Non c’é pace per il ciclismo amatoriale praticato, per le gare di ciclismo e per l’agonismo. Le ultime granfondo in calendario, quella di Diamo Marina e quella di Pietra Ligure, con organizzazione Loabikers, sono state annullate. La causa non è l’ultimo DPCM, ma la mancanza di permessi locali. Sarà ufficializzata tra poco, la variazione della tappa al Giro d’Italia, quella del Colle dell’Agnello, perché la Repubblica Francese ha ritirato i permessi di passaggio della corsa rosa. Guardiamo avanti.

Per fortuna c’é il ciclocross
Se la stagione agonistica delle gare su strada volge definitivamente al termine, solo qualche gara su strada trova conferma (ad oggi), dal punto di vista agonistico, gli eventi amatoriali cx sono tanti e calendarizzati (ad oggi e speriamo che restino confermati). Un’ulteriore crescita per la categoria del ciclocross? Lo speriamo davvero.

Una stagione strana a prescindere
Quell’agonismo amatoriale che di solito freme e scorre a fiumi, le gare, quest’anno sembrano non avere trovato sfogo. Al contrario ci stiamo imbattendo in una stagione ciclistica che sembra non avere fine, interminabile, pazzesca e tutto sommato divertente. Siamo partiti con “cisterne” di sudore gettato sui tappetini dei rulli, durante il lock down. Ore ed ore a mulinare, gigabite consumati su app e terminali per i social cycling. Distanze fatte e km percorsi degni di un giro d’Italia, appena le restrizioni hanno trovato un termine, a Maggio. Gente e ciclisti che tornavano a casa, abitualmente, al primo cavalcavia, si sono cimentati in cavalcate dall’alba al tramonto. Di seguito uno dei nostri approfondimenti sul ciclismo amatoriale, nell’immediato periodo post lock down di primavera.
Oltre il limite conosciuto e la propria dimensione
Il ciclista amatore più duro e crudo, quello più incallito, quello da qualche GF saltuaria, da una manciata di MF e da 50 gare a circuito annuali, ha scoperto che vivere e sopravvivere anche lontano dalle gare. Tutto è possibile e ancora una volta scopriamo che il ciclismo non ha colonne d’Ercole.
Chissà se impareremo qualcosa da tutto questo e faremo nostra questa esperienza, o quelle esperienze che abbiamo vissuto in questo anno (comunque, speriamo di lasciarcelo alle spalle). Di certo ci sarà una buona fetta di amatori che ha sfondato la barriera dei 25/30000 km.

Guardare avanti
E’ necessario, fondamentale e lo è per il bene del ciclismo. Le gare e le competizioni amatoriali non sono il fulcro della nostra esistenza, per fortuna. Ma è anche vero che, solo oggi e solo in pochi si rendono conto, di quello che è in grado di muovere il mondo amatoriale.
a cura della redazione tecnica, foto Sara Carena.