Alcuni eventi amatoriali di ciclismo che si svolgono sotto l’egida dell’ACSI sono stati ritenuti di interesse nazionale dal CONI. Dal ciclocross, fino ad arrivare alle granfondo, passando per le gare a circuito. A prescindere dalle valutazioni soggettive e dalle correnti di pensiero, questa è una decisione e una valutazione destinata a fare storia. Per il prima volta (in modo ufficiale), le attività sportive amatoriali sono considerate al pari degli sport d’elite.
Eventi amatoriali e Coni si pensa al futuro?
La situazione di emergenza ha messo in ginocchio diverse attività del mondo del lavoro e non è escluso lo sport; non è escluso il mondo amatoriale. In soldoni: da una parte abbiamo le attività e gli eventi dei pro, legati a contratti milionari e contratti di rescissione altrettanto pesanti, oltre ad una serie di problematiche economiche che interessano la TV. Dall’altra abbiamo il mondo amatoriale, quello della gente che paga per fare sport e agonismo, degli appassionati che spendono i soldi per dare sfogo alla passione e che permettono di dare vita ad un’industria che coinvolge diverse categorie merceologiche. Il comunicato che è stato emanato dall’ACSI porta con se un messaggio molto importante, fondamentale per l’evoluzione del settore amatoriale in ottica futura.
Il settore amatoriale non è di secondo piano
La decisione di considerare alcuni eventi di interesse nazionale per il CONI è uno stimolo positivo e offre una speranza altrettanto positiva per un futuro non troppo lontano: ovvero, quella che il mondo amatoriale non deve essere dimenticato ed è un’importante fonte di ricchezza nazionale. Forse, proprio a causa delle restrizioni e del lockdown di primavera, in molti si sono accorti che peso ha l’attività sportiva amatoriale di massa.
” Se le persone non praticano sport, non consumano e non acquistano, i negozi chiudono e le aziende non producono e di questa catena fanno parte anche gli amatori agonisti. Si perdono posti di lavoro e si crea un dramma sociale che si riflette in un assistenzialismo ancor più pronunciato rispetto a quello che già stiamo vivendo. Lo sport non è solo l’attività praticata, ma è un universo molto più complesso e articolato che genera lavoro e ricchezza”.
Amatori, eventi amatoriali e Federazione
E’ sempre più lecito pensare che, rispetto al passato, la FCI e il CONI guardino con un maggiore interesse tutto quello che è l’universo amatoriale, legato a categorie di praticanti ed eventi (importanti fonti dalle quali si può guadagnare). Se il guadagno diventa anche parallelo ad un’evoluzione positiva e creazione di qualcosa che va a vantaggio dei praticanti (magari dei più giovani), allora abbiamo fatto bingo!
Se la Federazione non ha mai brillato per la lungimiranza nella gestione del settore amatoriale, è pur vero che le guerre tra gli enti non hanno fatto altro che impoverire ulteriormente un settore che sembrava vivere di autogestione e con i paraocchi (dimenticando la collaborazione), per poi dover fare i conti con un calo di tesserati a tutti i livelli. Ci vogliono regole precise e qualcuno le faccia rispettare. La speranza è anche quella che i giochi di poltrone (sempre che questi abbiamo luogo) non siano finalizzati ai soli interessi personali!
Potrebbe essere ACSI l’ente preposto a “gestire” gli amatori?
In un certo senso è lecito pensarlo, quantomeno che venga identificato come ente parallelo alla FCI e responsabile del settore amatoriale nazionale riconosciuto. Le azioni di collaborazione tra il CONI, l’FCI ed ACSI sono un dato di fatto e questo ultimo comunicato ne è la dimostrazione. Questo è un dibattito ed uno spunto di discussione, come tale prende in considerazione i diversi aspetti di un ragionamento molto più ampio. Di certo è fondamentale contenere le tante frammentazioni delle quali siamo testimoni oggi.
In conclusione
Una svolta e un miglioramento in ambito amatoriale? Difficile a dirsi. Di sicuro, questo che stiamo vivendo è un momento storico che ha messo di fronte i “master of puppets” a decisioni che vanno a delineare il futuro degli eventi amatoriali. E’ difficile pensare ad una Federazione in grado (e che abbia la volontà, ma anche la forza) di “azzerare” gli enti e che faccia sua la gestione di categoria.
Più facile immagine ad una sorta di “delega” che permetta ad un solo ente o organizzazione di gestire gli amatori. E chissà se, con una gestione maggiormente oculata (migliore e con meno lotte intestine), al netto dei protocolli sanitari, si possa tornare anche ad una quota di partecipazione (iscrizioni e obolo giornaliero) meno costosa!!!!!
a cura della redazione tecnica, immagini Sara Carena.