Di: Chiara Giordani
Nonostante sia nata e cresciuta al mare, le montagne hanno sempre occupato un posto speciale nel mio cuore. É in mezzo alle montagne che cresce quella sensazione di libertà e leggerezza che mi permette di far viaggiare la mente in lungo e in largo! Inoltre, cosa c’è di meglio di quella cucina rustica e gustosa, tipica delle aree montane, dove le materie prime utilizzate sono rigorosamente di produzione locale, da godersi dopo un’intera giornata sulle gambe? Per quanto mi riguarda, nulla.
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Con Dolomiti Supersummer e ASI – Alpinschule Innsbruck siamo andati alla scoperta delle Dolomiti grazie al progetto “Dolomites Ronda”, l’opportunità di vivere le montagne più belle del mondo in tutta semplicità.
“La nuova offerta consiste in varie escursioni giornaliere con diversi livelli di difficoltà, che possono essere combinate in maniera “modulare” per formare un insieme più ampio. In questo modo, le escursioni nelle Dolomiti possono essere pianificate su più giorni, utilizzando gli impianti di risalita estivi aperti di < per le salite più importanti, mentre i bagagli vengono trasportati alla destinazione delle singole tappe e i pernottamenti avvengono sempre negli hotel partner in valle. In questo modo, i clienti possono godersi il fantastico paesaggio montano durante il giorno e approfittare di tutte le comodità dell’ospitalità di montagna la sera. Le escursioni possono essere effettuate in compagnia di guide alpine locali o da soli, mentre l’organizzazione prenota e organizza sempre l’alloggio e i trasferimenti. Insomma, un modo nuovo per conoscere le montagne più belle del mondo, lasciando il meno possibile al caso”.
Sarò onesta, in un primo momento all’idea di dover pernottare in hotel ho storto il naso. Non sono una grande sostenitrice della comodità, mi annoia, sono amante delle notti in rifugio, delle camere condivise e delle chiacchiere con gli sconosciuti. In ogni caso, un po’ di comodità non si rifiuta mai quindi si parte per l’esperienza, nel primo weekend di autunno, con l’estate ancora addosso e nessuna voglia di lasciarla andare.
Dolomiti, patrimonio UNESCO
Siamo sulle montagne più spettacolari della Terra, definite già nel ‘900 da Le Corbusier “l’opera architettonica più bella del mondo”, oggi sono il gruppo montuoso patrimonio naturale mondiale UNESCO, titolo che riconosce non solo la bellezza naturale del sito ma anche il costante impegno per la sua salvaguardia.
Non stupitevi se durante una delle vostre escursioni vi capita di inciampare su resti fossili incastonati nella roccia! Sono la testimonianza della storia che questa magnifica opera naturale ha alle spalle. Oggi alziamo lo sguardo verso il cielo e le vediamo lì, imponenti, stagliarsi fiere davanti a noi, ma 250 milioni di anni fa avremmo dovuto immergerci e ammirarle sotto il livello del mare.
Il nostro tour parte dall’Alpe di Siusi prevedendo in prima battuta un’escursione con ascesa alla cima del Sassopiatto (2.955 m) da dove si gode di un panorama a 360° con vista sulla Marmolada (3.343 m). Causa meteo avverso, ma grazie alla prontezza delle guide, abbiamo optato per la VALLE ISARCO culla di una delle cittadine medievali più caratteristiche del Sudtirol, Brixen (in tedesco), meglio conosciuta come Bressanone. Un gioiellino ricco di tesori culturali, con più di mille anni di storia e un’altissima qualità della vita. Chiusa nella sua cinta muraria, Bressanone è stato un ottimo punto di partenza, soprattutto se la pioggia è incessante e stare sui sentieri non è la cosa migliore da fare.
Il cuore della città è il Duomo, edificio religioso che risale al X secolo, che al suo interno nasconde il chiostro, da cui sono rimasta piacevolmente affascinata, coronato da una volta affrescata che racconta la storia dell’evoluzione medievale.
Quello che ho apprezzato di più è stata la semplicità di passeggiare per il centro storico, perdendomi nella ragnatela di vie alla scoperta di angolini suggestivi, respirando i profumi della tipica cucina altoatesina che verso l’ora di pranzo diventano l’oggetto primario di desiderio. Zuppe, canederli al grano saraceno, formaggio di capra, il tutto accompagnato dal pluripremiato vino bianco della zona. A questo punto la Valle Isarco è servita in tavola tutta da gustare e… come ce la siamo gustata!
La sera ci spostiamo verso l’Alta Badia, ospitati all’hotel Majun di La Villa, dove veniamo accolti dall’elegantissima signora Roberta che, nel suo completo rosa, fa gli onori di casa proponendoci una cucina 100% tirolese di alto livello e mettendo a disposizione solo per noi un’incantevole SPA con vetrata sulle montagne.
Alta Badia
Il secondo giorno si parte da Corvara in Badia dove prendiamo la cabinovia Boè che in pochi minuti ci porta alle pendici del Sella da dove partono e si snodano tantissimi sentieri. Noi prendiamo quello che ci porta al Rifugio Franz Kostner Al Vallon ormai casa, nel vero senso della parola, di Emmanuel che vive qui 365 giorni all’anno e che conosce la zona come le sue tasche, vivendola in ogni stagione, saprà raccontarvi le curiosità del territorio. Da qui, non potendo proseguire per la cima del Boè (3.152 m) causa presenza neve, aggiriamo il massiccio lungo il sentiero roccioso con vista aperta sulla terra dei ladini, con sguardo perso tra il ghiacciaio della Marmolada e i picchi del Fanes. La giornata è nuvolosa e questo rende il panorama dinamico, in continuo movimento: le foto che mi piacciono di più le ho fatte oggi, qui.
Svalichiamo in Val di Fassa raggiungendo Col di Lana dove, con la Funivia Sass Pordoi, arriviamo alla Terrazza Dolomiti a quasi 3.000 metri d’altezza, dove il paesaggio propone una spettacolare veduta sul Catinaccio.
Siamo sul Passo Pordoi, sulla Strada delle Dolomiti che collega Bolzano a Cortina, protagonista di molte battaglie della Prima Guerra Mondiale, motivo per cui vale la pena una visita al Museo della Grande Guerra che ospita i più disparati reperti ritrovati in zona, da mine inesplose alle scatolette di tonno con cui si nutrivano i soldati in trincea. Per chi è alla ricerca di adrenalina in questa zona non mancano le vie d’arrampicata estive e le discese per lo sci freeride invernali.
Dalle terre alte scendiamo a valle, accolti all’hotel Valacia dove ci concediamo un idromassaggio vista Marmolada prima di andarci a gustare la cena tutti insieme.
Val di Fassa
Siamo al centro dell’area del Dolomiti Super Ski, dove è ancora forte la cultura ladina e dove, la comunità, ha saputo custodire la sua lingua, la natura e la bellezza di queste montagne. Oggi siamo alla volta delle Torri del Vajolet, Patrimonio dell’Umanità. Un luogo da non perdere.
Si parte dalla stazione della funivia del Catinaccio che ci porta alla conca del Gardeccia, punto di partenza per raggiungere il Rifugio Vajolet dove è bene fare scorta di energie perché ho scoperto a mie spese che prima di mettere le gambe sotto il tavolo al Rifugio Santner c’è da faticare, soprattutto se ti sei presa l’impegno di fare le foto ai tuoi compagni di avventura e il tuo passo deve essere più svelto di quello degli altri. Il sentiero da percorrere è il n.542, la via ferrata Gartl, con la quale raggiungiamo prima il rifugio Re Alberto e, attraversando la Forcella Laurino, il rifugio Passo Santner dove è d’obbligo fermarsi a mangiare. Io dei canederli così buoni non li ho mai mangiati prima.
Con la pancia piena di gioia, ci imbraghiamo e iniziamo la discesa attraverso la via ferrata del Passo Santner, segnata come di media difficoltà e, in effetti, qualche passaggio un po’ a strapiombo c’è, ma con la giusta attenzione si fa tutto con tranquillità.
Lo sguardo è concentrato su dove mettere i piedi e contemporaneamente sulla vista mozzafiato che si è aperta davanti a noi una volta scollinato sul versante sud-ovest del Catinaccio. Destinazione finale è il Rifugio Fronza Le Coronelle dove ci concediamo la classica birretta da reintegro post fatica, quella del camminatore che si vuole godere l’esperienza fino infondo!
La peculiarità di questa esperienza è la possibilità di vivere le montagne durante il giorno facendo escursioni circondati dalle cime più imperiose del mondo “in modalità tailor made”, per poi godersi la cultura locale la sera.
Questa è un’opportunità perfetta per coppie che amano faticare di giorno ma vogliono rimanere in un’atmosfera romantica la sera condividendo un bicchiere di vino nella vasca idromassaggio, oppure per famiglie con bambini che possono scegliere escursioni più accessibili usufruendo degli impianti di risalita aperti anche in estate e della possibilità, per esempio, di noleggiare mountain bike, rendendo l’esperienza più dinamica e divertente anche per i più piccoli.
Io ci tornerò presto, probabilmente con la mia amica Silvia, grande camminatrice ma che non ne vuole sapere di rifugi e camere condivise perché per lei: “Dopo il dislivello, c’è il riposo di alto livello!” ovvero comfort, relax e privacy.
Info: Dolomites Ronda
Chiara Did it With
Tecnica – Sulfur
Affidabilissima compagna di avventura è stata la SULFUR, la nuova scarpa di avvicinamento di Tecnica che ho potuto testare in prima persona su e giù da sentieri rocciosi, friabili, pietrosi e ferrate per tre giorni di fila. Quello che ho notato fin da subito è la calzata molto comoda, sensazione che mi è rimasta anche dopo le ore di camminate. Di solito una scarpa comoda perde di precisione e agilità a livello tecnico, in questo caso la Sulfur mi ha tenuto in piedi su tutti i terreni affrontati. Non a caso viene definita una scarpa tech approach ovvero scarpa da avvicinamento che deve garantire grip da un lato e comodità dall’altro, non posso far altro che confermarlo.