Starboard da diversi anni è coinvolta nel preservare il nostro pianeta e nel promuovere attivamente la conservazione di ciò che ci rimane, grazie anche all’abolizione di tutte le resine derivate dal petrolio e dalle materie plastiche utilizzate per produrre le nostre tavole in sandwich e anche per produrre tutte le pagaie da Sup.
Non è solo marketing: lo spirito maturo e pulsante di Svein Rasmussen ha sempre avuto a cuore un rapporto attento e il più possibile equilibrato con la natura splendida che ci circonda.
Starboard ha avviato già 5 anni fa il Thor Heyerdahl Climate Park, assicurando protezione a 1.800 acri di territorio vergine ma in pericolo nel Myanmar (ex Birmania/Burma), piantando da anni 1 albero di mangrovia per ogni tavola prodotta, sia da sup che da windsurf.
Il Pro Windsurfer Florian Jung (33 anni), dalla Germania, sta testando una delle primissime tavole ecologiche, realizzate con materiali completamente riciclati e biodegradabili, tra cui il legno di Balsa.
La Balsa è infatti l’arbusto che cresce più velocemente al mondo, offrendo anche notevoli vantaggi meccanici rispetto agli originali stringers in legno. Realizzate in Tailandia, dalla produttrice di tavole Starboard, con l’idea di diminuire l’impatto ambientale ed il carbon footprint, utilizzando materiali riciclati ed il meno impattanti possibile e piantando inoltre alberi di mangrovie che assorbiranno fino ad 1 tonnellata di CO2 nel corso dei prossimi vent’anni.
http://www.star-board-windsurfing.com/2017/home/svein_intro/
http://www.star-board.blue/
http://www.star-board.blue/mangroves/
http://www.star-board.blue/mangroves/the-project/
http://www.star-board.blue/mangroves/climat-balance/
http://www.star-board.blue/index.php/why-blue/
Altre iniziative sviluppate insieme ad altri partner.
http://www.parley.tv/#fortheoceans
http://sustainablesurf.org/
http://www.watertrek.org/home/
http://www.wif.care/heyerdahl-climate-parks/
Un po’ di numeri e documentazione:
http://www.star-board.blue/mangroves/documentation/
Ti ricordiamo inoltre che il 13-14-15 luglio si terrà a Noli in Liguria il Green Surf Festival sponsorizzato da Starboard.
La grande sfida è riuscire a creare tavole nel massimo rispetto dell’ambiente ma in grado di performare quanto, se non meglio, delle tavole tradizionali. Penso sia giunto il momento di prendere consapevolezza e di far qualcosa riguardo la salute del nostro pianeta e dei nostri oceani. Per noi windsurfisti, in particolare, l’Oceano è da sempre stato il nostro insegnante, imponendoci di adattarci ogni giorno alle condizioni che ci troviamo davanti. Finchè trattiamo tutto ciò che ci circonda con rispetto, riusciremo a vederne la bellezza da vicino – qualora invece dovessimo trascurarlo, la natura (giustamente) ci farà capire ancora una volta quanto siamo veramente insignificanti.
Progetto Eco Board:
- Starboard aggiungerà una nuova tavola wave al suo range, la A.I.R., acronimo di “Avoid, Intercept, Redesign”. Questo motto deriva dalla Parley, uno dei maggiori eco-partner di Starboard in questo progetto, che mira in particolare a ridurre la plastica monouso con l’intento di salvare gli oceani.
- La A.I.R è la costruzione più eco-friendly di Starboard, avendo infatti sostituito il sandwich in PVC con balsa a grani fini. Oltre poi ad utilizzare pads riciclati, resina biologica e tasselli ed inserti in plastica riciclata.
- L’utilizzo della BIO epoxy da parte di Starboard riduce già drasticamente l’impatto sull’ambiente, ma non diminuisce però la produzione di CO2 prodotta durante la lavorazione dei materiali primari. È quindi necessario aumentarne la composizione biologica per ridurre anche l’impatto generale del carbon footprint.
- Legno di Balsa dall’Ecuador: il materiale utilizzato per la realizzazione del sandwich è appunto la balsa a grani fini, che rimpiazza il PVC convenzionale per garantire la massima resistenza e rigidità, ad un decimo delle emissioni di CO2 rispetto al tradizionale PVC. Il legno di balsa è l’arbusto che cresce più velocemente al mondo, offrendo peraltro migliori proprietà meccaniche rispetto al PVC! A parità di densità infatti la balsa è: 3x più resistente alle rotture, 3x più resistente alle deformazioni da trazione, 20x più flessibile, 2.75x più resistente all’urto e compressione e 12x più elastico in compressione. Tutto ciò si traduce in maggiore rigidità e resistenza agli impatti, con una notevole resistenza agli sforzi e deformazioni anche prolungati.
- Gli inserti stampati e le pinne utilizzano ora materiali biologici e rinnovabili, ricavati dalle piante di “Castor Bean”.
- Il core interno è realizzato con EPS riciclato (Expanded Poly Styrene) recuperato dagli Oceani. Attualmente viene ancora inserito del polistirolo vergine, ma con una percentuale sempre maggiore di EPS riciclato. In futuro, queste tavole, avranno un core interamente in bio foam (composto da un mix tra polimeri compostabili con una PLA ricavata dal mais).
Obiettivi di Starboard Eco:
- L’obiettivo principale di Starboard è di riuscire a neutralizzare completamente le emissioni entro il 2018.
- Per ogni tavola venduta, infatti, verrà piantata una mangrovia, che assorbirà fino ad 1 tonnellata di CO2 nel giro di un ventennio, grazie alla collaborazione con Thor Heyerdahl del Climate Park di Myanmar. Queste foreste di mangrovie, peraltro, fungono da frangiflutti naturali, riparando i villaggi vicini in caso di condizioni meteomarine avverse.
- Le tavole Starboard hanno il marchio Ecoboard Project di Sustainable Surf, che certifica che tutte le tavole siano state realizzate con processi a bassa emissione di CO2, utilizzando materiali riciclati ed ecosostenibili, riducendo così la produzione di scarti ed abbassando la tossicità ed impatto del processo in generale.
- Il team di sviluppo è sempre alla ricerca di nuove tecnologie e materiali eco-friendly per la realizzazione delle tavole: materiali bioplastici riciclati, sandwich in legno di balsa, fibre naturali come flax, pani in polistirolo riciclato, resine il più biologiche possibili, serigrafie a base d’inchiostro di soia e vernici meno tossiche.
- Starboard sta anche cercando d’installare pannelli solari in modo da ridurre l’utilizzo di corrente elettrica, la cui produzione ammonta a circa il 40% dell’emissione totale di una tavola.
- La produzione di una tavola da windsurf comporta un’emissione media di carbonio di 100 kg di CO2. La creazione di una Futura 117 Reflex Carbon 2018, emetterà circa 90 kg di CO2, dalla lavorazione delle materie prime, fino alla produzione ed imballaggi, considerando anche il consumo elettrico, il trasposto e lo smaltimento. La stessa identica tavola nella nostra nuova tecnologia L.C.F nè emetterà 86 kg/CO2.
Partner di Starboard Eco:
Parley è lo spazio in cui creatori, pensatori e leader si confrontano e riuniscono per promuovere consapevolezza riguardo la bellezza e fragilità dei nostri Oceani, collaborando così a progetti mirati a fermarne la distruzione.
Mangroves for life. Per ogni tavola venduta, infatti, verrà piantata una mangrovia nel Climate Park di Myanmar di Thor Heyerdahl, che assorbirà fino ad 1 tonnellata di CO2 in 20 anni.
Sustainable Surf è il catalizzatore in grado di trasformare il movimento della cultura surfistica in una potenza in grado di concretizzare il cambiamento atto a proteggere il nostro parcogiochi acquatico.
Fatti sull’ambiente:
– Più del 50% dell’aria che respiriamo è generata dalle alghe nell’Oceano.
– 6,4 Milioni di tonnellate di spazzatura finiscono negli oceani ogni anno. Il 75% è a base plastica.
– 80% della spazzatura che finisce negli oceani è viene dai fiumi, quindi da terra.
– solamente il 15% dei rifiuti oceanici sono visibili dalla superficie
Fonte: National Geographic.
IL POTERE DELLE SCELTE
Sono convinto che noi windsurfisti abbiamo tutti qualcosa in comune, che si tratti di bordeggiare con calma in acqua piatta o di surfare con onde oceaniche di 2 alberi. Alla fine, infatti, dipendiamo tutti completamente da madre natura, che ci garantisce la nostra spinta e potenza, grazie al vento. Questo singolo elemento, per molti un semplice fastidio, controlla le nostre giornate e determina se riusciamo o meno a seguire le nostre passioni. Più di una volta sarà capitato di essere in spiaggia, senza un alito di vento, rimpiangendo magari di non aver semplicemente fissato un appuntamento al campo da tennis dalle 3 alle 4. Immagina se solo potessi chiamare un tuo amico e dirgli: “Hey, quando ci becchiamo per una bella session con onda formata e vento da 4.2? Domenica sei libero, o preferisci martedì alle 13?!”. D’altra parte, però, questa imprevedibilità è anche ciò che rende il nostro sport così unico ed eccitante. Ogni session è un regalo inaspettato dalla natura ed ogni giornata in acqua è sempre differente. È infatti la sfida infinita di riuscire ad adattarsi agli elementi, sfruttandoli al meglio per riuscire a controllare la potenza cruda della natura a riempirci il corpo di adrenalina.
Essendo ormai un giramondo da parecchi anni, ho visto in prima persona i problemi causati dai cambiamenti climatici, inquinamento degli oceani ed altri problemi collegati. Ho surfato davanti ai ghiacciai in discioglimento in Alaska ed ho attraversato l’Atlantico su una barca per osservare l’inquinamento di plastica più da vicino.
Sono consapevole questa tematica sia già ampiamente discussa dai media e che pian piano inizino ad esserci delle iniziative per aumentarne la consapevolezza a riguardo. Sembra. però, che alla fine si parli tanto ma non cambi mai niente nel nostro atteggiamento…
È un po’ come andare a tutta velocità in autostrada sapendo di non aver i freni e che, prima o poi, ci sia un muro di cemento ad attenderci.
Abbiamo forse perso il rispetto per l’ambiente che ci circonda, l’aria che respiriamo, da non riuscire più a vedere la bellezza e specialmente la potenza della natura?
A mio avviso, più che consapevolezza, dovremmo avere coscienza. Dobbiamo infatti assumere la responsabilità delle nostre azioni. Chiunque è in grado di prendere decisioni che possono impattare positivamente o negativamente l’ambiente e, insieme, possiamo veramente fare la differenza. È giunto il momento che dall’essere la sola causa del problema, diventiamo anche la soluzione.
Sinceramente, noi windsurfisti viaggiamo moltissimo per il mondo alla ricerca delle condizioni, quindi è anche colpa nostra, vedendo l’enorme Carbon footprint del traffico aereo… Io prima di tutti… Cerco però di ridurre i miei consumi e le mie emissioni giornaliere, in modo da minimizzarlo in maniera continuativa. Evito la plastica a tutti i costi, quando possibile, cercando poi di diffondere sempre più consapevolezza e responsabilità per la salvaguardia degli oceani.
Avventure alternative
Ad inizio anno, ho iniziato a collaborare con Starboard per la realizzazione delle prime ed uniche tavole da windsurf ecologiche.
È un approccio veramente innovativo e stimolante, dato che cerchiamo di rimpiazzare tutti i materiali tossici con materiali naturali, partendo dal sandwich in PVC ora in legno di Balsa.
La Balsa è infatti l’arbusto che cresce più velocemente al mondo, offrendo anche notevoli vantaggi meccanici rispetto al PVC, a parità di densità. La rigidità e resistenza migliorano notevolmente, assieme alla resistenza agli urti e longevità generale. Abbiamo anche introdotto l’utilizzo di resina biologica, con inserti in plastica riciclata ed altri materiali a base biologica. Starboard inoltre pianterà un albero di mangrovia per ogni tavola venduta, ognuno dei quali assorbirà fino ad 1 tonnellata di CO2 nel corso dei prossimi vent’anni.
È veramente stimolante e difficile lavorare su prodotti sostenibili, facendo spesso due passi in avanti ed uno (o tre) indietro… Il riuscire però a replicare se non addirittura migliorare delle caratteristiche tecniche e fisiche con materiali molto meno tossici e problematici è molto appagante. In questo modo, il prodotto risultante non è solamente performante e di qualità, ma anche molto più eco-friendly e riciclabile (addirittura alcune parti sono biodegradabili…).
I primi test in acqua sono stati a dir poco sorprendenti! La tavola, infatti, flette e reagisce in maniera molto diversa dal solito e garantisce un controllo eccezionale in surfata. Resta infatti più immersa in acqua, permettendo d’impostare curve molto più fluide e potenti, avendo un peso finale poco inferiore a quello di una tradizionale tavola tossica.
Al giorno d’oggi, la produzione di una tavola da windsurf comporta infatti un’emissione media di 100 kg di CO2, dalla lavorazione delle materie prime, fino alla produzione ed imballaggi, considerando anche il consumo elettrico, il trasposto e lo smaltimento. La stessa identica tavola nella nostra nuova tecnologia L.C.F (low carbon footprint) nè emetterà 86 kg/CO2 durante l’intero ciclo di vita, con un grande margine di miglioramento ulteriore specialmente nello smaltimento.
L’obiettivo finale è la riduzione quasi totale delle emissioni d’anidride carbonica durante la produzione di qualsiasi tavola, mettendo sul mercato un prodotto quasi allo stesso prezzo. È un percorso lungo e faticoso e, anche in termini di affari non è ideale visto che i costi di realizzazione sono maggiori. È però l’approccio giusto e responsabile, avendo la tecnologia e la necessità di agire al più presto. Qualora tutti i brand di tavole da windsurf iniziassero a sviluppare prodotti eco-friendly, il costo si abbasserà. Così facendo, sia Madre Natura che i nostri portafogli che l’ambiente circostante potranno finalmente godere dei benefici.
Citando uno dei biologi marini più rinomati al mondo, Dr. Syvila Earl: “Hai il potere di far delle scelte, ma se scegli di non usarlo, ci rinunci e non aiuti nessuno.” Non dev’esser necessariamente una tavola riciclata, basta iniziare a muovere i primi passi nella giusta direzione, verso la salvaguardia del pianeta… l’unico che abbiamo e che ha anche vento ed onde! 😉