ALIMENTAZIONE e Buone Abitudini, connubio imprescindibile per ogni runner che voglia raggiungere i propri obbiettivi sportivi, seguendo una dieta specifica.
“GLI ATLETI PROFESSIONISTI E I COSIDDETTI “AMATORI AVANZATI” SONO, CON MOLTA PROBABILITÀ, SEGUITI DA SPECIALISTI, MENTRE TUTTI GLI ALTRI HANNO SPESSO LA TENDENZA A SOTTOVALUTARE L’IMPORTANZA DI UNA NUTRIZIONE ADEGUATA” cit. Marco Caccialupi, naturopata – orientamentonutrizionale.com

di Marco Caccialupi
Nel running possiamo distinguere diverse classi di atleti:
I professionisti, che dedicano la loro giornata alla messa a punto della condizione perché hanno fatto della loro passione la propria attività principale.
Gli amatori avanzati che, pur avendo una vita lavorativa, sono in grado di ritagliare molto tempo per pianificare gli allenamenti.
Un’altra categoria che a me piace definire amatori “professionali” è costituita da coloro che, pur avendo tempi ridotti, riescono a dare continuità al proprio training, eseguito in maniera programmata, alla ricerca di prestazioni.
E infine non dimentichiamo i runner che si mantengono in forma correndo due o tre volte alla settimana.
Oltre alla PASSIONE, quello che accomuna tutti loro è la ricerca dei benefici e delle prestazioni che possono derivare dalla corsa.

ALIMENTAZIONE e Buone Abitudini
Nutrirsi bene nei giorni di allenamento è importante, farlo sempre lo è di più! È infatti difficile pretendere maggiore efficienza se non rivolgiamo la nostra attenzione verso l’ALIMENTAZIONE e Buone Abitudini anche quando non ci dedichiamo al training o siamo impegnati in una gara.

ESEMPIO di ERRORE
Un atleta che lavora e corre tre volte alla settimana, per un’ora in pausa pranzo, dovrebbe sapere che è necessario mangiare (di preferenza carboidrati) prima di correre; magari lo fa, ma nei giorni di riposo preferisce un piatto di bresaola, che di solito non arriva a 100 g, per stare leggero. Questo è un errore, perché l’organismo continuerà a ricercare sostanze nutritive anche quando non è sottoposto a sforzo per recuperare e riportare in equilibrio la propria fisiologia.
E’ un errore perché il giusto rapporto di carboidrati e proteine deve essere mantenuto quotidianamente, a prescindere dall’allenamento.
Senza addentrarci in dibattiti morali sulla società odierna, la realtà è che il mercato propone sempre di più cibi conservati, stagionati, precotti, raffinati, ecc…, ai quali anche gli atleti fanno ricorso.
Spesso per praticità, mancanza di tempo, poca abitudine a cucinare, questi alimenti sostituiscono quelli che una volta erano i cibi “genuini”, ricchi di sostanze nutritive proprio perché non alterati o lavorati.
Molte sostanze chimiche come conservanti, esaltanti del sapore, coloranti, conservanti, sono contenute in determinati alimenti, e ingerendole condizionano negativamente la fisiologia dell’organismo.
L’uomo per milioni di anni si è nutrito con quello che trovava in natura, ma solo da poche decine la chimica è entrata negli alimenti, e oggi alcune malattie e disturbi possono essere ricondotti a questa incapacità di adattamento.
Un esempio semplice è quello del sodio – ma potrebbe valere per molte altre sostanze – che è causa di infiammazione quando è in eccesso.
Il SODIO…AMORE e ODIO!
Consideriamo che alla fine della corsa, specialmente se intensa, si vengono a creare uno stato infiammatorio e una produzione di radicali liberi.
La capacità di recupero è data proprio da quanto tempo impiegano i sistemi dell’organismo a tornare in equilibrio e a smaltire le sostanze tossiche prodotte inevitabilmente dal metabolismo.
Un’alimentazione quotidiana con alte quantità di sodio (vedere le etichette dei prodotti per rendersene conto) impedisce di recuperare al meglio, e quindi di potersi allenare il giorno successivo al massimo delle possibilità.
Il ricorso a cibi con scarso apporto nutrizionale dovrebbe essere un’eccezione e non una consuetudine! Fare la spesa scegliendo consapevolmente e con attenzione, e dedicare tempo a cucinare in maniera semplice prodotti freschi, è parte dell’allenamento per tutti quelli che dalla corsa ricercano sia il benessere che le prestazioni.
INTOLLERANZE ALIMENTARI e PERFORMANCE
Può capitare che all’assunzione di un alimento si presenti un disturbo (mal di pancia), e questo accade tutte le volte che viene mangiato: sarà evidente che quel cibo non è adatto.
Ma per le intolleranze alimentari il problema è più articolato e complesso, poiché la manifestazione del disturbo dipende dalla dose, e spesso non è associabile all’alimento.
Pur assumendone una quantità limitata, ma quotidianamente e per lunghi periodi, non avremo sintomi o disturbi tali da far capire la relazione alimento-disturbo, ma un’intossicazione cronica che obbligherà l’organismo ad “adattarsi” alla nuova condizione.
È evidente che questa situazione è negativa per ogni essere vivente che pone sempre, per natura, la sopravvivenza a “qualunque costo” al primo posto. Così, mentre chiediamo al nostro fisico uno sforzo non comune per poter correre distanze sempre maggiori, con più intensità, non potrà risponderci come vogliamo e pretendiamo perché sarà impegnato nel tentativo quotidiano di disfarsi di queste tossine.
Fate le giuste scelte!
Con questi esempi intendo sottolineare la necessità di considerare le scelte alimentari di tutti i giorni per “sentire” che sono “giuste per noi” e che con esse riusciamo a vivere pienamente, con energia e forza la quotidianità, correre e recuperare sempre al meglio.
In conclusione, non importa a quale categoria di runner si appartiene: non bisogna mai sottovalutare i piccoli segnali di malfunzionamento che l’organismo invia. Se il motore non gira, ha bisogno di una messa a punto e di carburante adatto!
Per saperne di più ALIMENTAZIONE e Buone Abitudini, potete contattare MARCO CACCIALUPI