Uno degli argomenti più presenti, nelle chiacchiere tra gli appassionati di Gravel, è sicuramente “le gomme”. È frequente sentirli disquisire sulla scolpitura, le pressioni, le misure, il tipo di montaggio… E lo fanno a ragion veduta, perché, essendo il Gravel una disciplina che prevede di affrontare terreni molto differenti fra loro, lo pneumatico assume una importanza notevole e può fare la differenza fra divertirsi e sacramentare mezza giornata.
All’inizio, quando ancora non si sapeva se il Gravel sarebbe stato un fuoco di paglia e dove sarebbe andato a parare, la scelta delle gomme era limitata a scolpiture e misure di derivazione per lo più Ciclocross. Oggi, che la specializzazione orienta anche l’offerta delle bici, a maggior ragione si trovano pneumatici specifici e dedicati ai differenti utilizzi e terreni. Né più né meno di ciò che è accaduto e accade nel mondo delle Mountain bike.
Ecco perché potreste aver bisogno di questa guida pere compiere la giusta scelta…
Quale misura
Una gravel bike può montare pneumatici con sezioni che valicano il confine del CX ed entrano abbondantemente in quello delle ruote grasse. Addirittura, non è raro trovare accoppiamenti con prodotti nativi MTB, quando si tratta di misure dai 2,1″ in su e diametri da 27,5″ (o 650b che dir si voglia).
Naturalmente, il limite superiore del ventaglio della scelta dipende dal disegno del telaio e della forcella, che devono garantire lo spazio necessario a ospitare sezioni abbondanti, in considerazione anche di possibili accumuli di fango che aumentano ulteriormente gli ingombri.
In linea di massima, per un Gravel da “strada bianca”, su fondi compatti e scorrevoli, suggeriamo di non andare oltre i 40/45 mm, da valutare anche in base al proprio peso. Se le percentuali di asfalto sono prevalenti, allora anche uno pneumatico da 35 mm può andare bene. Al contrario, se è l’off-road a essere preponderante, sezioni da 50 mm e oltre sono ottimali, soprattutto quando il fondo diventa tecnico.
Ricordate che maggiore è il volume della gomma, minore è la pressione necessaria e migliori sono la trazione e il comfort.
Un capitolo a parte lo meritano i viaggiatori: se si viaggia carichi è molto meglio montare pneumatici con maggiore volume e gonfiati a pressioni leggermente superiori.
Quale disegno
È possibile classificare le coperture in tre categorie: semislick, semislick tassellate e tassellate. In realtà, ne esiste anche una quarta, che racchiude quei prodotti specifici per terreni molto umidi e fangosi, ma si tratta di proposte così di nicchia che ci limitiamo a citarle, anche perché possono essere tranquillamente rimpiazzate da gomme scolpite con disposizione dei tasselli rada e quindi buona capacità autopulente e di scarico.
- Semislick
È uno degli pneumatici più utilizzati. Lo si trova in molte sezioni e disegni ed è caratterizzato da una sezione centrale liscia o appena scolpita, che favorisce la scorrevolezza e una spalla che si fa carico della tenuta in curva, quando ci si avventura in fuoristrada. I semislick danno il meglio su fondi compatti e scorrevoli. In off-road rispondono in modo più efficace in configurazione tubeless e gonfiati pressioni basse, così da far lavorare i tasselli della spalla. Pagano invece pegno quando il terreno è umido o sconnesso.
- Semislick tassellate
Questa categoria di gomme sta prendendo sempre più piede tra i gravelleur. Sono una declinazione delle semislick, che alla sezione centrale liscia sostituiscono una tassellatura densa e poco pronunciata. In questo modo garantiscono più grip in ogni condizione, senza troppo sacrificare la scorrevolezza. Sui fianchi presentano una tassellata moderata, per garantire tenuta e controllo. Gli pneumatici semislick tassellati sono il giusto compromesso quando la percentuale tra asfalto e fuoristrada è almeno del 50%.
- Tassellate
Sono coperture che, come disegno, assomigliano a quelle che si vedono sulle mountain bike da cross country. La tassellata è pronunciata e disposta in modo da renderle più funzionali a una guida fuoristrada, anche su terreni sconnessi e tecnici. Pagano in scorrevolezza ma offrono tanto grip e comfort. Come già detto, le versioni con tasselli più alti e radi, possono affrontare terreni pesanti e inconsistenti. Anche in questo caso, la configurazione tubeless è d’obbligo per valorizzarle al massimo.
Tubeless o camera d’aria
Se, nel Mountain Biking la questione è stata superata da un pezzo, con la netta preponderanza della prima soluzione, nel Gravel siamo ancora nel mezzo del guado.
I vantaggi della configurazione con camera d’aria sono che non si necessita di cerchi tubeless o trasformati, che la riparazione in caso di foratura è “pulita” e che non essendoci l’esigenza di far tallonare lo pneumatico, con una semplice polpetta tascabile ci si può rimettere in sella senza troppi patemi. Il rovescio della medaglia è la necessità di una maggiore pressione di gonfiaggio e la conseguente esposizione a forature e pizzicature. Inoltre offre meno comfort e più resistenza al rotolamento.
Il montaggio tubeless richiede che sia la gomma sia il cerchio siano tubeless ready e implica anch’esso vantaggi (molti) e svantaggi (pochi), rispetto alla soluzione con camera d’aria.
I vantaggi sono la possibilità di utilizzare pressioni di gonfiaggio più basse, di garantire maggior comfort, grip e una minore resistenza al rotolamento. Inoltre le gomme montate tubeless sono meno soggette a forature, grazie al liquido sigillante contenuto al loro interno. Necessitano però di una pompa ad alto volume di pompaggio o di un compressore per il tallonamento e richiedono un po’ di manutenzione, perché circa ogni tre o più mesi (dipende dalla qualità del sigillante) è necessario aggiungere il liquido a supporto di altro che si secca. Nel caso l’eventuale buco o taglio fosse troppo grande per essere riparato dal liquido, si può inserire una camera d’aria come se si trattasse di una combinazione gomma/cerchio tradizionale. Ma siate pronti a imbrattarvi le mani di lattice…
La giusta pressione
Quando si pedala una bici gravel, trovare la corretta pressione degli pneumatici può fare la differenza in termini di prestazioni, comfort e controllo.
Anche se non esiste una soluzione universale, conoscere i fattori che influenzano la pressione di gonfiaggio aiuta a determinare quella più corretta in ogni condizione:
- Peso del ciclista
Ovviamente influisce sulla quantità di aria necessaria per sostenere la bici e mantenere una corretta maneggevolezza. - Larghezza interna del cerchio
I cerchi stretti determinano una deformazione maggiore dello pneumatico, soprattutto in curva. - Larghezza degli pneumatici
La larghezza dello pneumatico influisce sulla quantità di superficie a contatto con il terreno, il che può condizionare il grip e la scorrevolezza. Gomme con maggior volume d’aria richiedono minori pressioni di gonfiaggio. - Configurazione con camera d’aria o tubeless
Le camere d’aria possono essere soggette a “pizzicate” quando la gomma di schiaccia sul cerchio in seguito a un forte urto. Le configurazioni tubeless eliminano questo rischio e possono quindi essere gonfiate a pressioni inferiori. - Terreno
Anche il tipo di terreno su cui si pedala influisce sulla pressione ideale degli pneumatici. Superfici più morbide e viscide, come fango o sabbia, richiedono una pressione inferiore per una migliore trazione, mentre superfici più dure come terra battuta o asfalto richiedono una pressione maggiore per aumentare l’efficienza. - Stile di guida
Se si preferisce uno stile di guida più aggressivo, si può usare una pressione leggermente inferiore per avere migliore aderenza e controllo. Se invece si preferisce uno stile di guida più rilassato, è consigliabile usare una pressione leggermente superiore per migliorare l’efficienza.
Si può usare una pressione leggermente inferiore sull’anteriore rispetto al posteriore, un accorgimento che fornirà una trazione ottimale sulla ruota anteriore e una migliore scorrevolezza sul retro.
Per trovare la pressione base vi consigliamo di consultare la tabella, che mette in relazione peso dei biker e sezione degli pneumatici. Da questo dato, poi, effettuate le modifiche in base ai fattori che abbiamo elencato, assicurandovi di mantenervi nel range di pressione consigliata dal produttore, che è solitamente indicato sul lato dello pneumatico.