Granfondo, gare ciclistiche ed eventi sportivi in genere, in qualche modo bisogna riprendere. Non è e non sarà facile. Però una domanda sorge spontanea ed è riferita a questo particolare periodo è: “è proprio necessario riprendere le competizioni agonistiche amatoriale nel breve periodo”?
Tante domande e poche risposte, non solo per le granfondo
Giovedì scorso, 11 Giugno è stato ufficializzato ed emesso l’ultimo DPCM (cliccando sull’acronimo è possibile accedere e visualizzare il pdf ripreso dalla FCI), che in qualche modo sancisce la riapertura di molte attività sportive in ( anche con una visione estiva) ed inizia a trattare l’argomento delle competizioni sportive.
Gare, eventi e competizioni: se in ottica professionale e professionista ha senso parlare di una ripresa vera e propria, se pur con un calendario ed una cadenza a cui non siamo abituati, la prima domanda che ci poniamo, (amatorialmente scrivendo), ha davvero senso pensare di organizzare e fare una manifestazione, da qui a fine anno? Granfondo su strada, gara a circuito, competizione di mtb, cronoscalata etc.?

Forse dimentichiamo i nostri doveri di cittadino
Ha senso sobbarcarsi così tanta responsabilità e dose di rischio, che inevitabilmente si riversano su organizzazioni e partecipanti stessi? Siamo pronti, tutti e nessuno escluso, a così tanta disciplina e rispetto delle regole che ci impone il protocollo granfondo Covid-19, (riprendiamo la scaletta pubblicata da di Ciclo di News, ben impostata, ordinata e di facile lettura, comunque riportata anche nella pubblicazione specifica della FCI)? E si sà, il rispetto delle regole è una cosa che poco ci appartiene, non solo a noi italiani, ma ai popoli latini in genere.
Buon senso dell’individuo e senso civico, non solo un disciplinare o un’autocertificazione compilata su un foglio di carta. Ognuno di noi ha mai considerato i suoi doveri da cittadino?
Regole e protocolli, spesso poco chiari e confusi, che non di rado tralasciano passaggi importanti e scaricano molte responsabilità verso il basso (partecipanti e organizzazioni).

Un problema da affrontare
L’emergenza non è ancora terminata, anche se, dopo il 4 Maggio, abbiamo dimenticato in fretta quello che è accaduto e cosa abbiamo vissuto. Il problema esiste ancora, deve essere affrontato e per nulla dimenticato. Le tante domande che vengono poste, le poche risposte disponibili, per nulla chiare e certe, ci mettono di fronte anche ad un’altra questione:“fare una gara amatoriale in questo disgraziato 2020 e pensare a come farla, suona come la volontà di aggirare problema. Prima, sarebbe necessario avere una soluzione tra le mani e avere qualche certezza in più”.
I forse, i vediamo, ci penseremo, non servono a nulla, ripartire con delle certezze
E’ giusto tornare a vivere a pieno ritmo. Dobbiamo pensare alla normalità e rifare le stesse cose che facevamo nel periodo pre-Covid, ma è sacrosanta la necessità di pensare prima di di tutto alla sicurezza e alla salute. E’ vero, non avremo mai la possibilità di vivere un un mondo completamente ovattato ed esenti da rischi al 1000%, ma crediamo anche che, il pacchetto delle problematiche (perché sono tante, diverse e si presentano tutte insieme) debba essere affrontato di petto con linee guida certe e chiare. Le granfondo, il mondo amatoriale e degli appassionati di bici non ha bisogno delle bricioline di pane buttate sul pelo dell’acqua, ha necessità di regole chiare e nessun conflitto tra gli enti.

La granfondo dovrebbe essere un bel momento
La partecipazione ad una granfondo e ad un evento ciclistico amatoriale in genere, deve rimanere un bel momento, a prescindere dall’interpretazione soggettiva, più o meno agonistica. Andare ad una manifestazione non deve essere e non deve diventare un problema, un qualcosa vissuto con peso allo stomaco e preoccupazione. Se così fosse, il turbine negativo che andiamo ad innescare e generare, va a sfavore di tutto il nostro mondo amatoriale.
a cura della redazione tecnica, foto di Sara Carena