Il Giro d’Italia è entrato nel vivo, la corsa è esplosa in tutto il suo spettacolo, di colori, di natura, di paesaggi e di agonismo. Il duello Roglic vs Nibali tiene banco. Gli outsider sono tanti e agguerriti, manca Dumoulin. Dominano alcuni team, Movistar, Astana ma anche Trek-Segafredo e Bahrain-Merida. Ci sono dei giovani che fanno ben sperare per il futuro: Ciccone, Sivakov, l’ex maglia rosa Conti ma anche lo sfortunato Moschetti, su tutti, molti altri ci sono e hanno lavorato per i capitani ritagliandosi poco spazio. Le bici con i freni a disco iniziano a vincere anche nei tapponi di montagna con arrivo in salita. Ecco alcune considerazioni.

La tappa di Venerdì scorso, quella con l’arrivo in salita a Cersole Reale, ha visto trionfare Zakarin su Canyon Ultimate CF SLX Disc. Anche questa è storia.

Bauke Mollema, forse in una delle stagioni migliori della sua carriera, protagonista nella tappa partita da Pinerolo, protagonista della fuga e 5° al traguardo. Che piaccia oppure no, una situazione estrema come è stata della tappa numero 13 ha reso protagoniste le bici disco: tanta salita dura, discese non troppo complicate e meteo favorevole con strada asciutta. 4 bici con i freni a disco nelle prime 10: Canyon, Trek e Specialized. Dobbiamo anche considerare che, il peso non è un più un limite, abbiamo delle bici disco che sono perfettamente in linea con il limite consentito di 6,8 kg imposto dall’UCI. La scelta della bicicletta non è più solo una questione del corridore ma vede protagonisti anche il marchio di bici (Trek ad esempio fornisce solo le bici disco), i fornitori dei componenti e le scelte del team. Tra un paio di stagioni saremo qui a commentare i corridori che utilizzeranno le bici con i freni “normali”; se ce ne saranno ancora! E Quando capita di bucare una gomma? Oggi i corridori cambiano bici, anche quando hanno il sedere su un mezzo tradizionale, figuriamoci con un mezzo disco, evoluzione anche nell’assistenza in corsa.

Menzione particolare e piacevole per Cesare Benedetti della Bora, che a 32 anni vince la sua prima gara da pro dopo una vita al servizio degli altri. Successo a Pinerolo, dopo una frazione condotta ad un ritmo folle, tappa dura con dislivello, il traguardo non era in salita. Anche in questo caso ha vinto una bici con i dischi. A questo Giro d’Italia, anche le Specialized della Bora-Hansgrohe sono tutte con i dischi.

Le neve incontrata in Piemonete e in Valle d’Aosta è solo l’antipasto di quello che i corridori incontreranno nei prossimi giorni. Pensate per un attimo a quanto lavoro e quante risorse sono state impiegate per rendere agibili le strade, per la loro messa in sicurezza, di cui poi beneficeranno anche, automobilisti, motociclisti, ciclisti, camminatori e turisti in genere. Il ciclismo è anche questo, raccontatelo! Passa il Giro e si asfaltano le strade ma si mettono in sicurezza anche le vie della montagna.

Pavel Sivakov, già protagonista al Tour of the Alps, 21 anni, forte e anche capace di leggere la gara. Ci piace. Sarà protagonista nelle prossime stagioni, speriamo di si, augurandoci che venga gestito anche nel modo ottimale dalla squadrone britannico, perché così giovane deve ancora crescere. Comunque vada a finire il suo Giro, lui è una delle note positive di questo #giro102 2019. Il Team Ineos ha schierato una squadra giovane, bene. Il fatto che non abbia avuto una tattica precisa, un’impostazione “stile Tour”, ci è piaciuto assai!

Roglic e Nibali nel corso del fine settimana se le sono data di santa ragione, spettacolo di forza e tattica. Roglic ha dato dimostrazione di forza e freddezza, di calma nel gestire le situazioni. Nibali ha accesso la miccia e al di fuori si è cavalcata la “polemica”. In pochi hanno considerato che lo sloveno ha vinto due tappe al TDF andando in fuga: quindi, è capace di scattare. Il siciliano è un punto di riferimento per tutti i corridori, con dei compagni forti al suo servizio ma essere un “faro” è anche un peso non da poco. Probabilmente nessuno ha idea delle pressioni a cui è soggetto, costantemente, Nibali, a lui viene chiesto quotidianamente di tenere alto il nome del ciclismo italiano! Mica poco……….

Premio sfiga a Miguel Angel Lopez (Astana), tra forature e problemi alla bici ha lasciato parecchio sulla strada.

Altro premio sfiga va a Roglic per la tappa di ieri con arrivo a Como. Rompe il deragliatore della bici nel momento peggiore. Non cambia (o non riesce a cambiare) la bici primi di attaccare l’ultima ascesa, viene attaccato e tutto sommato si difende pure bene (sulla bici di un compagno), cade in discesa nel tentativo di recuperare terreno. Si rialza senza grosse conseguenze e rimane comunque lucido, non rischia e perde 40 secondi da Nibali e Carapaz, suoi primi sfidanti per la generale.

Con un Yates rinato nelle ultime due giornate e capace di scattare in salita, le carte si rimescolano. Ieri in particolare, il britannico è stato quello che in più di un’occasione ha mosso la corsa, oltre la tattica. Occhio a Carapaz; sarà stato veramente un errore concedergli così tanto margine? I prossimi giorni stileranno il verdetto definitivo.

E intanto oggi è stato fatto il secondo e ultimo giorno di riposo. Giornata terribile a livello di meteo nei dintorni di Bergamo e Milano, dove tutte le squadre erano alloggiate. Rulli per far girare la gamba, 45 minuti, 1 ora al massimo, giornata di relax e visita parenti.
foto di CorVos, Sara Carena
a cura della redazione tecnica.