“Il futuro della corsa senza sforzo”, questo il pay off di lancio di Brooks Glycerin Max in edizione limitata che introduce la nuova tecnologia di ammortizzazione “senza compromessi” di Brooks, il DNA Tuned. L’obiettivo del brand è quello di creare un innovativo sistema di ammortizzazione che cerca di regalare al runner la massima morbidezza mantenendo la massima reattività, fino a oggi una chimera.
A cura di Carlotta Montanera (runningcharlotte.org | IG: @runningcharlotte)
Categoria: massima ammortizzazione e reattività
Peso: 269 g (EU 39 donna)
Drop: 6 mm
Stack height: 45/39 mm
Il DNA Tuned è una schiuma supercritica che presenta una differenziazione nella dimensione delle celle ammortizzanti, più grandi e morbide verso il tallone, più piccole e reattive verso l’avampiede, in modo da conferire morbidezza all’atterraggio, soprattutto se di tallone, senza togliere reattività alla spinta dell’avampiede. La rullata è inoltre facilitata dal GlideRoll Rocker, leggasi la particola costruzione con rocker accentuato, che promuove transizioni fluide, dal tallone alla punta.
Design
L’immagine è quella di una scarpa molto ammortizzata, alta da terra, protettiva. Il design dell’intersuola è accattivante grazie alla cromia del nuovo materiale: un involucro traslucido bianco che contiene un nucleo colorato (fuxia per il modello donna e giallo per il modello uomo), che traspare dal bianco. Il logo Brooks è a tre dimensioni, lavorato a sbalzo, grigio antracite. La tomaia color ghiaccio. Molto intelligente l’allacciatura non ortogonale alla scarpa, ma leggermente obliqua, in modo da abbracciare bene il piede lasciando libera l’articolazione dell’alluce. Il rocker è esasperato verso la punta, le scanalature della lavorazione dei lati dell’intersuola contribuiscono a mimare il movimento propulsorio della rullata.
Comfort
Brooks non si smentisce e l’effetto quando si indossa la Glycerin Max è quello di essere avvolti dalla morbidezza. Questo aspetto è oramai un marchio di fabbrica del brand e rende questo modello ancora più accattivante. Lo stack è alto e si percepisce nitidamente nel momento in cui si indossano: se ne calzate solo una vi renderete conto di essere effettivamente “con i tacchi”. Correndo, la pianta del piede è totalmente protetta, avvolta com’è dal DNA Tuned che “innalza il piede” dal terreno: un plus per chi desidera massimo comfort, un punto su cui meditare se parliamo di propriocezione. Resta una delle scarpe più comode mai provate.
Reattività
Dato che nel pay off si parla di “nessun compromesso” tra comfort e reattività, non si sa bene cosa aspettarsi su questo fronte a livello di reazione. Sicuramente il rebound è alto, ma quello che si percepisce maggiormente è il rocker: la transizione verso l’avampiede è effettivamente assistita e di conseguenza anche la spinta. Forse per provare questo modello in tutta la sua innovazione bisognerebbe essere dei “tallonatori” e testare di conseguenza appieno la differenza tra morbidezza sotto al tallone e reattività in avampiede. Se però dovessi scegliere un aggettivo per la Glycerin Max parlerei di morbidezza più che di reattività.
AMMORTIZZAZIONE
Direi che per quanto riguarda l’ammortizzazione, questa scarpa ha pochi competitor. La grande quantità di materiale nell’intersuola e la sua elasticità la rendono il top di gamma per quanto riguarda l’ammortizzazione di Brooks.
Protezione e trazione
Ho provato la Glycerin Max su asfalto, su asfalto bagnato e su sterrato. Quello che mi stupisce è che la sensazione, malgrado i cambi di fondo, sia sempre simile. Questo perché il piede è perfettamente protetto da ciò che avviene sotto la scarpa. Un’arma a doppio taglio se fosse una calzatura per atleti con piedi abituati a lavorare tanto, ma se parliamo di amatori penso possa essere la soluzione ideale per molti runner, soprattutto quando il piede è stanco, che sia nella corsa di scarico o negli ultimi chilometri di una maratona. Sufficiente la trazione su asfalto mediamente bagnato, da verificare su terreno poco stabile e umido.
Consigli finali
Brooks Glycerin Max è una scarpa molto trasversale, che va dal runner alle prime armi che cerca ammortizzazione e semplicità di rullata a quello che vuole iniziare ad affrontare distanze più lunghe e cerca una scarpa riposante, che lo assista nei chilometri finali del lungo domenicale. La sua geometria la rende divertente e, se ci troviamo di fronte a qualche variazione di ritmo, di certo può dare qualche soddisfazione. Un plus: la sua allacciatura obliqua la rende una buona scelta per chi soffre di alluce valgo.