NO PLACE LIKE HOME, una frase semplice e pulita che indica il piacere di correre vicino a casa propria, in questo articolo uno degli Itinerari Trail preferiti dal nostro Mattia De Guio…nella Valtournenche (Valle d’Aosta), a due passi da casa!
Testo e foto Archivio De Guio
Scarpa partner d’eccezione
Da questo numero SCARPA ci introduce nei percorsi più battuti dai nostri collaboratori. Lasceremo da parte l’odore dell’asfalto per ascoltare il rumore e il silenzio dei boschi, tra sentieri di montagna, strade poderali e aghi di pino.

VALTOURNENCHE e MATTIA DE GUIO
Siamo andati in Valle d’Aosta, per la precisione nel comune di Valtournenche ai piedi del Monte Cervino, a trovare Mattia De Guio, nostro tester per tutto ciò che riguarda i materiali da trail running, che ci descrive il trascorrere delle stagioni proprio dietro casa sua, palestra naturale per allenamenti su ogni distanza in preparazione del calendario 2021.

Cronometro resta a casa!
Mattia parla dei luoghi attorno a casa con un spirito diverso dal solito. Senza guardare il cronometro, senza stabilire nuovi record, ma respirando a pieni polmoni ciò che la natura circostante gli sa regalare.

SCARPA SPIN ULTRA/VIBRAM MEGAGRIP LITEBASE
Nel servizio Mattia indossa la nuova SCARPA Spin Ultra. Calzatura da trail running perfetta per i terreni più insidiosi, grazie all’utilizzo del battistrada Vibram di ultima generazione con compound Megagrip e tecnologia Litebase, che riduce del 30% il peso delle suole tradizionali.

La Spin Ultra, modello di SCARPA votato alle lunghe distanze, non disdegna assolutamente percorsi più brevi. Si dimostra estremamente agile e reattiva nei cambi repentini di ritmo o nei tratti impegnativi in discesa. Testata nella corsa su neve, ha dimostrato tutto il suo carattere, assicurando appoggi rapidi e sicuri.

INVERNO
Mai come in questo periodo la zona vicino a casa si è rivelata (come sempre) fedele alleata negli allenamenti quotidiani.
Avendo la fortuna di vivere a Valtournenche, ho solo l’imbarazzo della scelta… ma al tempo stesso anche poca scelta, dato che di terreno pianeggiante ce n’è soltanto uno, e quello collinare bisogna un po’ inventarselo.
Per raccontare meglio i percorsi sui cui mi alleno abitualmente, sarebbe più giusto partire dalla stagione in cui si corre, l’inverno, periodo in cui bisogna sapersi adattare. La parte migliore è un giro dei villaggi: si corre sia su neve battuta che su asfalto, passando nei piccoli borghi delle frazioni, tra antichi rascard e ‘grange’.
Un consiglio che posso dare è di sfruttare i sentieri per correre in discesa, perché se c’è tanta neve il divertimento è assicurato! Per esempio, il trail che da Cheneil scende a Crétaz.

Perdersi tra boschi e sentieri
Alla fine il risultato è un saliscendi zigzagante piuttosto vivace che dal centro paese tocca le frazioni del comune di Valtournenche. Non mi sento di caldeggiare un percorso in particolare, piuttosto di perdersi un po’, gustandosi alberi carichi di neve o il caldo dei raggi solari, esplorando bene ciò che c’è nei dintorni, che è molto bello… ma spesso abbiamo lo sguardo rivolto troppo distante e non ce ne accorgiamo. Ovviamente questo è un tracciato valido per tutto l’anno.
PRIMAVERA
In primavera inizia a sciogliersi la neve sui sentieri che si trovano nella parte più bassa del Comune e sul versante più soleggiato.
Dal capoluogo di Valtournenche, riscaldamento in discesa fino a raggiungere Maen (1.333 m slm): è da qui che iniziano davvero i miei allenamenti in salita fino a Mont Perron e poi a Mont Mené.
In questo tratto di percorso possono succedere cose incredibili, come il dilatarsi della dimensione temporale durante le ripetute in salita (mai si sono visti i minuti durare così tanto!!!), oppure trovarsi faccia a faccia con uno stambecco. Man mano che le temperature salgono, aumentano anche i metri di dislivello che si possono fare proseguendo su questo tracciato (che poi 5/600 d+ in tre chilometri non bastano?) per arrivare fino al lago artificiale di Cignana (2.149 m slm). Percorrendo la prima parte a ritroso, si può scegliere il sentiero 1 che ci riporta direttamente all’abitato di Valtournenche. Di riflesso il tracciato diventa un’ottima palestra per la corsa in discesa che va un po’ a bilanciare il tanto allenamento su terreni veloci e poco tecnici effettuato in inverno.
ESTATE E AUTUNNO
In estate e in autunno ovviamente si apre un mondo: sono i periodi più caldi e suggestivi per andare in montagna. Poderali e sentieri sono tutti puliti, e gradualmente si può correre in piano (sentiero 8) fino alle prime cime Pancherot (2.614 m), Becca d’Aran (2.950) e Gran Tournalin (3.380), tutte raggiungibili a piedi senza l’ausilio di particolari attrezzature.
Dal Mulino di Crétaz a…
Più in basso, a 200 m da casa mia, c’è un mulino al limitare del bosco, nel villaggio di Crétaz (1.520 m slm), da cui partono due sentieri. Io prendo quello che sale a sinistra e, una volta arrivato al villaggio di Cheneil, si aprono degli scorci sul Cervino da cartolina. La mia meta è Punta Falinère (2.763 m slm): da qui lo spettacolo è davvero mozzafiato. Rientro in discesa verso Punta Fontanafredda, in una suggestiva “cresta” molto larga che funge da spartiacque tra il vallone di Cheneil e Chamois. Scendo ancora fino al lago di Lod e lo costeggio fino alla sponda opposta per poi entrare nel bosco e imboccare il sentiero 34 che, tra una discesa tecnica e un tratto veloce, mi riporta di nuovo al mulino. In questi periodi non mancano di certo le possibilità in quanto a distanza e dislivello. L’importante è ottimizzare le stagioni più “limitanti” per poter sfruttare meglio quelle che offrono più opzioni. Dopodiché il terreno si copre di aghi e foglie e inizia a cadere la prima neve sulle vette più alte. E si riparte… è tornato l’inverno!
RESPIRANDO A CASA…
Una cosa che mi stimola sempre molto è correre in luoghi nuovi, correre un po’ più piano, magari ma con lo sguardo rapìto e con nuovi stimoli.
Alla fine nessun posto sarà mai come ciò che abbiamo intorno a noi ogni giorno e ci conosce veramente.
I nostri luoghi sono i nostri testimoni
Ai nostri soliti percorsi non si possono raccontare bugie, perché loro sanno tutto: dove abbiamo mollato e dove abbiamo tenuto duro, quando siamo tornati indietro e quando abbiamo fatto “un po’ di più”, quando volavamo agili e quando ci siamo stampati su una pietra, o siamo rotolati sul ghiaccio in pantaloncini arrivando a casa tutti scorticati, o stramazzati al suolo, o preso una storta…
Tutto è iniziato da lì
A questo servono questi luoghi: per riportarci all’inizio, per farci tornare in mente cos’è che ci ha spinto a uscire di casa la prima volta, per farci notare che sembrava impossibile ma poi ci siamo riusciti. Non senza fatica certo.
Un GRAZIE a montagne e boschi
…ma le montagne e i boschi di casa mia mi hanno insegnato molto, ed è a loro che devo (quasi) tutto, almeno nello sport.