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Bici e caldo: i sali non bastano

di - 03/08/2023

Prendiamo due fatti. Primo fatto: in questo periodo, le alte temperature sono al di sopra delle medie stagionali. Secondo fatto: mettere i sali minerali in borraccia, durante l’allenamento e le uscite in bici, è un concetto ormai noto e sempre valido. Ciò detto, facciamo un passo in avanti e consideriamo che ci sono alcuni piccoli accorgimenti che ci possono aiutare a contrastare lo stress imposto da un clima particolarmente caldo. In quest’ottica, ritenzione idrica e temperatura corporea sono due parole chiave.

Ritenzione idrica

Assumere dei carboidrati leggermente salati nel pasto precedente l’uscita in bici ci permette di aumentare la ritenzione idrica e quindi le scorte interne di acqua. Dei cracker salati, un piatto di patate al forno con un po’ di sale o un’insalata di riso con feta greca e prosciutto crudo sono ottimi alimenti che favoriscono la ritenzione di liquidi, fornendoci più autonomia con il caldo.

Temperatura corporea

Guance, palmi delle mani e pianta dei piedi rappresentano i “radiatori” naturali del nostro corpo. Tenere le mani in acqua fredda (per esempio dentro una fontana) per alcuni minuti, ci permette di abbassare la temperatura interna del corpo, garantendoci un ritmo costante durante la pedalata. Per questo stesso motivo, anche se viene naturale farlo,  vi consigliamo di non asciugare il sudore dalla pelle: esso favorisce la dispersione di calore e rappresenta quindi un ottimo alleato per combattere il caldo.

Quali sali

Per quanto riguarda i sali, invece, ricordiamoci che non sono importanti solo magnesio e potassio, ma anche sodio, calcio e cloro. Aggiungerne in borraccia la giusta concentrazione è fondamentale: deve assicurare una bevanda isotonica (300 M0smol/litro), termine spesso ben riportato nell’etichetta dal produttore. Sodio, magnesio e potassio devono essere i sali presenti nelle quantità maggiori. Modificare il dosaggio per compiacere il proprio gusto è invece un comportamento che va a discapito della corretta idratazione.

di Enrico Baggio | Biologo nutrizionista

Mi piacciono le biciclette, tutte, e mi piace pedalare. Mi piace ascoltare le belle storie di uomini e di bici, e ogni tanto raccontarne qualcuna. L'amore è nato sulla sabbia, con le biglie di Bitossi e De Vlaeminck ed è maturato sui sentieri del Mottarone in sella a una Specialized Rockhopper, rossa e rigida. Avevo appena cominciato a scrivere di neve quando rimasi folgorato da quelle bici reazionarie con le ruote tassellate, i manubri larghi e i nomi americani. Da quel momento in poi fu solo Mountain Bike, e divenne anche il mio lavoro. Un lavoro bellissimo, che culminò con la direzione di Tutto MTB. A quei tempi era la Bibbia. Dopo un po' di anni la vita e la penna parlarono di altro, ma il cuore rimase sempre sui pedali. Le mountain bike diventarono front, full, in alluminio, in carbonio, le ruote si ingrandirono e le escursioni aumentarono, e io maturavo come loro. Cominciai a frequentare anche l'asfalto, scettico ma curioso. Iscrivendomi alle gare per pedalare senza le auto a fare paura. Poi, finalmente arrivò il Gravel, un meraviglioso dejavu, un tuffo nelle vecchie emozioni. La vita e la penna nel frattempo erano tornate a parlare di pedali: il cerchio si era meravigliosamente chiuso.