Lo abbiamo percepito tutti sulla nostra pelle e anche i surfers più maturi confermano di non ricordare un Ottobre contraddistinto da una piatta così lunga e persistente. Ma il mese appena concluso, in modo ancor più preoccupante, ha prodotto diversi record meteo-climatici confermando un trend di caldo e siccità che va avanti senza sosta da molti mesi.
Il clima sta cambiando ad una velocità mai riscontrata fino ad oggi e tutto ciò viene confermato dai dati, oltre che dalla nostra comune percezione.
E’ stato pubblicato ieri il rapporto sullo stato del clima in Europa della WMO (Organizzazione Meteorologica Mondiale, OMM) prodotto in collaborazione con il Servizio sui cambiamenti climatici di Copernicus dell’Unione europea, incentrato sul 2021, che fornisce informazioni sull’aumento delle temperature, ondate di calore marine e terrestri, eventi meteo estremi, cambiamenti nel tipo di precipitazioni e ritiro di ghiaccio e neve.
Dal rapporto si evince che le temperature in Europa stanno aumentando di oltre il doppio della media globale negli ultimi 30 anni, con una velocità più alta di qualsiasi altro continente del mondo. L’aumento termico sul vecchio continente nel periodo 1991-2021 è avvenuto con un tasso medio di circa +0,5 °C per decennio. Di conseguenza, molti ghiacciai alpini hanno perso 30 metri di spessore di ghiaccio dal 1997 al 2021. La calotta glaciale della Groenlandia si sta sciogliendo e questo contribuisce ad accelerare l’innalzamento del livello del mare.
Il global warming si registra soprattutto all’interno del bacino del Mediterraneo: possiamo dunque affermare che il nostro è uno dei migliori spot del mondo…per il cambiamento climatico!
Nel 2021, in Europa eventi meteorologici e climatici ad alto impatto hanno provocato centinaia di vittime, colpito direttamente più di mezzo milione di persone e causato danni economici superiori a 50 miliardi di dollari. Circa l’84% degli eventi sono stati inondazioni o tempeste.
Ma c’è anche qualche buona notizia.
Alcuni paesi in Europa hanno avuto successo nel ridurre le emissioni di gas serra. In particolare, nell’Unione Europea (UE) le emissioni di gas serra sono diminuite del 31% tra il 1990 e il 2020. L’obiettivo è quello di arrivare ad una riduzione netta del 55% per il 2030.
L’Europa è inoltre uno dei leader mondiali nella fornitura di sistemi di allerta rapidi ed efficaci, con circa il 75% delle persone protette attraverso il sistema di allertamento come quello della protezione civile italiana.
Andando oltre queste parziali “buone” notizie è stato confermato che, indipendentemente dai futuri livelli di riscaldamento globale di tipo antropico che riusciremo a mitigare, le temperature aumenteranno in tutte le aree europee ad una velocità superiore alle variazioni della temperatura media globale, in modo simile alle osservazioni passate fatte sino ad oggi.
Boe della rete ondametrica nazionale di Alghero, Ancona, Ponza e La Spezia: altezza significativa dell’onda tra l’1 settembre e il 31 ottobre 2022. Fonte: mareografico.it
Tutti dovremo quindi abituarci a degli scenari meteo-climatici mai visti prima, le cui conseguenze restano ancora da valutare.
Tornando al tema delle onde e del surf, anche in questo caso il cambiamento climatico sta portando tante novità. L’ottobre 2022 ha visto una carenza di perturbazioni e di swell mai registrati prima.
Dopo un autunno partito all’incirca nella media, stagione che ricordiamo inizia dal 1 settembre, a fine mese una perturbazione ventosa ha accompagnato la formazione di discrete mareggiate su tutto il bacino del Mediterraneo.
Boe della rete ondametrica nazionale di Alghero, Ancona, Ponza e La Spezia: periodo medio spettrale dell’onda tra l’1 settembre e il 31 ottobre 2022. Da notare per il mese di ottobre valori sempre inferiori ai 6 secondi salvo un caso isolato. Fonte: mareografico.it
Ottobre 2022 è così iniziato con le ultime onde in scaduta portate da una perturbazione in allontanamento verso l’oriente, dopodiché tutto si è calmato.
La graduale rimonta di un’alta pressione dalle caratteristiche sub-tropicali, di quelle provenienti dal nord-Africa, ha poi sbarrato l’accesso alle perturbazioni sull’Italia sin verso la fine del mese.
Come mostrano i grafici della Rete Ondametrica Nazionale estratti e riportati in questo articolo, tra il 22 e il 26 ottobre abbiamo assistito localmente ad una timida mareggiata sciroccale sui mari di ponente, per il resto ancora tanta piatta.
Poi è di nuovo rimontato l’anticiclone nord africano garantendo giornate calme in mare, siccità e un caldo fuori stagione altrove sino all’inizio di questa settimana.
In un contesto particolarmente anomalo come questo le temperature medie dell’aria si sono mantenute più simili alle medie di settembre piuttosto che al mese di ottobre, di conseguenza la temperatura del mare in superficie non è scesa come avrebbe dovuto.
Come ci mostra la mappa del Copernicus Marine Service (CMEMS) qui sopra, le anomalie della temperatura superficiale del mare (SST) nel Mar Mediterraneo, alla fine del mese scorso hanno raggiunto picchi di +5°C sopra la media in alcune zone del Mare Nostrum tra Ligure e mar di Sardegna, mentre un’anomalia media tra +1 e +4°C ha interessato tutti i mari attorno all’Italia.
Ora siamo alla vigilia di un peggioramento del tempo che, finalmente, porterà un po’ di tempo tipicamente autunnale su tutte le nostre regioni, insieme ad una buona mareggiata che si muoverà da Nord a Sud seguendo l’andamento di un minimo di bassa pressione che si approfondirà fino a raggiungere i 1000 hPa circa, sabato sera, in prossimità della Puglia.
Tornerà finalmente anche un po’ di neve sulle Alpi sin verso i 1500 m e per fortuna, vista la velocità di spostamento del sistema depressionario, risulterà basso il rischio di alluvioni, agevolate quest’ultime da un mare ancora molto caldo e in grado di fornire tanta energia nello sviluppo di sistemi perturbati.
La temperatura dei mari attorno all’Italia al momento è ovunque superiore ai 20°C, alcune boe come quella di Alghero ne registrano addirittura 23 di gradi, parliamo dunque di valori tipici della seconda metà del mese di giugno.
E mentre vi starete sfregando le mani perchè potrete surfare tranquillamente in 3.2 mm o in alcuni casi anche in shorty, vi invito a riflettere su un altro aspetto negativo tutto italiano, riguardante la nostra costa.
Su 8.300 KM DI COSTA ITALIANA, il 13% è OCCUPATO DA OPERE ARTIFICIALI ed ogni anno 5 km di costa naturale vengono perduti a causa della costruzione di nuove strutture artificiali.
Sono questi i dati presentati da Ispra quest’anno riguardo le coste italiane.
La linea di costa misura circa 8.300 Km, di cui il 13% è occupato da opere artificiali come porti, opere di difesa costiera, opere idrauliche di impianti industriali, strutture artificiali a supporto della balneazione. Negli ultimi 20 anni, la costa artificializzata è aumentata complessivamente di oltre 100 km.
Tutto questo si traduce nella distruzione di molti spot, nella scomparsa di aree naturali ed ecosistemi oltre che, in alcuni casi laddove si costruiscono strutture abitate, nell’aumento del rischio per la popolazione.
Perchè come tutti noi sappiamo bene, il mare va sempre rispettato. L’innalzamento del suo livello e gli eventi meteorologici estremi più frequenti rappresentano un chiaro segnale: quello che il mare vuole, il mare si prende.