E’ online la raccolta fondi per la produzione di un docufilm che racconta un angolo affascinante di costa nord delle Marche dove surf, ambiente, artigianato e arte si uniscono allo scopo di proteggere la riviera adriatica e le sue onde
Da qualche giorno è presente su GoFundMe, piattaforma leader di donation crowdfunding, una raccolta fondi dedicata a un progetto che unisce la passione per il surf, l’arte e l’attenzione verso l’ambiente (puoi partecipare: https://gofund.me/98f85d11). A lanciarla sono tre surfisti delle Marche: Paolo, scienziato oceanografo e professore universitario, Andrea, designer e costruttore di tavole da surf con materiali sostenibili e Diego, artista e fotografo.
Lo scopo di questo crowdfunding è quello di finanziare e produrre un docufilm che racconta di una passione viscerale per il surf da onda, per il mare, per l’ambiente e per l’artigianalità. Si tratta di un progetto che punta alla realizzazione di un sogno portato avanti da molto tempo e che ora i tre amici hanno deciso di provarci a farlo avverare.
I tre vogliono creare un piccolo pezzo d’arte con l’aiuto economico e pratico di chiunque abbia a cuore la natura, la cura e l’amore per l’ambiente e per la creatività dell’essere umano, raccontando la propria storia.
L’obiettivo non è la ricerca di guadagni, fama o gloria, ma solo l’opportunità di toccare quella corda che ognuno di noi ha dentro e che ci fa prendere coscienza sui nostri impatti sull’ambiente e sulla società, ma anche sulla nostra capacità di cambiare il mondo in meglio.
Cosa rende unica questa storia?
Prima di tutti, i luoghi.
Ci troviamo sulla costa della Regione Marche, sulle verdi colline del Parco San Bartolo; è un promontorio che rompe la monotonia delle coste basse, sabbiose o ciottolose, ormai completamente cementificate e tipiche della costa centrosettentrionale dell’Adriatico.
È la prima falesia costiera che si incontra provenendo da Nord. Vista dal mare, sembra ricordare le bianche scogliere di Dover, anche se non è così bianca.
Circa a metà del Monte San Bartolo, sulla cresta della falesia, domina una piccola chiesa con un campanile piccolissimo ma chiaramente visibile dal mare. Là si erge un villaggio chiamato Fiorenzuola di Focara. Esso fu dimora temporanea del Sommo Poeta Dante Alighieri; egli vi soggiornò, decantandone la bellezza e la forza dei suoi venti: “Poi farà sì ch’al vento di Focara, non farà lor mestier voto né preco”.
I fenomeni franosi hanno, nel tempo, messo a repentaglio la stabilità di Fiorenzuola di Focara; essi, tuttavia, hanno anche consentito l’accumulo di sedimento sulla base della falesia. La messa in posa di scogliere emerse, che “uccidono” le onde incidenti e creano una zona d’ombra, ha favorito, negli anni, lo sviluppo di una spiaggia sabbiosa. Le scogliere, tuttavia, hanno anche trattenuto il legname di provenienza fluviale e le plastiche. Tronchi d’alberi, boe, e scatole di polistirolo provenienti dai pescherecci, ricoprono gran parte della spiaggia di Fiorenzuola di Focara.
Un unico varco tra le scogliere, lungo qualche centinaio di metri fa si che, durante le mareggiate invernali da Scirocco, si sviluppi un’onda meravigliosa e perfetta per il surf. Si tratta di una vera e propria rarità; le scogliere, infatti, ormai chiudono la totalità della costa Marchigiana ed il surf è ormai relegato a quei pochi punti che sono in corrispondenza delle foci fluviali.
È un’onda che non ha nulla da invidiare a quelle oceaniche; è un’onda che ci ricorda come dovrebbe essere una costa naturale; è un fenomeno da proteggere, da salvaguardare, così come la spiaggia di Fiorenzuola di Focara.
Questa storia, dunque, è speciale perché racconta di come uno o più problemi possano essere convertiti in opportunità.
Paolo, Andrea e Diego vogliono documentare il processo di recupero di materiali plastici e legnosi spiaggiati; vogliono mostrare come la creatività e la maestria possano convertire tali materiali in tavole da surf e rimuoverli dall’ambiente naturale; vogliono infine far vedere come queste tavole possano essere utilizzate per catturare e cavalcare le onde frangenti che il mare ci regala, ma che l’uomo, di anno in anno, uccide con sempre più chilometri di scogliere.
Il desiderio degli autori del gofundme “Il mare toglie e il mare dà” è quello di educare coloro che guarderanno il film, di trasmettere loro il concetto di valore intrinseco di ambienti e processi naturali.
Questa raccolta fondi tramite GoFundMe (https://gofund.me/98f85d11) servirà a generare un primo finanziamento che, in un processo a cascata, i tre amici utilizzeranno per gli investimenti iniziali:
- Acquisto strumentazione e attrezzatura per produzione di tavole;
- Organizzazione di recupero materiali legnosi e plastici sulla spiaggia;
- Produzione di un primo trailer da presentare agli Enti finanziatori.
Questo è dunque solo l’inizio, poiché i tre puntano ad accedere ai finanziamenti elargiti su scala Regionale, Nazionale ed Europea con la speranza di ricevere una quota complessiva adeguata alla produzione di un docufilm artistico e che possa essere competitivo su scala internazionale.
La loro azione è senza fini di lucro e prevede la cooperazione da parte di chiunque abbia a cuore la causa. Contano, ad esempio, di beneficiare del supporto di associazioni studentesche (scuole ed università) per la raccolta dei materiali su spiaggia. Organizzeranno, dunque, delle giornate mirate alla pulizia e le arricchiranno con lezioni ed attività didattiche su campo.
Inoltre, metteranno all’asta almeno una delle tavole da surf che contano di produrre e doneranno il ricavato alla ricerca in ambito medico.
Puoi anche tu fare una donazione anche simbolica o aiutare a diffondere il progetto condividendo il link: https://www.gofundme.com/f/il-mare-toglie-e-il-mare-da