Pochi dubbi: il mix bike boom/ritardi nelle consegne ha portato grande fermento nel mercato dell’usato. Di questi tempi, in cui trovare le bici nuove in negozio è una chimera e a ordinarle occorre mettere in conto lunghi tempi di attesa, l’acquisto di seconda mano torna a essere un’opzione molto battuta, a volte unica alternativa per chi non può o non vuole aspettare. Si sono quindi moltiplicate le transazioni di biciclette usate ma, per la più antica legge di mercato, quando la curva della domanda di un bene cresce, comincia a crescere anche la curva dei prezzi, soprattutto se l’offerta è scarsa. Non è tutto, un’altra naturale (purtroppo) conseguenza è che il mercato si popola di attori e prodotti poco raccomandabili…
Ecco dunque, il nostro decalogo su come comportarsi per evitare brutte sorprese quando si prende in considerazione l’acquisto di una bici usata. Seguendo pochi ma precisi consigli e avendo alcune fondamentali accortezze ci si può mettere in garage una compagna di avventure, che ci accompagnerà fedele per migliaia di chilometri.
E se, in fin dei conti, condizioni del genere non sussistono, credeteci, è senza dubbio preferibile armarsi di pazienza e orientarsi verso il mercato del nuovo.
Acquistare da privati
Parlare di usato per l’articolo “bicicletta” impone di distinguere la questione in due filoni: le compravendite tra privati e quelle tra esercizi commerciali e privati.
La prima è evidentemente la strada più rischiosa, non solo perché si acquista da un soggetto che generalmente non ha la competenza e le conoscenze tecniche che ha (o dovrebbe avere) un negoziante, ma più che altro perché nelle compravendite tra privati non c’è traccia alcuna di garanzia formale da parte del venditore e tantomeno la legge impone a quest’ultimo di offrirla.
Tra i rischi possibili in questo senso, quello di comperare un mezzo che non sia in condizioni di efficienza e in genere che abbia difetti meccanici e/o strutturali (che non si riescono ad appurare durante la fase di trattativa) è forse quello minore. Pericolo ancora più grosso è ritrovarsi tra le mani una bici di provenienza illecita, con il conseguente rischio di diventare anche rei di ricettazione…
Acquistare in rete
Altrettanto spiacevole (purtroppo sempre più diffusa) situazione, è l’acquisto di una bici falsa. Recenti dati ANCMA ci ricordano che quello delle inserzioni illecite è un fenomeno sempre più presente tra gli attori dell’eCommerce, ed evidentemente questo dato non potrà che diventare un elemento potenzialmente in grado di deteriorare ancora di più un mercato senza regole e controlli come è quello delle compravendite tra privati.
Considerazioni come quelle appena fatte suggeriscono di valutare con estrema cautela questa strada, semmai di utilizzarla soltanto quando si conosce molto bene il venditore e ci si possa ragionevolmente fidare di quel che propone e di come lo descrive.
Alla luce di quanto appena detto, diventa ancor più rischiosa la vendita tra privati effettuata a distanza, attraverso i mille canali on-line di cui è oggi possibile servirsi.
Acquistare in negozio
Diversamente da quelle tra privati, nelle compravendite di beni usati tra un negozio e un privato il primo è tenuto per legge a rilasciare una garanzia di conformità relativa all’oggetto che vende. In pratica, è la stessa regola che vale per le autovetture: se si parla di biciclette, l’usato deve essere garantito almeno per un anno (questo è l’arco temporale cui si adeguano tutti i commercianti di settore in Italia), salvo accordi diversi tra le parti.
Ma attenzione. Diversamente dalla garanzia sul nuovo (sia che ci si riferisca alla garanzia commerciale del produttore sia alla garanzia legale, che spetta al soggetto che vende) la garanzia sull’usato andrà a valutare l’eventuale difetto considerando il livello di usura del prodotto in relazione all’uso che ne è stato fatto. Un esempio può chiarire: non si potranno avanzare richieste di riparazione in garanzia per una sella che sappiamo essere già stata usata per diecimila chilometri e aver subito un’usura proporzionata a tale percorrenza.
Tant’è: come minimo la norma della garanzia responsabilizza il negoziante a mettere in vendita beni usati di cui abbia effettivamente provato l’efficienza e la funzionalità. Poi, ovviamente ci sono la professionalità, la competenza e la preparazione che in genere dovrebbero avere tutti coloro che le bici le vendono per professione.
Non da ultimo, il parco bici usate che si può trovare in negozio è nella maggior parte dei casi un parco di mezzi che proviene da permute di clienti, acquirenti di cui il negoziante dovrebbe avere una buona conoscenza e che spesso hanno manutenuto il loro mezzo nel tempo proprio in quel negozio.
Per ricapitolare: quando si tratta di bici usate, la strada maestra è quella del negozio fisico, con regolare scontrino di acquisto da esibire per poter far valere la garanzia. Situazione ideale, sarebbe la possibilità di provare almeno per pochi chilometri il mezzo che si è in procinto di acquistare.
Quando si parla di usato, infatti, la semplice analisi visiva, seppur approfondita, può non bastare.
Cosa controllare
In entrambe le situazioni (privato e negozio) ecco alcune indicazioni sui controlli basilari per valutare la bontà di una bici usata.
–Telaio: soprattutto se il materiale con cui è realizzato è la diffusissima fibra di carbonio, a volte neanche il più attento degli occhi o il più bravo dei meccanici riuscirà a capire, semplicemente a vista, che tipo di utilizzo è stato fatto di quel mezzo. Quasi impossibile valutare quali sollecitazioni ha dovuto sopportare il telaio (e la forcella) e soprattutto che stile di guida aveva il precedente proprietario (cosa che incide sulle condizioni di una bicicletta). Ancora una volta, ritorna l’importanza di valutare affidabilità, serietà e onestà di chi vende, e assieme a queste torna utile considerare il canale da cui si compera.
Detto questo, un esame davvero attento sulle superfici potrebbe comunque scorgere su telaio e forcella eventuali aloni opachi o piccole fenditure superficiali che potrebbero essere sintomo di delaminazioni imminenti del composito, che a lungo andare possono portare a cedimenti improvvisi. Lo stesso dicasi per crepe che sembrano di impercettibile entità oppure per abrasioni per esempio causate dalla catena che si incastra nei foderi bassi.
–Componenti: sono d’obbligo verifiche sulle parti di trasmissione ed elementi rotanti, prima di tutto per verificare eventuali giochi laterali sulla guarnitura o sui mozzi, eventuali movimenti laschi nei meccanismi di sterzo nel loro interfacciarsi con telaio e forcella. Ancora, andrà verificato il buon funzionamento complessivo del “tris” degli organi di trasmissione (catena, corone, pignoni). Per la maggior parte di questi controlli non basta il semplice, seppure attento esame visivo, ma occorre effettuare un giro di prova.
Occhio alla taglia
Altro aspetto da non sottovalutare, quando si acquista un usato, è quello della taglia e della posizione in sella: è praticamente impossibile che l’assetto del precedente proprietario corrisponda esattamente a quello di cui realmente necessita il nuovo acquirente. In genere, gli adattamenti sull’altezza e sull’arretramento sella sono generalmente ampi sulle biciclette attuali, ma questi non dovranno mai superare estensioni tali che giustifichino l’adeguamento di una taglia inadeguata di telaio. Ovviamente anche per l’usato vale la stessa regola del nuovo: un telaio di misura errata è un telaio di misura errata, punto. Oltre certi limiti non è possibile correggere l’assetto adattando la componentistica. Soprattutto quando si tratta di una bicicletta realizzata su misura.
Prima di comprare, bisogna quindi valutare con attenzione i reali margini di adeguamento della posizione in altezza del manubrio, oltre alla misura in altezza e in lunghezza del telaio (i cosiddetti stack e reach). Parametri fondamentali rispetto alle caratteristiche dell’utente e alla tipologia di utilizzo che della bici si intende fare. Il dato di fatto è che sulle moderne bici sportive l’intervento su questo parametro ha margini relativamente limitati, di conseguenza gli adattamenti dei vari casi saranno allo stesso modo contenuti.
La variabile prezzo
Indefinibile o, se preferite, variabile entro una forbice assai ampia, in funzione delle condizioni e del caso: il valore economico di una bici usata non può che sottostare a queste regole fondamentali. Non c’è alcun riferimento univoco che quantifica la valutazione di quell’oggetto e molto spesso, soprattutto nel caso di trattative tra privati: il “prezzo di realizzo” è semplicemente il risultato di una trattativa più o meno lunga tra le parti. Nel caso di acquisto da un negoziante, invece, i margini di trattativa sono di solito inferiori e il valore richiesto generalmente più alto, alla luce di tutti quei vantaggi che spettano a chi acquista un bene – anche di seconda mano – da un esercizio commerciale autorizzato e, preferibilmente, specializzato. I negozianti in genere accettano bici in permuta con una vita non superiore ai tre/quattro anni, ma alla luce della frequenza con cui i nuovi modelli di bici sono introdotti sul mercato (soprattutto nel caso di bici a pedalata assistita), questo lasso temporale tende a contrarsi.
Svalutazione
Lo stesso meccanismo è alla base di una svalutazione sempre più rapida del nostro oggetto del desiderio. Svalutazione che si somma al deprezzamento che subisce una bici nuova nell’esatto momento in cui passa dalle mani del negoziante al compratore o, se preferite, nel momento in cui l’acquirente acquista online. In quell’istante, prima ancora che il cliente esca dal negozio o abbia digitato l’ultimo numero della sua carta di credito, la bici avrà già perso l’IVA e tutta quella serie di benefit di cui di si può giovare solo il primo proprietario e non quelli successivi. La svalutazione ovviamente continuerà ad aumentare dal momento in cui la bici inizierà a essere davvero utilizzata.
Le considerazioni che abbiamo appena fatto ci portano a ricordare che l’acquisto di una bicicletta, qualunque essa sia, dovrà per forza di cose avvenire a un prezzo di gran lunga inferiore al prezzo di listino a cui è proposto il corrispondente modello nuovo.
Non solo: le bici di fascia alta sono in proporzione soggette a una svalutazione maggiore rispetto a quelle di fascia media o ancor di più rispetto alle entry-level. In primis, per una ragione legata al costo di origine più alto di quel bene, ma anche perché, sul mercato dell’usato, le bici di fascia altissima hanno meno domanda rispetto ai più ricercati modelli di fascia media o bassa.
Insomma, pur ricordando che per l’usato è impossibile dare dei riferimenti economici univoci o precisi, l’esperienza ci dice che spesso quello che sul mercato dell’usato tanti proclamano come “vero affare”, è in realtà la giusta collocazione economica per quell’oggetto.