Sulle gravel bike, la scelta della giusta pressione è ancora più importante che sulle bici da strada, vista la varietà di percorsi e sezioni delle gomme con cui ci si ha a che fare, ed è fondamentale per sfruttare al massimo le potenzialità del mezzo.
L’utilizzo di pressioni non corrette può incidere negativamente sul comfort, sulla guidabilità, sulla scorrevolezza e addirittura sulla sicurezza. Insomma, sul divertimento.
- Leggi anche “Come scegliere le gomme gravel“.
I fattori che influenzano la pressione delle gomme gravel
Come per le bici da corsa è impossibile definire una pressione ottimale valida per tutti, poiché questa è influenzata da tanti fattori, ma in questo articolo cercheremo di fornire delle linee guida per trovare con più facilità la soluzione ideale.
Per chi viene dalla Mtb molte cose risulteranno banali, ma potrebbe non essere così per chi proviene dal mondo road o ha iniziato a pedalare per la prima volta proprio con una bici gravel.
Meglio più bassa che troppo alta
L’errore più comune (soprattutto per i ciclisti che provengono dalla strada) è quello di utilizzare pressioni troppo alte.
Sulle bici gravel l’unico elemento in grado di assorbire le sconnessioni del terreno sono gli pneumatici (salvo l’utilizzo di forcelle ammortizzate, ma questo è un altro discorso). Se pressioni molto alte garantiscono un po’ di scorrevolezza in più su asfalto, sono controproducenti in off road, poiché riducono trazione e aderenza della gomma e, di conseguenza, peggiorano le prestazioni sia in salita che in discesa.
Per non parlare del comfort…
Per fare degli esempi concreti, se state utilizzando pressioni intorno ai 4 bar su gomme con sezione di 38/40 mm, pur essendo nettamente al di sotto dei valori utilizzati abitualmente su strada, quasi sicuramente state pedalando su valori troppo alti. Se la bici vi sembra rigida e poco guidabile, il problema potrebbe essere proprio questo.
Prima di inveire contro il concetto di bici gravel, provate a sgonfiare le gomme…
Il consiglio è quello di partire dai valori più bassi consigliati dal produttore della gomma (consultare sempre le specifiche riportate sullo pneumatico) e procedere per tentativi, alzando mano a mano la pressione per trovare il vostro valore ideale (che come vedremo più avanti è influenzato anche dal percorso).
Sezioni diverse, pressioni diverse

Come per tutte le tipologie di pneumatici, anche per il gravel due fattori che influenzano molto la pressione di esercizio sono la sezione della copertura e la larghezza del canale interno del cerchio.
La regola generale dice che più la sezione dello pneumatico aumenta e più si può (e si deve) abbassare la pressione. Stesso principio vale anche per la larghezza interna del cerchio, un canale largo consente di utilizzare pressioni inferiori.
A parità di pressione di gonfiaggio, insomma, la resa di due gomme di sezione diversa risulterà decisamente differente. Per fare un esempio, una gomma 700×38 mm, gonfiata a 3 bar è molto più “morbida” di una 700×45 gonfiata alla stessa pressione. Il concetto è lo stesso delle gomme da strada (se confrontate, per esempio, una 700×25 mm e una 700×28 mm), ma in questo caso le differenze sono ancora maggiori, poiché maggiore è il volume d’aria richiesto.
A questi due fattori si aggiunge anche la struttura della carcassa, un aspetto caro ai biker e che richiederebbe una trattazione a parte. A parità di sezione e di pressione, infatti, due pneumatici di marche diverse possono trasmettere un feeling completamente differente, in base all’elasticità della carcassa.
L’esperienza (e prove sul campo), vi permetteranno nel tempo di scegliere modello e marca che più soddisfano le vostre esigenze e il vostro stile di guida.
Tenere conto del peso
Come succede anche per la strada, all’aumentare del peso del ciclista occorre aumentare proporzionalmente la pressione dello pneumatico.
Schwalbe, per esempio, a parità di sezione della gomma consiglia addirittura 1 bar in più ad un ciclista di 80 kg rispetto ad uno di 60 kg. Per capirci, a una pressione di 3 bar un ciclista di 60 kg sentirà la gomma molto più dura e rigida rispetto a uno di 80 kg.
Allo stesso tempo, se siete piuttosto pesanti è sconsigliabile viaggiare a pressioni vicine al limite minimo suggerito dal produttore, poiché aumenterebbe il rischio di pizzicare (se usate camere d’aria) o danneggiare il cerchio (se usate gomme tubeless).
Affrontiamo più avanti il dilemma “pneumatico tubeless o con camera d’aria?”, ma per ciclisti pesanti si consiglia l’utilizzo di coperture tubeless (magari abbinate agli inserti), per poter viaggiare con pressioni basse e allo stesso tempo eliminare il rischio di pizzicature, specie se i percorsi prevedono fondi molto sconnessi.
Nel caso del gravel, inoltre, occorre tenere conto anche di eventuali borse o bagagli. Se avete caricato la bici con qualche chilo in più in vista di un’avventura bikepacking, dovrete alzare la pressione che utilizzate di consueto.
Ogni percorso ha la sua pressione

Il tipo di percorso influenza la scelta della pressione in modo ancor più importante che su strada, visto che i terreni che ci si trova ad affrontare sono molto diversi tra loro.
Se pedalate prevalentemente su asfaltato o sterrati leggeri potrete utilizzare valori più alti per ottenere il massimo della scorrevolezza.
Il consiglio, in ogni caso, è di non esagerare, poiché una gomma troppo dura tende a saltellare, dunque a perdere trazione e scorrevolezza.
Il discorso è opposto se avete in programma di affrontare strade sconnesse o sentieri tecnici: in questi casi per ottenere più grip e più comfort le pressioni dovranno rimanere vicino al limite minimo suggerito dal produttore (se utilizzate gli inserti, si può scendere anche di più).
Tubeless o camera d’aria
Se su strada si può apprezzare o meno l’utilità del tubeless, nel gravel (e nell’uso off-road in generale), la gomma tubeless ha una marcia in più.
Permette di viaggiare a pressioni inferiori, senza il rischio di incorrere in pizzicature, garantendo maggiore grip, comfort e feeling di guida. Inoltre, consente di ridurre sensibilmente il rischio di forature.
Nulla vieta di utilizzare la camera d’aria, ma in questo caso, per evitare di pizzicare al primo tratto un po’ più sconnesso, non potrete scendere troppo di pressione e vi ritroverete con una bici più nervosa e scomoda.
In linea di massima, con la camera d’aria dovrete aumentare la pressione come minimo di 0,5 bar per arrivare (in alcuni casi) anche a 1 bar.
Il tubeless, inoltre, offre anche la possibilità di montare gli inserti, una soluzione molto interessante per chi affronta percorsi sconnessi e desidera viaggiare a pressioni ancora più basse di quelle consentite (le abbiamo usate senza problemi con gomme da 700×40 mm anche sotto i 2 bar). A nostro avviso, se non ne è già dotata di serie, il passaggio al tubeless è il primo upgrade da mettere in programma sulla vostra gravel bike.
In conclusione
La pressione delle gomme incide molto sul comportamento di una bici gravel, tanto da poterne modificare in modo sostanziale prestazioni e feeling di guida. Al punto che ci spingiamo a dire che molti utenti che non si sono trovati a proprio agio nel primo approccio con la gravel bike, potrebbero semplicemente aver sbagliato pressione d’utilizzo.
Ricapitolando quanto detto sinora, l’errore più comune, specie per chi proviene dalla strada, è quello di gonfiare troppo, ottenendo così un mezzo scomodo e nervoso. Se si pedala molto su sterrato, il consiglio più utile che ci sentiamo di dare, oltre a quello di prediligere la configurazione tubeless, è quello di partire dal limite più basso di pressione indicato dalla Casa, per poi adeguare gradualmente i valori in base alle vostre esigenze e agli altri fattori di cui abbiamo parlato in questo articolo.
Di seguito, una tabella che mette in correlazione pressione consigliata, sezione della gomma, peso del ciclista e che può essere considerata come punto di partenza per trovare la pressione ideale:
