Home

Seguici su:

Joma R2000, il test

di - 28/01/2025

Joma R2000
Ascolta l'articolo


Joma R2000 è la scarpa più versatile che Joma abbia mai creato fino ad oggi”. Sono queste le parole usate dall’azienda di Toledo per presentare la sua nuova daily trainer. La R2000 si aggiunge ad un’offerta sempre più al passo della concorrenza, vediamo quali sono le sensazioni ai piedi.

Design & finiture

La Joma R2000 appare da subito come una scarpa con dettagli curati, in linea con le ultime tendenze. La tomaia è realizzata in mesh tecnico molto leggero, arricchito da inserti in materiale sintetico senza cuciture, una tecnologia chiamata JOMA SPORTECH. Pur con un’intersuola tutt’altro che minimale

Joma R2000

“Il peso è molto contenuto, 256 grammi nella misura 8,5US.”

La grafica tricolore è un tributo alle vittorie italiane nell’atletica, una scelta originale che non fa passare inosservati durante le corse cittadine.

Chiusura & Alloggiamento

Il piede entra senza impedimenti, merito della linguetta che pur essendo costruita a soffietto come nelle scarpe da trail, si divincola velocemente lasciando un buono spazio di ingresso. Il sistema di allacciatura SPORTECH è composto da sei fori ricoperti da un sottile strato di TPU che elimina cuciture e riduce il peso complessivo. I lacci piatti non elastici non sono un problema, la linguetta soffice attutisce anche le chiusure più serrate. La regolazione che ne deriva è precisa e non si allenta nel tempo, consentendo anche ai piedi più magri un buon effetto fasciante.

Joma R2000

Comfort

È una scarpa decisamente comoda. Qualità che deriva da un’intersuola morbida e della tomaia, che asseconda bene il movimento del piede e delle dita, libere di muoversi in una parte anteriore spaziosa ma non larga. Le imbottiture non mancano e donano grande piacevolezza nella calzata. In particolar modo nella zona della linguetta e del contrafforte tallonare, ben isolato ma per nulla rigido.

Traspirabilità

Già maneggiando la R2000 si nota l’ottima fattura del materiale utilizzato per la tomaia, un tessuto tecnico leggero ed elastico, con un occhio di riguardo alla traspirabilità. Sono infatti molto evidenti i fori presenti nello strato più esterno della tomaia, figli di uno studio specifico che Joma chiama VTS. Questi funzionano egregiamente nella ventilazione del piede, che tende a rimanere asciutto nelle giornate più calde e ad asciugarsi in fretta nelle giornate piovose. Ne deriva un ottimo comfort di corsa che riduce al minimo la possibilità di insorgenza delle vesciche, uno dei nemici del runner.

Joma R2000

Trazione

Nella realizzazione delle suole, è ormai prassi sempre più diffusa vedere preferire dalle aziende l’applicazione di sottili strati di gomma rigida all’intersuola. Questi sono molto spesso localizzati nella zona di spinta e sulla parte posteriore. Se da un lato questa soluzione favorisce la riduzione del peso complessivo e una buona sensibilità a terra, espone la scarpa ad un’usura più veloce e spesso ad una presa a terra più vulnerabile. Questo per presentare la suola della Joma R2000, che è applicata in modo (quasi) integrale. Ha un discreto spessore che promette ottima resistenza all’usura. Inoltre, i micro-tacchetti migliorano la presa anche su superfici sdrucciolevoli, consentendo una buona spinta anche a centro curva. Sicurezza che si traduce in velocità. Perché una scarpa che si lascia “spingere” senza timori alla fine della corsa farà sempre risparmiare una manciata di secondi.

Stabilità

La scelta di un’intersuola morbida unita ad una tomaia destrutturata, porta ad un eccellente piacere di corsa ma rischia di comprometterne la stabilità. I lati della tomaia, dotati di una sottile intelaiatura, garantiscono un effetto fasciante che mantiene il piede in posizione nella scarpa. Non è altrettanto granitica la risposta sul tallone, la sua costruzione morbida unita all’intersuola molto soffice proprio il quel punto, tende a sbilanciare un po’. Niente di allarmante sia chiaro! ma è una scarpa divertente che invoglia a spingere anche grazie allo stacco da terra di 10mm. Occorre solo prestare attenzione lungo i tratti di asfalto non perfetti e nei bruschi cambi di direzione.

Protezione

La R2000 è una scarpa per corridori con appoggio neutro. La pianta del piede risulta isolata dalle asperità che si possono incontrare sulle nostre strade, spesso dissestate. Merito della schiuma che separa i nostri piedi da terra, rispettivamente di 38mm sul tallone e 28mm sull’avampiede. Anche la suola, ben strutturata, incrementa l’effetto protettivo. Meno schermante la tomaia, ma più che sufficiente per corse a ritmi spinti così come quelle più tranquille.

Capacità di ammortizzare

L’intersuola integra la tecnologia interna di casa Joma chiamata FULL DUAL PULSOR. Si tratta di una particolare schiuma che combina materiali di diversa densità. La parte anteriore è più densa e quindi rigida, questo fa percepire una buona reattività in fase di spinta pur mantenendo un’alta capacità ammortizzante. Spostando l’appoggio sulla zona tallonare, come capita spesso quando siamo stanchi, si nota una grande capacità di assorbimento degli impatti. Questo perché qui la gomma è meno densa e considerevolmente più morbida e ammortizzante.

Consigliata per…

La Joma R2000 è una scarpa versatile, per principianti come per corridori esperti. Capace di ottimi rendimenti a passi compresi tra i 4:00 e i 5:45 minuti/km. A causa della sua tomaia destruttura e di un’intersuola morbida ritengo che il runner ideale sia quello entro i 75kg. L’ho apprezzata quanto sulle corse lente “quotidiane” di 10-12km, tanto su quelle più allegre con intervalli medio-lughi. Ho avuto modo di correre anche un lungo di 38km con sensazioni davvero piacevoli, sia durante che dopo l’attività. È una scarpa che ti segue quando vuoi spingere ma ti “perdona” quando sei stanco. Una “daily trainer” da tenere in seria considerazione, anche in luce del prezzo molto concorrenziale!

Daniele Milano nasce una buona cinquantina di anni fa in Valle d’Aosta. Cresciuto con la montagna dentro, ha sempre vissuto la propria regione da sportivo. Lo sci alpino è stato lo sport giovanile a cui ha affiancato da adolescente l’atletica leggera. Nei primi anni 90 la passione per lo snowboard lo ha letteralmente travolto, sia come praticante che come giornalista. Coordinatore editoriale della rivista Snowboarder magazine e collaboratore per diverse testate sportive di settore ha poi seguito la direzione editoriale della testata Onboard magazine, affiancando sin dal lontano 2003 la gestione dell’Indianprk snowpark di Breuil- Cervinia. Oggi Daniele è maestro di snowboard e di telemark e dal 2015 segue 4running magazine, di cui è l’attuale direttore editoriale e responsabile per il canale web running. Corre da sempre, prima sul campo di atletica leggera vicino casa e poi tra prati e boschi della Valle d’Aosta. Dal 2005 vive un po’ a Milano con la propria famiglia, mentre in inverno si divide tra la piccola metropoli lombarda e Cervinia. “La corsa è il mio benessere interiore per stare meglio con gli altri”