Chi di voi runner non ha mai sognato di correre almeno una volta assolutamente libero, su di una spiaggia senza confini, se non quello del mare…alzi la mano! Essì, correre a pochi centimetri dal mare, giocando con la risacca delle onde, al tramonto, con il sole che annega piano, piano, è sicuramente un bel pensiero, ma realmente, quanto fa bene correre in spiaggia?

Questo weekend sono stato a Forte dei Marmi per una due giorni rigenerante, in attesa di chiudere tra pochi giorni il numero giu-lug di 4Running, e non potevo assolutamente farmi mancare la corsa in spiaggia! Il lungomare compreso tra il Forte e Marina di Pietrasanta è perfetto. La zona del bagnasciuga è decisamente compatta e uniforme, offrendo un feeling con il terreno piuttosto buono. Si può correre tranquillamente anche ad un ritmo piuttosto sostenuto. Il consiglio che posso dare, se vogliamo proprio affrontare la cosa da un punto di vista “tecnico”, è di correre nella zona tra il pontile di Forte dei Marmi, famoso tra i surfer per le sue onde, ed il pontile di Marina di Pietrasanta. Infatti la zona “corribile” è decisamente più larga e soprattutto piatta, mentre se si corre lungo le spiagge di Forte dei Marmi, il fondo è un po’ più impegnativo, a voi la scelta.


Tornando alla corsa su sabbia, io cerco sempre, nei periodi in cui sono al mare, di sostenere delle piccole sedute di potenziamento, correndo una quarantina di minuti (si può arrivare anche all’ora), ma non più 1 volta alla settimana. In passato ho corso spesso scalzo, proprio per riabituare i piedi a quelle sensazioni di cui, usando le scarpe da running, ci si è sicuramente dimenticati. In questo caso ho preferito utilizzare le scarpe e nello specifico le Columbia Ventrailia, scarpe da trail che mi stanno dando grosse soddisfazioni su tutti i tipi di terreno…asfalto compreso.


La corsa su sabbia, rispetto a quella su qualunque altro tipo di terreno, è estremamente impattante per articolazioni e non solo. Numerosi posturologi la sconsigliano per esempio a chi ha problemi di schiena. Il tipo di corsa risulta essere molto pesante rispetto ad un’azione più agile, garantita da terreni più duri come lo sterrato delle strade bianche o l’asfalto. L’appoggio del piede va fatto assolutamente in stile barefoot, ovvero cercando di lavorare bene con l’avampiede, evitando che in fase di appoggio il tallone sprofondi nella sabbia, garantendo lunga vita alle vostre ginocchia!
Le articolazioni, dicevo, sono messe a dura prova, ma si tratta di un lavoro eccezionale per chi vuole potenziare in modo significativo i muscoli del piede. Se poi si riesce a correre a piedi nudi il risultato è garantito, ma va fatto veramente con criterio. Correre infatti un’ora scalzi sulla sabbia può essere un allenamento per runner decisamente in forma. Tra i calciatori per esempio, nelle fasi di preparazione a secco, la sabbia è considerata un vero e proprio alleato nel potenziare soprattutto le caviglie, messe poi a dura prova nelle fasi di gioco. Il mio consiglio è di iniziare con poco, massimo 15 minuti, per poi arrivare gradualmente alla mezz’ora e soprattutto riposare il giorno successivo, proprio per dare tempo alla muscolatura di rigenerarsi. Altra piccola nota, fare una buona dose di stretching a fine allenamento o durante la giornata…i polpacci vi diranno grazie.
Buon running!