La Red Hook Criterium di Milano di sabato 6 ottobre è già storia e durante lo svolgimento dell’evento, dedicato alla disciplina delle fixed, abbiamo avuto modo di scambiare qualche battuta con Kaj Verhaegh, componente del Team International WIT. Classe 1997, olandese, Ha il ciclismo nel sangue e le due ruote fanno sicuramente parte del suo dna. Kaj è tra gli atleti che seguono tutto il circuito mondiale marchiato Red Hook. A Milano non ha avuto troppa fortuna a causa di un problema ad un pneumatico: ecco la sua storia.

Ciao Kaj, è la prima volta che vieni a Milano per una gara fissa?
Per me si tratta della seconda partecipazione alla Red Hook italiana, dopo l’esordio qui da voi un anno fa.
Com’è andata l’anno scorso?
Beh, alla fine avevo portato a casa un 26simo posto che mi soddisfa comunque. Durante la gara avevo avuto un problema ad un pneumatico che aveva perso pressione e mi aveva costretto a correre gli ultimi cinque giri con la gomma quasi a terra, ma alla fine ce l’ho fatta!

Ogni circuito ha le sue caratteristiche peculiari e ogni pubblico è diverso. Come ti è sembrata la tappa di Milano rispetto a quella olandese o americana. Stati Uniti o
L’organizzazione è sempre la stessa, ma l’atmosfera che si respira è sempre diversa e unica. Qui in Italia i ragazzi sono tutti estremamente motivati, Il vostro è un paese dove si respira ciclismo vero a ogni angolo di strada e voi siete dei veri appassionati di ciclismo. Il pubblico è sempre estremamente caloroso specialmente di notte quando a luci abbassate, tutti si scatenano, fanno tifo e ti dimostra tutta la sua presenza.
Tra tutte le tappe del Criterium, dove hai avuto modo di esprimerti meglio e perchè?
Mi piace molto pedalare su circuiti tecnici dove riesco a mettere in risalto le mie caratteristiche di biker. Sicuramente la tappa di Brooklin, NY, è una delle mie preferite oppure quella che si svolge nella mia città natale. Una gara quest’ultima con quattro curve secche che mi piacciono molto.
Cosa ne pensi del percorso della Reed Hook di Milano?
È un percorso abbastanza veloce ma anche un piuttosto tecnico, soprattutto durante le fasi di qualifica sotto alla pioggia. Per rispondere alla tua domanda è un percorso che mi è piaciuto perchè adatto alle mie caratteristiche, anche se con il pneumatico a terra nelle fasi finali ho fatto tutto quello che ho potuto!
Quale modello di sella di SELLE ITALIA usi?
Io uso la NOVUS BOOST. Due anni fa ho avuto un incidente e oggi le cicatrici non sono ancora perfettamente rimarginate. La NOVUS è una sella un po’ più corta della media e mi permette di muovere un po’ di più le anche, limitando l’insorgere di crampi perché riesco a muovere i fianchi un po’ di più.

Che significato ha per te poter utilizzare le selle di un marchio come SELLE ITALIA?
Sicuramente è una gran bella cosa per tutti noi. Avere una buona sella significa poter avere una posizione corretta in bici e quindio pedalare più forti e essere più performanti in gara. Selle Italia è un marchio fantastico e i professionisti che le utilizzano anche nelle gare su strada sono veramente tanti. Nelmio caso ho poi una mia storia, tutta personale: la mia prima bici infatti aveva una sella vintage in pelle ed era proprio una SELLE ITALIA!