Si è svolta ieri la 4^ edizione della Granfondo di Casteggio, un’altra manifestazione amatoriale che si sviluppa nell’Oltrepo Pavese, per toccare e sconfinare nella Provincia di Piacenza, nell’Alta Val Tidone. Nel complesso una bella manifestazione, caratterizzata da tracciati esigenti, ma tecnicamente non impossibili. Una magnifica giornata di sole e una zona di ritrovo ampia ed accogliente, nei pressi del centro sportivo di Casteggio. Una Domenica di sport e di “vacanza”, rovinata da un gesto che dimostra maleducazione e mancanza di buon senso. Sono stati buttati dei trucioli di ferro e delle puntine alla divisione tra percorso medio e lungo, tra l’altro in un tratto pericoloso. Il nostro racconto e le nostre considerazioni.
La Granfondo di Casteggio 2021
Un bel fine settimana di sole e caldo, siamo ai primi di Settembre e non è una situazione meteorologica scontata. Le giornate sono più corte, i ciclisti iniziano a tirare i remi in barca, dopo una stagione comunque intensa, nonostante le restrizioni e le diverse limitazioni.

Ma una giornata settembrina soleggiata è anche l’occasione per godersi gli ultimi scorci dell’estate, magari sacrificando qualche ambizione personale e pedalare con un amico, al fianco della compagna, ma anche portando la famiglia in Oltrepo al pari di una gita fuori porta. 120 km (circa) di un percorso lungo, oppure 85 di un medio, sono distanze relativamente facili da gestire e dopo c’é spazio per rilassarsi con i propri cari.

Una gara che fa da sé
Circa 600 iscritti, con una buona presenza delle compagini locali, provenienti dalla provincie confinanti e molti arrivati da alta Lombardia, alto Piemonte ed Emilia Romagna. Ricorderemo questa granfondo per la partenza in salita, ormai una sorta di classico delle manifestazioni Sant’Angioline (il sodalizio che organizza le granfondo di Pianello Valtidone, Varzi e Casteggio) e che ha anche l’obiettivo di rendere più sicure le fasi a ridosso dello start ufficiale. Questo C.O. trova le energie e lo forza di organizzare grazie alla passione di pochi, tra voglia di fare e mille difficoltà.

Ci rimarranno impressi i panorami che regalano queste colline che sembrano onde perpetue in mezzo al mare, costellate da vigne a pettine. Ma purtroppo ricorderemo la Granfondo di Casteggio 2021 anche per le tante forature avvenute alla divisione dei percorsi, causate da un gesto ignobile di qualche imbecille, che ha pensato bene di gettare puntine e trucioli di ferro.

Il bilancio ci parla di oltre 50 camere d’aria fornite per dare un primo aiuto, alle quali vanno aggiunte le forature di chi ha gli pneumatici tubolari ed i tubeless. Per fortuna non si segnalano incidenti gravi.
Un pò di cronaca di gara
Il palazzetto dello sport a disposizione è sempre tanta roba. Tanti parcheggi per le auto e qualche camper arrivato il giorno prima, il tutto da abbinare alle operazioni pre-gara facilitate dal tanto spazio disponibile. Lo start ufficiale alle ore 9, ha portato i granfondisti ad attaccare, nell’immediato, la prima salita di giornata, quella erta verso Montalto Pavese che è la palestra di tanti pedalatori della zona e non solo. Atleticamente una sorta di mazzata a freddo, ma con l’obiettivo di limitare i rischi e il nervosismo della partenza, grazie all’inevitabile selezione. Dal primo scollinamento in avanti il percorso, che sia medio e/o lungo, diventa un elettrocardiogramma. I sù e giù continui tolgono il respiro mettono a dura prova le gambe e la concentrazione.
Non si sale mai troppo in alto, ma la strada obbliga ad avere costantemente la catena in tiro. I tratti al 7/8% si alternano a quelli con il 5% di pendenza media, che ti obbligano a fare velocità e scioglierti come neve al sole. Le discese sono tecniche, con tanti cambi di direzione e tornanti. La qualità dell’asfalto è migliorata nelle ultime due stagioni e alterna tratti nuovi a qualche km ancora ammalorato, ma comunque gestibile.
La prima vera selezione, oltre alla partenza, c’é stata durante l’ascesa a Ruino (ovvero la seconda salita) e nella seguente discesa verso la Diga del Molato, dove molti hanno forato e dove era posizionato il bivio dei percorsi.
Un arrivo diverso, in salita e posizionato sul promontorio che domina Casteggio. Bello.
Un’altra occasione sprecata e persa
Ci sono il rammarico di ogni singolo partecipante che è stato appiedato, che va a sommarsi al dispiacere di chi si è speso per organizzare la granfondo. Ancora una volta e purtroppo, lo scriviamo con il cuore in mano e con un briciolo di rabbia (chi vi scrive vive in questo territorio), siamo a testimoniare un’altra occasione di promozione e rilancio buttata alle ortiche, sprecata e che inevitabilmente avrà dei risvolti negativi per tutti, nessuno escluso, anche per quelli che la bici non la vedono di buon occhio.
Non si tratta solo di Casteggio e dell’Oltrepo Pavese, ma anche di quel fazzoletto di terra che è l’Alta Valtidone, punto di collegamento e transito tra le Provincie di Pavia e Piacenza.
Il brutto ricordo va al pari dell’abbandono
Non di rado, quando la strada diventa pericolosa per un ciclista può esserlo anche per un motociclista. Ma la brutta pubblicità e nomea diventano dilaganti in men che non si dica. Un problema non da poco per le attività che aspettano il passaggio turistico del fine settimana e che già in passato si sono dovute confrontare la pessima qualità delle strade. Ora si presenta il problema della sicurezza, perché è stato l’argomento principale di discussione nei momenti post-gara.
Queste stesse strade, che sono un passaggio, non solo delle granfondo ciclistiche, “sono pericolose ed è meglio non passarci”. Questa è la frase più ricorrente, senza andare verso termini più coloriti. Peccato!

Brutta pubblicità e mancanza di sicurezza
Ci saranno sempre meno gruppi di ciclisti che arrivano dalla città, che mangiano e fanno colazione, che prendono semplicemente un caffé. Meno gente al seguito dei pedalatori, famiglie che vanno alla ricerca dei prodotti tipici del territorio, persone e gruppi che invece di fare tappa in queste zone, bypassa e va oltre.
Ci sarà un problema oggettivo di percorrenza protratto nel tempo (e della conseguente sicurezza), perché le tante puntine e trucioli di ferro non spariscono dall’oggi al domani.
Ancora una volta scriviamo “peccato”, questa è l’ennesima occasione persa. In un momento storico dove lo sport è esempio e detonatore per il rilancio delle attività territoriali in genere, il gesto di pochi e la complicità di altri, diventano un argomento di brutta pubblicità. I motivi e le motivazioni di questa accidia e negatività espressa, per alcuni potranno anche essere valide e trovare motivazioni da epoche passate, non sono giustificabili con un gesto di così poco buon senso.

a cura della redazione tecnica, immagini di Sara Carena.