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4 Valdostane alla New York City Marathon

di - 20/04/2025

Elisa Brocard, In carriera ha partecipato a tre edizioni dei Giochi olimpici invernali, nella disciplina dello sci di fondo e nel suo palmarès non poteva mancare, una volta terminata la carriera nell sqaudra nazionale, una corsa come la New York City Marathon
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“È la domenica prima di Natale, l’allenamento prevede un progressivo. Sono le 7 e fuori è buio. In montagna albeggia tardi, le vette schermano i raggi, il centro valle è avvolto nel gelo, quello così freddo che è immobile…”

Di Carlotta Montanera | foto: archivio personale

Stefania Canale, nell'esatto momento in cui ha oltrepassato il traguardo alla New York City Marathon
Stefania Canale, nell’esatto momento in cui ha oltrepassato il traguardo alla New York City Marathon

Tra clima e ambizioni…

Siamo ad Aosta, capoluogo della regione più piccola d’Italia, incuneata tra rocce e vette. Con il caffè bollente tra le mani aspetto che il cielo diventi azzurro. Alle 8.30 esco di casa e raggiungo di corsa la ciclabile. è bianca di brina, devo stare sulla sinistra orografica della Dora Baltea se voglio l’asfalto più pulito. In inverno in VdA la corsa è così, un compromesso tra clima e ambizioni cronometriche, un colpo al cerchio e l’altro alla botte, un adattamento dei piani di allenamento. Eppure da questa terra arrivano grandi campioni dell’Atletica, del passato e del presente, non solo trail runner e sciatori. Il movimento podistico qui è sentito. E radicato. Maratoneti del calibro di René Cuneaz, 2h12’48’’ nel 2022 alla Maratona di Siviglia, e Catherine Bertone, 2h28’34’’ a Berlino nel 2017 a 45 anni, si allenano su queste strade. A faticare nei lunghi sull’asfalto liscio della pista ciclopedonale sono sempre gli stessi in effetti. René rimane un punto fermo, penso sia quasi impossibile non vederlo sfrecciare qui, ma poi la domenica il ritrovo diventa collettivo e le differenze di velocità si appianano.

A sx Elisa Brocard a dx Stefania Canale nei giorni precedenti la New York City Marathon
A sx Elisa Vitton Mea, al centro Alessandro Benati, a dx Stefania Canale poche ore prima della partenza in gara alla New York City Marathon

Identikit di un runner

Ma facciamo un passo indietro e immaginiamoci il runner valdostano tipo, facciamo un esercizio di stile. Posso quasi scommettere che nella vostra testa, se pensate a una persona che corre in VdA, vi venga in mente un trail runner, con quel po’ di barba che va di moda nel settore, vestito colorato, gambe muscolose, sorriso stampato in volto, pelle abbronzata, abituato a faticare sui dislivelli. Se è vero che la corsa in montagna fa parte del DNA di questa regione, è anche vero che qui la corsa su strada è tenuta in enorme considerazione. A differenza di quanto avviene nelle nostre città, però, in questa piccola regione di poco più di 120mila abitanti (dati 2024) non esiste una linea di demarcazione netta tra corsa su strada e sentieri, salite, asfalto, pista, come non esiste un atleta che corre soltanto, anche quando sceglie una specialità come prediletta.

Cross training in Valle d’Aosta

Il “cross training” in VdA è questione di stagionalità. Se in inverno nevica, le strade diventano difficili per la corsa a piedi, mentre sci di fondo e sci alpinismo guadagnano un terreno di gioco di una bellezza infinita. La primavera e l’autunno ci si divide tra strada e sentieri bassi, ma l’estate… l’estate è il paradiso dell’alta quota e il richiamo è forte. E il runner si muove tra gli sport, rimanendo fedele alla corsa, ma arricchendola con esperienze che sono vita vissuta. A testimonianza del profilo multisfaccettato del runner valdostano, ecco lo storico campionato di “martze à pià”, letteralmente “marce a piedi” o meglio marce alpine, che annovera nell’elenco gare di vertical, trail, competizioni su pista, mezze maratone e gare su strada, ma anche gare miste.

La comitiva di valdostanti alla New York City Marathon
Parte dela comitiva di valdostanti alla New York City Marathon

Da Aosta a New York

Ora andiamo al 3 novembre 2024, siamo a New York e oggi si tiene la maratona. Alla partenza i valdostani sono tanti, per una coincidenza di fattori, ma indubbiamente perché il gruppo si tiene unito anche nelle avventure. è tutta l’estate che macinano chilometri sempre su quella ciclabile, intercalando qualche trail, anche lungo, mixando le attività, adattandosi come la situazione richiede e lo spirito ama.

Il momento e arrivato...ritiro perttorale della tanto sudata New York City Marathon
Il momento è arrivato…ritiro pettorale della tanto sudata New York City Marathon per Stefania, Elisa e Alessandro

4 donne in griglia

Quattro donne in griglia per partire. Sono Stefania Canale e Stefania Bonjean, entrambe classe 1977, Elisa Brocard, fondista professionista con tre partecipazioni ai Giochi Olimpici invernali, ed Elisa Vitton Mea, classe 1978.

“Le griglie partono, una dopo l’altra, e NY è così grande, vitale, caotica, NY esonda di rumore, colore, così profondamente diversa dalle gare locali, ma lo spirito del running è ben saldo.

Sconosciuti che tifano, mani che applaudono, voci che leggono il nome sul pettorale e ti chiamano, ti portano avanti. Come ogni anno poi, post maratona, il campanilismo vuole che si stili l’ordine degli arrivati italiani. A NY sono tantissimi: 2.586 su 55.530 totali.

Un podio tutto valdostano!

Il podio donne è rosso-nero come la bandiera valdostana: le prime 3 sono Elisa Brocard in 3h08’24’’, segue Stefania Canale in 3h12’39’’ e terza Stefania Bonjean con 3h18’06’’. Sedicesima Elisa Vitton Mea alla sua prima maratona in 3h27’24’’. A guardarlo così sembra il podio di una gara locale, eppure siamo alla più grande maratona del mondo, che per un secondo diventa un po’ casa.

Stefania Canale – 3h12’39’’, 1977

“Sono partita con calma, non avevo nessun tempo in testa. Mi ero preparata per il TOR30 a settembre, con tante salite, sentieri in estate. A me piace il trail running. Poi, fatto il TOR30, ho allungato su strada, ma con leggerezza. Ho usato la forza data dai tanti allenamenti collinari, dalle salite e ho iniziato ad allungare. A me piace variare, come gare e come distanze. NY è andata bene perché avevo una base di forza importante e mi ha aiutata. Mi spiace un po’ non averla preparata meglio, perché una volta mi piacerebbe andare a dare un’occhiata ai miei limiti. Ora che è inverno mollo con la corsa, mi dedico alla palestra, allo scialpinismo e nel weekend corro.”

Stefania Bonjean – 3h18’06’’, 1977

“Ho iniziato a preparare NY in primavera, appena fattibile. Era il mio sogno e l’ho presa con molta dedizione e un piano d’allenamento specifico. Prediligo le gare lunghe, dopo i 20 km entro in un mondo mio, privo di fatica mentale, ma non pratico trail running, solo corsa su strada e sci di fondo in inverno, due volte a settimana, oltre alla palestra. NY è stato il mio obiettivo per motivarmi dopo la morte della mia mamma. Avevo grandi aspettative e un carico emotivo altissimo, oltre a un obiettivo cronometrico di 3h05’-3h08’, un tempo preciso di 3h08’. La mia era l’emozione di una bambina che apre il regalo sperato. Sono caduta al 14esimo km, purtroppo, e da lì è stato un calvario perché la caviglia aveva seri problemi; ho terminato grazie al supporto del mio compagno che per me rimarrà sempre il ricordo migliore di questa maratona.”

Elisa Brocard – 3h08’24’’, 1984

“Ho sempre corso, come disciplina complementare allo sci di fondo. Una novità invece l’allenamento su strada per la maratona. Da giovane ho battuto i campi di atletica anche con discreti risultati da cadetta nella marcia e poi nel mezzofondo. Quando ho dovuto scegliere ho scelto lo sci, mio grande amore, ma correre è sempre stato una passione. Così, quando ho smesso di sciare da professionista, sono tornata alla corsa e sono poi entrata nel team degli ASICS FrontRunner. Ho corso a NY nel 2023, poi nel 2024. A settembre avevo corso anche Berlino in 3h16’21’’. Non ho un allenatore, uso la mia conoscenza e la mia esperienza da allenatrice di sci, ma non corro molti chilometri, alterno la corsa a sci e palestra.”

Elisa Vitton Mea – 3h27’29’’, 1978

“Questa era la mia prima maratona, non avevo mai corso gare lunghe. La preparazione è stata pesante e infatti non ho messo in piano più di 30 km, che ho corso in gara a ottobre a Torino. Ma non avevo un obiettivo cronometrico, solo il desiderio di provare questa esperienza e godermela. Alla fine posso dire che è un minestrone venuto bene, perché sono arrivata in fondo ed è stata un’emozione unica, un’esperienza mastodontica. Se dovessi scegliere una seconda maratona, sceglierei una major di nuovo.”

Daniele Milano nasce una buona cinquantina di anni fa in Valle d’Aosta. Cresciuto con la montagna dentro, ha sempre vissuto la propria regione da sportivo. Lo sci alpino è stato lo sport giovanile a cui ha affiancato da adolescente l’atletica leggera. Nei primi anni 90 la passione per lo snowboard lo ha letteralmente travolto, sia come praticante che come giornalista. Coordinatore editoriale della rivista Snowboarder magazine e collaboratore per diverse testate sportive di settore ha poi seguito la direzione editoriale della testata Onboard magazine, affiancando sin dal lontano 2003 la gestione dell’Indianprk snowpark di Breuil- Cervinia. Oggi Daniele è maestro di snowboard e di telemark e dal 2015 segue 4running magazine, di cui è l’attuale direttore editoriale e responsabile per il canale web running. Corre da sempre, prima sul campo di atletica leggera vicino casa e poi tra prati e boschi della Valle d’Aosta. Dal 2005 vive un po’ a Milano con la propria famiglia, mentre in inverno si divide tra la piccola metropoli lombarda e Cervinia. “La corsa è il mio benessere interiore per stare meglio con gli altri”