“Biciclette muscolari”, un termine ricorrente che fa perdere di vista il vero soggetto che porta con se la bicicletta, ovvero; “se non pedali non vai avanti”, con o senza motore e batteria. E poi:” il sapore di usare una muscolare, fare il Kom, facendosi rincorrere da quelli con le e-bike”. Senza prezzo!
Le biciclette e quelle appendici strane ai lati
Le pedivelle e i pedali, che permettono di appoggiare i piedi, di far girare le gambe e di conseguenza la catena, le ruote. Con un gesto e qualche caloria consumata posso muovermi e lo stesso gesto mi permette di azionare una unità elettrica che mi supporta durante la pedalata. Ops! Se smetto di pedalare anche il motore finisce di erogare energia e la e-bike si ferma. Quindi, non c’é l’acceleratore!
Le e-bike non sono come gli scooter
Il gesto del polso è probabilmente uno dei più mimati, simbolo di “dare gass” a prescindere dallo sport e dalla disciplina (si usa anche nel ciclismo! oh no), sfottò e anche una sorta di sinonimo per chi usa le bici con assistenza alla pedalata. Eppure, anche i più scettici e conservatori, quelli “assolutamente contrari alle e-bike” si sono accorti che per andare avanti è necessario pedalare, fare fatica ed è possibile anche aumentare la frequenza cardiaca, quando si pedala sulle e-bike. E allora perché diciamo “le biciclette muscolari”?
Una volta c’erano i motorini
Il Ciao (quello della Piaggio) aveva i pedali e per metterlo in moto era necessario dare un giro di pedale. Potevi pedalare anche quando il motore era accesso ed era in movimento. Usavi i pedali quando affrontavi la salita e per far aumentare più in fretta i giri del motore: però non lo chiamavamo e-Ciao (eh, tanti saluti). Questo acronimo non esisteva e poi il Ciao aveva il motore a scoppio e funzionava con la miscela! Era messo nella fascia dei motorini.
Forse, le biciclette lo sono a prescindere
Però c’erano quelle “biciclette elettriche improbabili” che avevano una sorta di batteria sul portapacchi (collegata ad un motorino e ai pedali): roba elettrica, porcheria, si diceva! Le trovavi all’entrata dei supermercati (potevi anche vincerle con la lotteria e i buoni spesa), oppure le vedevi dai grossisti. Erano le prime e-bike, ma erano categorizzate come city-bike. Tutti riconoscevano il limite tecnico del prodotto e anche il punto in comune: quello di avere un “aiutino”, ma dove era necessario pedalare, poco o tanto, tranquilli o imprimendo forza sui pedali. Erano biciclette e come tutte le biciclette, con o senza motore di qualsivoglia genere e modello, dove con diverse forme è obbligatorio pedalare. Biciclette muscolari; ma dai!
della redazione tecnica, immagini Davide Sanzogni e Sara Carena