Le bici catalogate come endurance e la Bianchi Infinito in questione lo è, sono sempre mezzi interessanti sotto il profilo tecnico, capaci di offrire performance a tutto tondo, confortevoli e in grado di accontentare un’ampia schiera di utilizzatori, ma al tempo stesso poco considerati (se messi a confronto con i modelli più racing) da chi convive con un agonismo marcato.

La bici endurance viene vista come qualcosa di “troppo comodo”, mediamente aggressiva, poco adatta alle gare, insomma un ripiego: eppure chi fa queste considerazioni non ha mai provato con sostanza, per lunghi periodi, una specialissima come Infinito. Non siamo di fronte a una bicicletta come la Oltre XR4, oppure a un mezzo da crono, sia chiaro, ma è altresì vero che una proposta con questa concezione potrebbe essere il giusto compromesso per buona parte del segmento amatoriale. L’ultima release della endurance bike della casa di Treviglio è molto diversa da quella che l’ha preceduta.

Frame e forcella sono full carbon, monoscocca e adottano il protocollo Countervail. Countervail, lo ricordiamo, è una membrana viscoelastica presente nelle tubazioni, non prevede nessun inserimento meccanico esterno, elastomeri o dissipatori. Il suo obiettivo è stoppare le vibrazioni che provengono dal basso, senza che queste si propaghino verso l’atleta. Oltre alle forme, che avvicinano questa Infinito CV Disc alla Oltre XR4, le tubazioni e la forcella curvata hanno un non so che di aerodinamico; qui entrano in gioco in maniera prepotente anche i dischi. La bici nasce pure nella versione caliper, eppure la sensazioni è quella che l’intero progetto prenda vita proprio per dare merito ai freni a disco. La geometria slooping, comoda ma per nulla banale, si sviluppa con un avantreno caratterizzato da una tubazione sterzo allungata, utile a una guida rilassata.

Gli angoli dello sterzo a 72° e del piantone a 73,5° (parliamo della taglia 55 in test) confermano la propensione alla comodità di questo mezzo, ma senza sacrificare nulla in termini di cattiveria, oltre ai foderi bassi orizzontali da 415 mm, valore contenuto se consideriamo anche i freni a disco. Infinito CV Disc è integrazione: il seatpost sviluppato per questa piattaforma e i perni passanti dedicati ne sono un esempio. Ben otto le taglie disponibili, dalla 47 alla 63.

MISURE TELAIO
TAGLIA: 55
ORIZZONTALE: 550 MM
PIANTONE: 520 MM
FODERO BASSO: 415 MM
ANGOLO PIANTONE: 73,5°
CAMPO DI UTILIZZO
Non è una bicicletta da usare solo in occasione delle Strade Bianche, anche se si esprime al meglio proprio dove le condizioni dell’asfalto non sono perfette. Countervail e freni a disco formano un matrimonio quasi perfetto. Il comfort elevato consente di esprimere al meglio le proprie potenzialità nel lungo periodo.
A CHI SI RIVOLGE
È importante sottolineare che una bici di categoria Endurance non va considerata una sorta di ripiego per i non agonisti, o peggio un mezzo che non utilizzi a pieno la potenza espressa. Al contrario, se da un lato la risposta può apparire ritardata rispetto a una proposta racing e superlight oriented, in pratica la trazione risulta sempre ottimizzata, e nulla è sprecato: un bel vantaggio per il grafondista. Questa Bianchi ha un comportamento prevedibile, gratificante, facile da anticipare nelle azioni, come per esempio nei cambi di direzione perentori, quelli dell’ultimo momento. Trova un giusto sfogo per chi ama affrontare grandi dislivelli, positivi e negativi, perché la sua stabilità in discesa non passa inosservata, ma certamente il peso complessivo è migliorabile.

IN SALITA
Buona la fase di trazione, costante, grazie alla geometria e al sistema Countervail; per le stesse ragioni la risposta risulta progressiva nei cambi di ritmo più improvvisi. La configurazione da noi provata è risultata un po’ penalizzata dal set di ruote adottato, dall’elevato valore alla bilancia.
IN DISCESA
Stabile e precisa, facile da portare nei tratti molto tecnici. Si inserisce in curva senza sforzo, e in caso di correzione non si scompone. L’abbiamo portata in gara, e questa caratteristica si è rivelata preziosa quando la presenza di altri concorrenti o la necessità di effettuare sorpassi non consentivano di seguire la traiettoria ideale.

UN’ULTERIORE CONSIDERAZIONE
Il nuovo design del telaio strizza l’occhio a forme areo, seppur non estremizzandole, per rendere la bici più scorrevole e veloce. In particolare lo si nota nella forcella e nel reggisella dalle forme tronche e nella possibilità di montaggio del manubrio integrato Metron 5D.
Per il test abbiamo utilizzato abbigliamento Craft, calzature NW ExtremeRR, casco Abus AirBreaker, occhiali Bollé Shifter.
Grazie a Davide Sanzogni, foto di Matteo Malaspina.