La geometria della mountain bike è in continua evoluzione, con il trend “basso, lungo e aperto” di grandissima attualità.

Si parla sempre di reach, angolo sterzo, altezza del movimento centrale, e lunghezza del carro, mentre altre quote rimangono in secondo piano (qui il nostro ultimo approfondimento sulla geometria della MTB).
Il test – in corso, lo leggerete più avanti – della hardtail da divertimento GT Zaskar LT (la nostra preview) ha fatto nascere una riflessione su quanto sia importante l’inclinazione del piantone sella, che in ogni caso non deve diventare troppo verticale. Questo soprattutto sulle hardtail e meno sulle full suspended, vediamo il perché.
Un breve ripasso
L’angolo sella reale misura l’inclinazione del piantone verticale rispetto al terreno. O, per essere più precisi, la porzione di tubo sella in cui il reggisella si inserisce (molto dipende infatti dal fuorisella dovuto alle misure antropometriche del biker). E anche se questa sottile distinzione suona banale, in realtà è davvero importante perché la maggior parte delle mountain bike moderne non ha tubi sella ininterrotti che vanno direttamente dal collarino sella alla scatola del movimento centrale.

Le MTB attuali favoriscono angoli più verticali che tendono a collocare la sella direttamente al di sopra del movimento centrale, rendendo la pedalata più facile ed efficiente. Spostare il baricentro più in avanti aiuta anche in salita, rendendo più difficile l’alleggerimento o addirittura il sollevamento della ruota anteriore (affronteremo questo e altri argomenti nel prossimo approfondimento dedicato alla geometria). Un angolo di almeno 73° è normale, la tendenza attuale è arrivare anche sino a 78° per i casi più estremi (75° nella media).

Il piantone sella, in tutto il suo splendore
La nostra GT Zaskar LT attualmente in test rientra in tutto e per tutto nella categoria delle trail bike. I numeri parlano chiaro, a partire dall’angolo sterzo e dal reach, con alcuni accorgimenti, trattandosi di una hardtail e non di una più diffusa full suspended. È bello vedere come il marchio statunitense abbia studiato un pacchetto attuale e moderatamente aggressivo.
Il reach è di 465 mm per la taglia L in test, a cui si aggiungono un carro lungo 450 mm, un piantone sella da 480 mm e inclinato di 75°, un movimento centrale alto 323 mm e un angolo sterzo di 66°.

Le misure, che appaiono coerenti con il mondo trail, sono da prendere con le pinze. Infatti le full e le front si comportano diversamente sui sentieri: nelle prime si comprimono entrambe le sospensioni, mantenendo la forma della bici relativamente stabile (almeno verticalmente), mentre sulle seconde è solo la forcella anteriore a comprimersi e abbassarsi.

Cosa significa? L’angolo sterzo cambierà in misura maggiore in seguito a un determinato impatto rispetto a una biammortizzata, per il semplice motivo che la bici ruota intorno all’asse posteriore mentre la forcella si comprime e quindi il manubrio si avvicina al terreno. Anche il movimento centrale si abbasserà, ma meno rispetto a una full, mancando l’effetto combinato avantreno/retrotreno.

Per questo motivo non ci sono molte hardtail con travel superiore a 130-140 mm, perché le modifiche alla geometria con la forcella completamente compressa diventano decisamente sostanziali.

Per lo stesso motivo su una full il piantone sella tende a essere più verticale: in posizione di pedalata – quindi con la sospensione in quota di Sag – si aprirà un poco, sedendosi in misura maggiore nel suo travel quando si affronta una salita e vedendo così diminuire il suo valore (aprendo l’angolo sella).
Pertanto gli angoli statici più ripidi del piantone sella sono decisamente più vantaggiosi su una full suspended, meno su una hardtail con la sella che rimane saldamente in posizione con il biker seduto sopra di essa. Così troveremo hardtail con quote meno estreme, non solo per l’angolo sella ma anche per il reach, relativamente più compatto, e un movimento centrale più basso soffrendo in misura minore l’effetto derivante dal Sag e in ogni caso del naturale abbassamento dovuto all’assorbimento degli urti.
Inoltre, il nostro riferimento va alle 29er di ultima generazione, troviamo MTB con orizzontali allungati, stem corti e angoli anteriori molto aperti. Questi dettagli della geometria messi insieme, influiscono e non poco nelle quote del tubo piantone.
[immagini: Specialized, GT Bicycles, Cristiano Guarco, Linkage/bikechecker.com]