Questo articolo prende spunto dal week end tricolore che si è appena concluso in terra marchigiana, a Senigallia. L’occasione è quella del Campionato Italiano Giornalisti Ciclisti, con la prova in linea del sabato e la cronometro della domenica. Il ciclismo e quella voglia di mettersi in gioco, la bicicletta e la volontà di misurarsi con se stessi e con gli altri. Il lavoro, la quotidianità e l’agonismo che permette di sfogare la passione. Si, anche i giornalisti vanno in bici e sanno anche andare forte.
Ciclismo e motivazione
Benché l’idea di questo approfondimento nasca dal fine settimana appena trascorso, ci piace estendere le nostre considerazioni a tutto il mondo ciclistico amatoriale: permetteteci di farlo. Prima però è necessaria una premessa, perché, forse non tutti sanno che il Campionato Italiano Giornalisti Ciclisti è la più antica competizione nazionale di arti e mestieri. Mica poco.
Una gara di ciclismo amatoriale è un momento di ritrovo e condivisione (almeno così dovrebbe essere), dove i valori in campo sono esponenzialmente diversi tra loro. Trovi il super allenato e dotato di una bicicletta da capogiro, attrezzato ed equipaggiato, depilato, oliato e con un polpaccio da far invidia ad un pro. Ma trovi anche il ciclista appassionato, magari un pò in sovrappeso, con i peli, la bici NON in carbonio, una divisa poco aderente (e poco aerodinamica), che sembra aver improvvisato l’appuntamento; così come si è alzato dal letto. In mezzo a questi due c’è un mondo di teste, ognuna con il suo obiettivo, con il suo modo di vivere il ciclismo l’agonismo e la competizione; ognuna con una maniera tutta sua di vivere la vita. Beh, è il bello del ciclismo amatoriale.
Obiettivi diversi
Gli obiettivi sono un punto di arrivo e uno stimolo dal quale ripartire. L’obiettivo di vincere, di competere per il gradino più alto del podio e di giocarmi la gloria del momento. Ma l’obiettivo è anche quello di fare parte del gruppo, con la volontà di dare il massimo e tenere duro fino a quando il motore regge, pur cosciente che sarà impossibile competere per la vittoria assoluta.
L’obiettivo è anche quello di passare delle giornate in compagnia, avvolto e coinvolto nella passione che mi porto dietro fin da quando ero ragazzo. Tutti hanno ragione in questo e nessuno può affermare il contrario. Proprio come in una gara amatoriale aperta a tutti, che sia a circuito o una granfondo, dove spesso (troppo spesso) l’agonismo sfocia nella maleducazione e nell’esagerazione, prende la via del pericolo e si perde il gusto del divertimento. Si perde di vista l’obiettivo.
La considerazione e il piedistallo
Il lunedì si torna a lavorare (per fortuna) e tutti tornano allo stesso livello, perché la maglia rosa è indossata e da Almeida, perché il Giro delle Fiandre l’ha vinto MVDP. Noi comuni mortali torniamo tutti sul Pianeta Terra, con i nostri problemi, le bollette da pagare e quei muscoli che stridono quando ti alzi la mattina, dopo che il giorno prima hai fatto uno sforzo intenso. Con la consapevolezza che il mezzo secolo è li a pochi centimetri e le occhiaie non sono quelle dei bagordi serali!
Eppure c’è qualcosa che fa parte di noi tutti, è parte integrante dello sport e della passione, è uno dei motori che ci fa andare avanti sempre e comunque: i complimenti e le considerazioni degli altri, quella sorta di spettacolo e divertimento che si è in grado di offrire, nonostante tutto e tutti, in barba al periodo Covid. Lo sportivo, a prescindere, si sente su una sorta di piedistallo e difficilmente vuole scendere. Non è presunzione, non è malizia e supponenza, è un modo di vivere ed interpretare quella porzione di vita.
Quella voglia normalità
Tre giorni passati in compagnia, a ridere, scherzando e prendendosi per i fondelli. Tre giorni a criticare per cercare di migliorare, per trovare una soluzione e per dare un senso a tutto quello che facciamo. Un fine settimana che ci dà il senso della normalità e che in molte occasioni lasciamo in un angolo. Un fine settimana con la famiglia e vicini alle famiglie degli altri, con le mascherine e con quel distanziamento sociale che ormai è uno status symbol!
Il ciclismo, l’agonismo e la competizione, possono convivere con la normalità e la vita di tutti i giorni, semplice da dire e da scrivere, non così scontato se pensiamo all’attualità.
Vivere l’esperienza
Non è scontato chiederlo, ma in quanti sono capaci di portare con se un’esperienza del vissuto? Raccontare e argomentare, trasmettere un messaggio e veicolare le frasi oltre le evidenze? Manca. A molti di noi manca il senso di quello che facciamo e abbiamo fatto e a posteriori, ci accorgiamo di aver “artefatto” il nostro stesso vissuto, anche quello che è parte integrante della nostra passione.
Un enorme grazie
Un grazie immenso va a tutti quelli che si spendono per costruire e confezionare un evento sportivo a prescindere dalla caratura: il lavoro che c’é alle spalle è enorme, forse non tutti se ne rendono conto e il periodo storico attuale non aiuta (proprio come succede per creare una manifestazione grafondistica o una gara a circuito). Vi abbiamo menzionato il Campionato Italiano Ciclisti Giornalisti di Senigallia, reso possibile dal Gruppo Sportivo Pianello, grazie al Comune di Senigallia, Hotel Bel Sit a Scapezzano (Ancona) e ad una serie di persone appassionate coinvolte nell’Associazione Giornalisti Ciclisti.
a cura della redazione tecnica, foto di Sara Carena.