LOWA Madrix ATR, un nuovo test di Paolo Dellavesa, che ci fa entrare di diritto nella storia autentica di LOWA. Il brand tedesco da più di cento anni, in un paesino a nord di Monaco di Baviera, produce calzature da montagna. L’interesse crescente verso la corsa in natura ha travolto anche Lowa che presenta in anteprima il modello di calzatura da trail running MADRIX ATR, sua punta di diamante, che promette velocità e ammortizzazione. Andiamo a scoprirla!
Test e foto di Paolo Dellavesa



Categoria – Trail running
Peso – 300 g circa (8,5 US)
Drop – 6 mm
Design & finiture
La LOWA MADRIX ATR si presenta con un design moderno, robusto ma filante. La tomaia è realizzata con materiali apparentemente molto resistenti e le finiture sono curate nei minimi dettagli, con cuciture rinforzate e film termoplastico diffuso con attenzione. L’impressione è quella di avere tra le mani una scarpa solida e affidabile, di chiara ispirazione al DNA del brand bavarese: produrre calzature da montagna affidabili. Nonostante la costruzione solida, l’ago della bilancia non supera la quota fatidica dei 300 grammi, risultando di poco sotto nella misura 8,5 US.

Chiusura & alloggiamento
Il sistema di chiusura della LOWA MADRIX ATR è costituito da lacci piatti che scorrono in un sistema a tre occhielli e due fettucce. Il tensionamento è efficiente e in grado di applicare la giusta regolazione lungo il collo del piede. L’alloggiamento del piede è mediamente fasciante, soprattutto nella parte mediale, per lasciare un po’ più di agio alle dita. Anche la numerazione espressa in centimetri corrisponde a quella della maggioranza delle aziende. La linguetta leggermente imbottita è molto sagomata, in particolare nella sua zona terminale dove segue perfettamente l’anatomia della caviglia. Non è particolarmente morbida, ma la sua struttura la rende decisamente comoda ed evita che si creino punti di pressione. Molto interessante la progettazione dell’elastico ferma-lacci, uguale a quelli più tradizionali ma ruotato di 45°. Questo impedisce che si sovrapponga alla chiusura, un’idea tanto semplice quanto efficace.

Comfort
Appena calzata, si percepisce una buona ergonomia generale. Non è una scarpa particolarmente morbida, ma la soletta e la costruzione generale offrono fin da subito un buon feeling. La tomaia è sottile ma poco elastica, sono necessari alcuni km di corsa per “ammorbidirla”, una sensazione che si percepisce di più quando si cammina, mentre in corsa non appare scomoda.

Traspirabilità
Il lato positivo di una tomaia di questo genere è senz’altro la sua rapidità nell’asciugarsi. Questo materiale leggero e resistente favorisce l’evaporazione del sudore, mantenendo il piede asciutto e prevenendo il ristagno idrico in caso di terreno bagnato. Anche durante le giornate più calde, la scarpa offre un comfort termico eccellente proprio grazie all’assenza di una imbottitura massiccia.

Grip
Per la presa a terra Lowa ha deciso di andare a “colpo sicuro” collaborando con Vibram. La versione equipaggiata è una Megagrip, senza interruzioni tranne che per la parte posteriore dove troviamo un punto senza tacchetti per migliorare flessibilità e sensibilità sul tallone. I tasselli sono numerosi e multidirezionali, offrono il loro massimo su terreni duri, anche rocciosi e molto sconnessi. Ottimi la trazione in spinta e il grip nelle curve anche più tecniche, insomma, la proverbiale affidabilità Vibram. Occorre un pizzico di attenzione in più sui tratti di terreno molle e fangoso, ma non si può avere tutto.

Stabilità
L’impronta a terra è ridotta e questo garantisce una buona sensibilità. A patto di avere un’altrettanto buona tecnica di corsa e precisione negli appoggi. La scarpa è dotata di un sistema di supporto laterale che mantiene il piede ben saldo. La struttura della scarpa è robusta e anche lungo i traversi il piede rimane fermo. Per contro, la costruzione rigida, soprattutto alla torsione, fa apprezzare queste caratteristiche a un runner evoluto dotato di buona muscolatura e propriocezione.

Protezione
La protezione del piede è garantita dalla presenza di rinforzi diffusi. La zona anteriore è messa in sicurezza da un puntale rigido, ben isolato da uno spesso strato di TPU. Lateralmente il film termoplastico diventa più sottile e funge sia da protezione sia da telaio. A completamento, il contrafforte tallonare ha anch’esso grande struttura e robustezza. La tomaia antistrappo assicura protezione contro gli impatti di striscio più che dalle contusioni, proprio per la natura del tessuto del materiale di rivestimento. La piastra offre al contempo caratteristiche di propulsione e protezione, mettendo al sicuro la pianta del piede da sporgenze e detriti appuntiti.

Capacità di ammortizzare
La LOWA MADRIX ATR è equipaggiata con un’intersuola in EVA a doppia densità che, seppur alta da terra, non è particolarmente morbida. Nonostante ciò, protegge e assorbe bene gli impatti soprattutto a carico del tallone, dove appare effettivamente più soffice. Ha una spiccata risposta reattiva che permette di trasformare con efficacia la spinta. La scarpa offre un’ottima risposta elastica, favorendo un movimento fluido e naturale. Merito della sinergia tra intersuola, rocker accentuato e drop di 6 mm.
Consigliata per…
Dopo alcune ore di corse sulle montagne piemontesi, mi sento di suggerire la LOWA MADRIX ATR ai trail runner che cercano una scarpa performante e protettiva per svolgere allenamenti brillanti o gare. I terreni duri e dissestati sono il suo luogo d’elezione. Capace di farsi apprezzare da chi ricerca una risposta reattiva e non troppo morbida sotto ai piedi. Non essendo particolarmente confortevole, ritengo che il suo range di utilizzo sia efficace fino a distanze medie, indicativamente 4-6 ore di corsa. Una scarpa un po’ “old school”, senza fronzoli ma molto ben fatta, di chiara ispirazione alpina, robusta ma non per questo lenta.