Negli ultimi anni molte persone si sono avvicinate al surf: l’affollamento è cresciuto ulteriormente, ma la costa Italiana è lunga oltre 7’400 km ed è ricca di spot alternativi e quindi, volendo, lo spazio per surfare c’è per tutti.
E allora dove si sbaglia? Per affrontare il complicato tema del localismo vogliamo proporvi un bellissimo articolo scritto da Carlo Morelli di surfinsalento.it , testo in grado di chiarire a tutti le idee sulle regole della buona convivenza in acqua.
Ma prima di elencarvi queste regole base, indispensabili per una convivenza pacifica, abbiamo voluto porre una domanda all’autore, Carlo, surfer cresciuto in una delle zone tra le più territoriali d’Italia: Ciao Carlo, cos’è per te il localismo?
Carlo: Il localismo rappresenta per me un’esperienza che mi ha fatto crescere, e successivamente uno spunto di riflessione per il mio essere “uomo di mare” e per tutta la mia attività. Cos’è stato per me il localismo? E’ stato un duro pugno nello stomaco, circa 13 anni fa, quando iniziavo a girare per tutto il Salento, dopo aver finalmente preso la patente. Io ed il mio tavolone di legno da 8 piedi rappresentavamo senza dubbio un pericolo, soprattutto quando decidevo di buttarmi in quegli spot di scoglio dove tutti erano a surfare con le tavolette. Venivo sistematicamente cacciato dall’acqua, ma difficilmente mi spostavo: rimanevo là, e mi facevo dire parole da tutti. Stranamente, però, nessuno mi spiegava il motivo per cui io non potessi surfare in quei luoghi, ed io quindi continuavo nella mia missione: cercare di surfare nel miglior modo possibile e ritagliarmi un piccolo spazietto sulla line up.
Tutto cambiò quando finalmente uno dei locali, Angelo Verzini, iniziò a spiegarmi che forse per me era meglio andare a scoprire altre onde solitarie sulla costa, e magari surfarle dieci volte di più piuttosto che frequentare dei posti più affollati con surfisti più bravi di me.
Proprio quell’apertura da parte di chi aveva più esperienza di me diede inizio alla mia “vera” esperienza di mare. Oggi le cose son cambiate molto: il localismo è fortemente presente nel cuore di ogni local salentino, ma lo sviluppo incredibile di questo sport e le storie di ognuno di noi, inesorabilmente intrecciate dal tempo e dal caso, hanno fortunatamente reso anacronistico quel famoso atteggiamento di sfida cui molti surfisti si sono trovati di fronte entrando sulle line up!

PH: Tommaso Russo
Cos’è oggi il localismo?
Molti parlano del localismo utilizzando la parola “rispetto”. Io credo che il rispetto sia una falsa chimera, buona solo a giustificare una sorta di rituale tribale e arcaico per cui l’animale più debole deve soccombere alla sovrastante forza dell’animale più feroce. Ma noi siamo solo uomini cavolo!
Partendo dal presupposto che è sempre meglio andare in cerca di onde deserte, per poter surfare meglio e di più, ogni tanto ci sta pure che ci alziamo la mattina di una bella scaduta e ci immaginiamo proprio quell’onda lì, quella che è sempre affollata e incasinata.
Se scegliamo dunque di voler surfare in un luogo con molti surfisti, DOBBIAMO AVERE SEMPLICEMENTE “CONSAPEVOLEZZA DI SE E DEGLI ALTRI”.
Ognuno di noi ha un ben preciso posto sulla line up, se riusciamo a riconoscerlo subito, difficilmente avremo dei problemi con gli altri. Se invece non riusciamo a riconoscerlo, o spesso non vogliamo riconoscerlo, perchè ai nostri occhi siamo sempre più bravi e più esperti, allora non dobbiamo stupirci se qualcuno ci dirà parole o ci caccerà proprio dall’acqua!
Sperando di non esserci dilungati troppo, dopo le parole di Carlo riportiamo il suo articolo condiviso dal sito di riferimento del surf in Puglia, SURFINSALENTO.it
Se siete surfisti altamente qualificati, di lunga esperienza (almeno decennale), non perdete tempo negli spot più popolari per i principianti. Si finirà per sentirsi frustrati.
L’atmosfera in qualsiasi spot di surf può cambiare di giorno in giorno e di ora in ora, anche in funzione di un mix complesso di personalità, condizioni e fattori sconosciuti. Se non condividete l’atmosfera della line up, allora prendete in considerazione di farvi una bella remata verso la riva e rimanere fuori dall’acqua per un paio d’ore, o andate a cercare uno spot che meglio si adatta al vostro temperamento.
Non si dovrebbe mai remare su un’onda che è già stata presa da un altro surfista.
Il serpeggiamento è un reato ancora peggiore: il rider vede che il surfista più vicino al punto critico dell’onda ha la priorità, ma rema davanti o dietro il surfista ignaro, prendendo l’onda all’ultimo momento.
Carlo Morelli
