni, il tuo coach? Lui dice che sei un vulcano e che è difficile tenerti fermo…

Una persona splendida, sicuramente molto più di un semplice coach. Indubbiamente si tratta di un uomo molto speciale, a cui devo tanto. Ha ragione Marco, sono uno che ha veramente bisogno di muoversi sempre. È nel mio carattere e Marco l’ha capito perfettamente, riuscendo a incanalare questa grande energia allenandomi e facendomi arrivare dove sono oggi.

Road to Paris… Maxcel Amo Manu andrà alle Olimpiadi di Parigi, un altro sogno che si avvera.

La certezza della qualificazione è arrivata alla fine dell’anno scorso, un motivo in più, una spinta ancora più grande per tenere duro e allenarmi con serietà. Poter indossare la maglia dell’Italia è per me un grande orgoglio. Ricordo ancora la prima volta, fu una grande emozione; si tratta di una maglia che ha un grande significato e mi regala sensazioni molto forti, le stesse che rivivo ogni volta che la indosso e corro.

PUMA è il tuo sponsor attuale, ce ne parli?

PUMA è molto più di un semplice sponsor e mi fa sentire parte di una grande famiglia, supportando tutto ciò che faccio. In gara la scarpa chiodata mi permette di andare veramente forte. Mentre in allenamento ho scelto la Puma Velocity Nitro 3 con cui mi trovo davvero bene. Estremamente confortevole, mi dà sempre il giusto feeling. La posso tranquillamente definire la mia seconda scarpa come scelta dopo la chiodata che uso in gara.

Trascorrere del tempo insieme a te è stato per me molto significativo. Spero di tutto cuore che ai nostri lettori possa arrivare la stessa grinta che tu sei riuscito a trasmettermi oggi. Grazie Maxcel Amo Manu! Lo sport ti ha aiutato a superare momenti difficilissimi e a trovare nuovi stimoli, che consiglio ti senti di dare a chi si trova ad affrontare una situazione analoga alla tua?

Se avete un sogno, un obiettivo, dovete crederci sempre, perché la vita, nel bene e nel male, ti può riservare delle grandi sorprese. Bisogna sognare, e per farlo bene bisogna sognare in grande. Io ne sono un esempio. All’inizio ero piuttosto titubante. Non sapevo se stavo facendo la cosa giusta, poi tutto è cambiato, ho iniziato a vedere l’atletica come qualcosa di più grande di me, a cui aspirare, e non mi sono più fermato. Sognare in grande e non arrendersi mai!

Daniele Milano nasce una buona cinquantina di anni fa in Valle d’Aosta. Cresciuto con la montagna dentro, ha sempre vissuto la propria regione da sportivo. Lo sci alpino è stato lo sport giovanile a cui ha affiancato da adolescente l’atletica leggera. Nei primi anni 90 la passione per lo snowboard lo ha letteralmente travolto, sia come praticante che come giornalista. Coordinatore editoriale della rivista Snowboarder magazine e collaboratore per diverse testate sportive di settore ha poi seguito la direzione editoriale della testata Onboard magazine, affiancando sin dal lontano 2003 la gestione dell’Indianprk snowpark di Breuil- Cervinia. Oggi Daniele è maestro di snowboard e di telemark e dal 2015 segue 4running magazine, di cui è l’attuale direttore editoriale e responsabile per il canale web running. Corre da sempre, prima sul campo di atletica leggera vicino casa e poi tra prati e boschi della Valle d’Aosta. Dal 2005 vive un po’ a Milano con la propria famiglia, mentre in inverno si divide tra la piccola metropoli lombarda e Cervinia. “La corsa è il mio benessere interiore per stare meglio con gli altri”