Da un’idea di Oliviero Alotto, ultra runner d.o.c., prende spunto questa nuova serie di articoli legati ai “Cammini”, itinerari conosciuti e meno conosciuti, lunghi anche diverse centinaia di chilometri.
Testo e foto: Barbara Boveri

Camminare…o correre!
Oltre a essere luogo ideale per un tipo di camminata meditativa e introspettiva, si possono trasformare in perfetto playground per chi, come noi, ama la corsa e decide, almeno una volta nella vita, di avvicinarsi alle lunghe distanze. In questo numero la storia di Barbara Boveri, pneumologa milanese, che ha raggiunto il Sud Italia con alcune amiche per affrontare un itinerario, rigorosamente a piedi, di quasi 200 chilometri, il Cammino Materano
Cos’è il Cammino Materano?
Il Cammino Materano è un insieme di sei percorsi, chiamati Vie, che partono da diverse città del Sud Italia e si dirigono tutte verso Matera. Questi cammini offrono un’esperienza unica di scoperta della cultura, della natura e della storia del Mezzogiorno d’Italia. Barbara ha percorso la Via Ellenica che, dopo 168 chilometri di cammino, l’ha condotta da Alberobello a Matera.

Via Peuceta
Da Bari a Matera, attraversa l’antico territorio della Peucezia. Distanza: 168 km, giorni: 7, difficoltà: facile.
Via Ellenica
Da Alberobello a Matera, collega due siti UNESCO. Distanza: 170 km, giorni: 8, difficoltà: media.
Via Lucana
Da Paestum a Matera, attraversa luoghi di grande importanza storica. Distanza: circa 400 km, giorni: 23, difficoltà: media.
Via Sveva
Da Trani a Matera, segue le orme di Federico II di Svevia. Distanza: 210 km, giorni: 8, difficoltà: media.
Via Jonica
Da Leuca a Matera, lungo la costa jonica. Distanza: 215 km, giorni: 10, difficoltà: media.
Via Dauna
Da Termoli a Matera, su antichi percorsi battuti da pastori e pellegrini. Distanza: 400 km, giorni: 22, difficoltà: media.

Cosa ci spinge a fare un “cammino”?
L’esperienza di portarsi la tua “casa” sulle spalle l’ho già fatta, vado abitualmente in montagna zaino in spalla e dormendo nei rifugi, cosa cambia? Anni fa un amico mi aveva raccontato di una settimana lungo la Via Francigena in Toscana ed ero rimasta affascinata dall’emozione ed dall’entusiasmo che mi trasmetteva. Così, quando un’amica mi propone di fare uno dei Cammini Materani, colgo al volo l’occasione e parto.
Dove: da Alberobello a Matera, la Via Ellenica del Cammino Materano, uno dei sei cammini strutturati nel 2019 per far scoprire il territorio circostante quando Matera è stata la Capitale della Cultura.
Quando: prima settimana di ottobre (per evitare troppo caldo e turismo).
Con chi: Giuliana, una mia cara amica, e Rita, la sua migliore amica, già “esperta” di cammini.

Un cammino va studiato
Rita ci spiega come si organizza un cammino: bisogna contattare i referenti di tappa (volontari che si rendono disponibili ad aiutare il viandante nella pianificazione del viaggio, fornendo indicazioni sulla strada, dove dormire e dove mangiare). Li incontreremo a ogni tappa, persone molto gentili e disponibili capaci di trasmettere la passione per il territorio raccontando la storia e accompagnandoti a visitare il paese in cui ti fermerai a dormire. Sono coloro che hanno poi i timbri da apporre sulle credenziali, un libretto dove si raccolgono tutti i timbri testimonianza della strada che hai fatto.

Si vola
Prenotiamo i voli per Bari e prepariamo lo zaino, le previsioni meteo sembrano belle, per cui giusto poche cose leggere e un “antivento”. Seppur decisamente meno pesante dello zaino da montagna, più volte durante il cammino penserò a cosa lasciare a casa alla prossima occasione. Troveremo strutture dove poter lavare le cose, per cui serve davvero poco.
Atterriamo a Bari e facciamo un giro per il centro storico, poi con un pullman raggiungiamo Alberobello. C’è la festa per i Santi Medici, molto “venerati” in questa parte della Puglia, e ritroveremo altre feste durante la settimana.

Tappa 1
Alberobello-Martina Franca – Partiamo dopo un’abbondante colazione, per il cammino abbiamo da condividere della frutta secca, i taralli e le carrube (pensavo le mangiassero solo i cavalli!) che abbiamo comprato al mercato. Acqua, il bene più prezioso perché non si trovano punti di acqua lungo il cammino.
Per prima cosa cerchiamo la “partenza” indicata da cartelli gialli e verdi (la Via Ellenica), direzione Matera; sarà la caccia al tesoro che ci accompagnerà per tutte le tappe… a ogni incrocio bisogna prestare attenzione a questi segni gialli e verdi che sono su alberi, pali della luce, cartelli, sassi e sul terreno. Abbiamo scaricato la traccia gps ma l’abbiamo sempre tenuta come back up quando non trovavamo i segni: è decisamente più divertente la ricerca delle indicazioni. La via è segnata molto bene.

“Camminiamo su stradine secondarie, in parte asfaltate, spesso sterrate, accanto a trulli e ulivi. Il panorama è molto vario e l’emozione dei colori e di una nuova avventura ci permette di tenere un buon passo. Nelle pause mangiamo la carruba, non male se stai attenta ai semini che attentano ai denti!”

L’arrivo a Martina Franca è dalla estrema periferia, un po’ desolante, ma quando entriamo nel centro storico c’è l’effetto “UAU”… tutto è bianco, strette stradine e improvvisamente appaiono la piazza Maria Immacolata e la basilica di San Martino. Rimaniamo “esterrefatte”, ma chi l’avrebbe mai detto? Chi sarebbe mai venuto qui? Troviamo il BB dove dormiremo, contattiamo il referente di tappa che ci consiglia dove mangiare e ci accompagna a scoprire il “suo” territorio.

Tappa 2
Martina Franca-Foresteria – Per me la tappa più emozionante. Attraversiamo campi delimitati da muretti a secco, ulivi e in lontananza i trulli. Ci immergiamo nel bosco della selva e arriviamo alla “masseria delle zie” dove ci avevano detto di fermarci per una pausa. Le zie sono due sorelle che “mandano avanti” da sole la loro attività. Era mezzogiorno e ci hanno invitato a fermarci per pranzo… un po’ titubanti abbiamo accettato, il profumo dei taralli e del pane che cuoceva nel forno a legna era invitante. Rosa ha preparato davanti a noi le orecchiette e tutti insieme abbiamo apparecchiato la tavola. Si è fermato anche un altro viandante, Christofer, tedesco, come potevi dire di no! Orecchiette con il pomodoro, polpette al sugo e formaggi fatti da loro con taralli e pane. Il tutto accompagnato da vino rosso. Caffè e biscotti. L’offerta è libera e la loro disponibilità indipendente da ciò che lasci. Due persone che mi hanno trasmesso il vero senso dell’accoglienza a chi fa il cammino. Gli ultimi km fino alla foresteria sono stati chiaramente un po’ “faticosi”, ma l’emozione provata attraversando il Bosco delle Pianelle è difficile da scrivere: immaginate un sentiero che si snoda in un tappeto di ciclamini rosa selvatici a perdita d’occhio accompagnati dal canto degli uccelli e, tra le fronde degli alberi, il cielo blu. Arriviamo alla foresteria, un luogo di accoglienza per almeno 20 persone, ma quella sera siamo solo noi tre. Pietro, il referente di tappa, si presenta con la cena preparata da lui, compresi dolce e vino. Per tre cittadine, dormire da sole ai margini del bosco è un’altra emozione!

Tappa 3
Foresteria-Massafra – Attraversiamo l’ultima parte del Bosco delle Pianelle e poi Crispiano, dove ci meritiamo una pausa con caffè e pasticciotto. Cambia il panorama, lasciamo i trulli e compaiono le masserie e le viti a perdita d’occhio, e qualche grappolo farà parte del nostro pasto! A Massafra il referente di tappa ci consiglia una taverna dove approfittare del “pasto del pellegrino” a un prezzo davvero onesto; proviamo le ricette tipiche della zona. Ceniamo con Christofer che abbiamo rincontrato e una coppia che sta facendo il cammino. Per questioni di tempo saltiamo la tappa da Massafra a Mottola che raggiungiamo con un passaggio in macchina.

Tappa 4
Mottola-Castellaneta – Lungo questa tappa visitiamo due chiese rupestri, il paese di Palagianella e attraversiamo la nostra prima gravina… Si scende e poi si sale in questo canyon e sulle pareti della montagna cominciamo a vedere quelli che apparentemente sono buchi ma che in realtà erano magazzini e abitazioni dei locali. Un anticipo del paesaggio che ci accompagnerà nelle prossime tappe. Il referente di tappa, Angelo, ci accompagna a visitare Castellaneta Sotterranea e ci mostra le case dove la gente viveva insieme agli animali e dove conservava, nei periodi invernali, il grano e soprattutto l’olio. Questo tesoro nascosto non è pubblicizzato e non è possibile abitualmente visitarlo.

Tappa 5
Castellaneta-Laterza – Partiamo presto perché la tappa è di 25 km e ne abbiamo già un po’ nelle gambe. Ha anche 500 metri di dislivello, ma ci rendiamo conto di aver ormai preso un buon passo, che è per tutte e tre lo stesso. Questo è molto importante perché sia dover camminare più piano sia più veloce della propria andatura è faticoso. La maggior parte della tappa si svolge immersa nella vegetazione sul bordo della gravina di Laterza, praticamente la aggiriamo tutta per arrivare a Laterza. Non incontriamo nessuno e il nostro trio diventa sempre più unito, ci si sostiene, si chiacchiera, si ride e si condivide. In fondo non ci serve altro. Cominciamo anche a proporre di fare una pausa per mangiare un pezzetto di carruba!

Tappa 6
Laterza-Ginosa – Attraversiamo campi, ulivi, un bosco e una pineta, infine arriviamo sulla sommità della gravina di Ginosa e il paese appare all’improvviso. Si staglia di fronte a noi incastonato tra le rocce con le case dello stesso colore. Attorno quello che rimane delle case-grotta abitate fino all’inizio del ’900. Raggiungiamo il posto dove dormiremo e il referente di tappa, oltre a organizzarci un pranzo veloce, ci mette in contatto con Carmelo, l’ultimo nato nelle case-grotta, che ci accompagna a visitarle raccontandoci come si viveva e le vicende del paese. Alla sera, cena in piazza e processione per i Santi Medici (che si festeggiano per un’intera settimana!)

Tappa 7
Laterza-Matera – È la nostra ultima tappa e la più lunga. Partiamo presto, la strada si svolge prevalentemente su sterrato tra i campi coltivati e di fronte il monte Scaglioso. In breve ci troviamo nel parco delle Murge, boschi intervallati da terreni dai colori caldi… nocciola e pistacchio (ma forse era la fame!). L’arrivo a Matera toglie il fiato… appare d’incanto, girato l’angolo, e improvvisamente ti rendi conto che il cammino è finito. Ci abbracciamo, ridiamo ma un po’ piangiamo, per la fatica, la gioia, la soddisfazione e per tutto ciò che ho imparato e tutte le emozioni vissute.

I ricordi delle risate
Si sommano tante emozioni: la soddisfazione di essere arrivate alla fine, di avercela fatta, i ricordi delle risate durante le lunghe ore di cammino o quando, stravolta, toccavi il letto e sapevi che ti dovevi alzare perché… “vuoi non visitare il posto dove siamo arrivate?”. Le lacrime, perché il cammino è anche un viaggio interiore. Hai tempo per te, mentre le gambe vanno da sole e negli occhi scorre lo stesso bellissimo panorama. Se vuoi. hai tempo per fare un lungo cammino interiore e cosi trovi il modo per raccontare alle persone che sono con te episodi della tua vita, confrontarti, ascoltare e arricchirti.

Il Sigillum
Manca l’ultima tappa: andare a ritirare il sigillum dove si attesta che il viandante ha percorso 170 km da Alberobello a Matera, a piedi, in bicicletta o a cavallo, per pellegrinaggio o semplice viandanza, per amore di Dio o di se stesso, ripercorrendo strade, sentieri e tratturi di antichissima memoria, nel rispetto dei luoghi e delle persone, della loro storia, fede, cultura e tradizioni, della natura e della millenaria bellezza delle terre del Sud.
Casa
L’ultima notte dormiamo a Matera e il giorno dopo si torna a casa. Rientriamo molto più ricche, di una ricchezza interiore difficile da spiegare, ma sono sicura che chi ha vissuto un’esperienza simile possa capire di cosa stia parlando.
Per approfondimenti, andate QUI!

























