Matteo Della Bordella e Giacomo Mauri, membri dei Ragni di Lecco, hanno appena intrapreso la loro spedizione in Patagonia, con l’obiettivo di affrontare le sfide alpinistiche della zona del Cerro Torre, senza rinunciare, per il momento, all’idea di raggiungere la vetta della montagna più iconica della Patagonia, nell’anno del cinquantesimo anniversario dalla prima salita. “Mi piacerebbe provare ancora una volta a raggiungere la vetta del Cerro Torre, per qualche via affascinante” spiega Della Bordella, che già ha scalato la montagna 3 volte: per la via dei Ragni (con Nicola Lanzetta, nel 2019), per la via del Compressore (con Silvan Schüpbach, nel 2016) e per la nuova via Brothers in Arms aperta insieme a Matteo De Zaiacomo e David Bacci tra il 25 e il 27 gennaio 2022, al terzo anno di tentativi.
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Una partenza differente
Questa partenza, inizialmente programmata per un periodo diverso, è stata rimandata per due ragioni significative: la recente paternità di Della Bordella e la volontà di affrontare la crisi climatica adattando i tempi dell’ascensione.
“Quest’anno ho deciso di rimandare la mia ormai consueta partenza per diverse ragioni” spiega Matteo Della Bordella. “Lo scorso 21 dicembre sono diventato papà per la seconda volta, di una bellissima bambina. Volevo e dovevo esserci. La seconda ragione è invece di carattere strategico: partire più avanti nella stagione può forse essere un vantaggio per ovviare al problema delle alte temperature che negli ultimi anni sono stati il problema principale in Patagonia”.
Della Bordella ha deciso di ritardare la partenza per sperimentare un periodo alternativo e per affrontare le sfide climatiche che hanno influenzato le ascensioni in Patagonia negli ultimi anni. Questa decisione riflette la consapevolezza crescente nel mondo dell’alpinismo dell’importanza di adattarsi ai cambiamenti climatici e di sperimentare nuove strategie.
Le condizioni climatiche influenzano l’alpinismo
La scelta di partire a fine febbraio, verso la fine della stagione estiva, è stata dettata dalla necessità di trovare condizioni climatiche più favorevoli, nonostante possa comportare alcuni rischi legati alle finestre meteorologiche. Tuttavia, ritardando la partenza, si spera di evitare le alte temperature che hanno causato problemi in passato.
“Già sulle Alpi si è capito che bisogna cambiare i tempi e le stagioni di alcune salite. Ancora non ci siamo abituati a fare questo ragionamento quando si parla di spedizioni extraeuropee, ma penso che dovremmo iniziare a sperimentare” prosegue Della Bordella. “Questo per me è un tentativo, un esperimento legato a molti fattori. Vedremo”. “Arriveremo proprio al termine di una bella finestra. Dovremo prestare molta attenzione alla meteo, cercando di sfruttare ogni buon momento per fare quantomeno un tentativo”.
Da “Apriti Cielo” alla Patagonia
Giacomo Mauri, compagno di scalata di Della Bordella, si è dimostrato giovane ma esperto, con esperienze significative come la ripetizione di percorsi impegnativi come Eternal Flame sulla Nameless Tower alla Torre di Trango, in Pakistan. La loro collaborazione in questa spedizione segna la prima volta che affrontano insieme una sfida del genere, nonostante abbiano trascorso molto tempo ad allenarsi e scalare pareti durante l’inverno.
“Pochi giorni fa, come ultimo test prima della partenza, siamo riusciti a ripetere in giornata ‘Apriti Cielo’, una via di 36 tiri e 1100 metri di sviluppo alla parete di Osogna”. La via, che presenta una difficoltà massima di 7b+, è la più lunga del Canton Ticino. “L’idea era di salirla in giornata per provare a scalare senza fare troppe pause. Alla fine, arrampicando in conserva siamo riusciti a dividere la via in 7 tiri e arrivare in cima 8 ore e 15 minuti dopo aver attaccato”.
Questa spedizione rappresenta non solo un’opportunità per perseguire nuovi traguardi alpinistici, ma anche un esperimento nel tentativo di adattarsi e fronteggiare la crisi climatica che sta influenzando le montagne di tutto il mondo. Con molte incognite e sfide da affrontare, Della Bordella e Mauri si preparano a sfruttare ogni momento favorevole per compiere il loro tentativo di conquista delle vette patagoniche.