Le mountain bike con ammortizzatori occultati nel telaio sono comparse nei cataloghi Bold e Scott negli ultimi anni. È un design futuristico ed elegante, che ha origine nel primo marchio, acquisito poi dal secondo ben più noto per farne propria la piattaforma tecnologica. Di fatto, tutte le full suspended Scott di ultima generazione hanno l’ammortizzatore integrato nel telaio… e non potrebbe essere altrimenti…
La domanda sorge spontanea: questa è una buona idea? In questo approfondimento vi spiegheremo meglio gli ammortizzatori nascosti nel telaio della mountain bike, come e dove sono stati integrati, finendo con la valutazione dei pro e dei contro.
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Ammortizzatori nascosti nel telaio: cosa sono
Il design classico della sospensione posteriore di una mountain bike prevede l’ammortizzatore fissato al triangolo anteriore. I diversi approcci per il carro determinano con precisione la posizione dell’ammo e il modo in cui si collega al carro posteriore. Se direttamente – schema mono pivot – oppure tramite uno o più leveraggi.
Mountain bike con ammo integrato, come la prima Bold Unplugged da cui sono derivati gli altri modelli del piccolo marchio svizzero prima, e la gamma di biammortizzate Scott poi, adottano invece un approccio diverso.
Come suggerisce il nome, i sistemi di sospensione posteriore integrati sono occultati all’interno delle tubazioni (ammortizzatore e a volte anche i leveraggi), a differenza di quelli tradizioni che invece sono visibili e collocati all’esterno. Ne risulta una linea eccezionalmente pulita e avveniristica, complice anche il cablaggio interno e l’eventuale presenza di una trasmissione elettronica senza fili.
L’ammortizzatore è spesso inserito all’interno del triangolo anteriore, in genere vicino alla zona del movimento centrale, e collegato al carro tramite uno o più leveraggi.
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Ammortizzatori nascosti nel telaio: pro e contro
Vediamo ora quali sono i vantaggi e gli svantaggi del sistema dei sistemi di sospensione che sfruttano ammortizzatori nascosti nel telaio della mountain bike.
Pro
Questi sono i principali vantaggi degli ammortizzatori interni al telaio:
- Estetica pulita: nascondendo l’ammortizzatore all’interno delle tubazioni del telaio, i designer possono creare bici dall’aspetto più elegante e filante. Anche se il look futuristico potrebbe non piacere a tutti, appagherà l’occhio di chi apprezza le silhouette lineari.
- Migliore protezione dell’ammortizzatore: un altro vantaggio fondamentale è la protezione notevolmente migliorata dagli agenti atmosferici, dal fango e dai detriti. Gli ammo sono spesso sigillati all’interno del telaio, aumentando gli intervalli di manutenzione e riducendo l’usura.
- Prestazioni migliorate: essendo alloggiati all’interno del telaio stesso, gli ammortizzatori posteriori integrati possono essere posizionati più in basso rispetto alle loro controparti visibili, conferendo al telaio un centro di gravità ribassato. Ma non sempre è così, come è capitato sulla prima generazione della eMTB Scott Patron eRide, con l’ammo al di sotto del tubo obliquo. In ogni caso, il pensiero comune è che questo garantisce una migliore maneggevolezza e stabilità nelle discese… anche se si deve considerare l’insieme bici e ciclista nell’equazione, con le decine di chili del secondo che vincono sulla manciata di etti di un ammo…
Contro
Sebbene l’elenco dei pro dimostri che il design con ammortizzatore posteriore integrato offre il potenziale per migliorare le prestazioni e l’estetica, questo approccio non è privo di contro:
- Manutenzione più complessa: l’elaborato design richiesto per alloggiare un ammo all’interno del telaio aggiunge complessità. L’accesso al cuore della sospensione posteriore è fondamentale, quindi l’approccio più diffuso prevede l’utilizzo di uno sportello – coperto da cover – che consente le regolazioni al volo, dal parcheggio prima di partire al lato del sentiero.
Tuttavia, questa operazione può essere complicata e alcuni modelli richiedono più di un normale multi-utensile. - Scelta limitata: all’inizio dell’era “integrata”, buona parte degli ammortizzatori era progettata in stretta collaborazione tra il produttore della bici quello delle sospensioni. Questo garantisce un posizionamento e regolazioni ottimali per un particolare design del telaio. Tuttavia, ciò significa anche che spesso il frameset è esclusivo per un solo modello di ammortizzatore, limitando la personalizzazione. L’ultima generazione di MTB integrate usa ammo tradizionali, aprendo le porta anche a modelli con serbatoio separato – design con Piggy Back – per impieghi tra Enduro e Bike Park.
- Costo più elevato: presente soprattutto sulle superbike in carbonio di fascia alta, la tecnologia degli ammortizzatori nascosti non è certo a buon mercato. Il tempo ci dirà se questa tendenza si estenderà anche alle mountain bike in alluminio meno costose, ma per il momento è riservata a chi ha le tasche più gonfie. Qualcosa sta cambiando, vedi alla voce Scott Patron eRide di ultima generazione.
- Surriscaldamento sulle lunghe discese: a causa della loro posizione all’interno del telaio, gli ammo integrati non sono ben ventilati. Questo può causare l’accumulo di calore in eccesso durante le discese più lunghe lunghe, perché l’ammortizzatore non è esposto a un costante flusso d’aria di raffreddamento. In alcuni casi estremi, questo potrebbe portare a prestazioni inferiori dell’ammortizzatore, in particolare per i modelli ‘inline’ senza Piggy Back, quindi con un volume inferiore dell’olio e idrauliche più raffinate, ma anche un volume d’aria inferiore (per via degli spazi ridotti a disposizione).
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I design delle sospensioni posteriori
La maggior parte degli ammortizzatori nascosti nel telaio della mountain bike segue una tendenza simile. L’ammo è alloggiato dentro al frameset, vicino alla scatola del movimento centrale, ed è azionato da una serie di leveraggi, come su una tradizionale mountain bike.
A seconda del design del telaio, l’orientamento dell’ammo può essere verticale o orizzontale. Le più recenti proposte integrate di Scott usano il primo approccio, con l’ammo il più vicino possibile al piantone sella.
Il produttore spagnolo Berria utilizza un layout molto simile per la sua Mako LTD da Cross Country. Un altro progetto interessante è quello della Olympia F1-X, un’altra bici da XC Race.
La F1-X utilizza un design semi-integrato, in cui il corpo dell’ammo è incorporato nel piantone sella, ma lo stelo sporge leggermente per un accesso relativamente più facile. Questo design consente di montare l’ammortizzatore sullo stesso fulcro principale della sospensione posteriore.
Un design diverso è quello della Cannondale Jekyll da Enduro, con l’ammortizzatore collocato all’interno di una culla ricavata nel tubo obliquo, opportunamente protetto da una cover in materiale plastico, facilmente rimovibile per la messa a punto e la manutenzione ordinaria.
Tornando al mondo XC, sia Specialized Epic World Cup sia Trek Supercaliber hanno ammortizzatori che corrono al di sotto del tubo orizzontale (il secondo con design proprietario), alla base di una sospensione posteriore minimale.
Come accennato, buona parte delle biammortizzate “integrate” è progettata intorno a un ammortizzatore posteriore specifico per consentire un posizionamento ottimale all’interno del telaio.
Scott e Bold impiegano entrambi la linea Nude di Fox per le loro MTB (tre setup per la camera d’aria principale e quindi progressività sino al blocco). Questi ammortizzatori sono stati progettati con il contributo di Scott e non possono essere sostituiti con altri modelli.
Molte bici da Cross Country, come Scott Spark RC e Olympia F1-X, utilizzano il SIDLuxe Ultimate di RockShox, che si presta bene a progetti integrati grazie alla sua forma snella.
Riassumendo, sebbene esistano diversi marchi e design di ammortizzatori utilizzati da diversi produttori per diversi modelli, una volta fatta la scelta ci si impegna a utilizzare le sospensioni di serie.
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Ammo a molla: si può?
Finora non abbiamo visto ammo a molla utilizzati con il design integrato. I motivi potrebbero essere un paio.
In primo luogo, gli ammortizzatori a molla tendono a essere molto più ingombranti delle loro controparti ad aria. Questo è un grosso svantaggio, perché lo spazio all’interno dei tubi del telaio è limitato.
In secondo luogo, sono anche molto più pesanti. Anche se abbiamo visto alcune bici da Trail ed Enduro con ammortizzatore nascosto (Scott Ransom su tutte), la maggior parte delle bici sul mercato sono progettate per il Cross Country. Per questo tipo di impiego, una molla è semplicemente troppo pesante e non apporta alcun beneficio in termini di prestazioni.
Se il trend degli ammortizzatori nascosti nel telaio della mountain bike dovesse continuare a crescere, potremmo aspettarci di vedere emergere alcuni modelli di bici con la molla al retrotreno. Fino ad allora, la festa sarà solo per l’aria.
Il futuro sarà integrato?
Cosa ci riserverà il futuro non è ancora chiaro. Il fatto che un marchio leader di mercato come Scott abbia abbracciato in pieno l’idea e stia trasformando l’intera gamma di full suspended la dice lunga sul potenziale di questo design
Tuttavia, finora il resto del settore è stato lento nell’adottare la tendenza. Il fatto innegabile è che non c’è nulla di sbagliato e/o limitato nelle sospensioni tradizionali.
L’ammortizzatore è ovviamente più protetto dalle intemperie all’interno del telaio e può essere posizionato più in basso, ma resta da vedere se questi vantaggi giustificano costi e complessità superiore, uniti a una minore personalizzazione.
Sì, perché il design è futuristico, ma anche abbastanza impersonale.
[foto: Scott Bikes, Bold Bicycles, Cannondale, Cristiano Guarco]