Il mio brief era: no falesie, no gradi alti, luoghi scenografici. E in due punti su tre (che poi intuirete) sono stato accontentato. E’ il terzo anno di fila che metto piede in Corsica e ogni volta riesce a stupirmi, tanto che ormai quel meraviglioso mare che lambisce le spiagge non lo associo nemmeno più meccanicamente all’isola. La prima volta ho camminato i suoi sentieri, la seconda ho lasciato una scia nella sua polvere bianca, questa volta… si trattava di alzare l’asticella e arrampicare.
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“Ci piacerebbe vedere un paio di posti differenti, dove la natura sappia dare il meglio di sé. Sai darci qualche suggerimento?” – “Volete scherzare” ci ha risposto Manù la nostra Guida locale. “C’è solo l’imbarazzo della scelta, ma posso suggerirvi Bavella e la valle di Restonica. Vi aspetto!”
Metà Aprile, si parte
Cosi con Pierre programmiamo la partenza e il 15 aprile puntiamo il muso dell’auto verso sud per imbarcarci a Livorno.
Avevo sempre pensato che ad accezione di luglio agosto questi traghetti viaggiassero mezzi vuoti ma le recenti esperienze mi hanno fatto ricredere. Sarà che l’isola non è solo un luogo di vacanza, sarà che i traghetti Corsica Ferries offrono un rapporto qualità prezzo superiore rispetto alle altra compagnie, fatto sta che di gente a bordo ne troviamo e fra una chiacchiera, un pranzo succulento e una dormitina in cabina, le cinque ore di viaggio fino a Bastia volano.
Sbarcati in città nel tardo pomeriggio ci dirigiamo ancora verso sud percorrendo la costa e svoltando verso l’interno all’altezza di Solenzara.

La strada qui si fa tortuosa, come ovunque nell’interno della Corsica, ma ad ogni curva si apre una scenografia diversa: canyon, foreste di conifere, torrenti di acqua cristallina e quei pinnacoli di granito rossastro che prima del tramonto cominciamo a vedere all’orizzonte. Arriviamo al Colle di Bavella che le ultime luci, fermandoci ad ammirare il panorama e scattare qualche foto, ora capisco perché Manù ci disse che per decidere dove arrampicare c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Ancora qualche minuto ci separa dal primo pernottamento, il carinissimo Hotel U N’Antru Versu a San Gavino di Carbini, dove la dissetante birra Corsa, un’ottima cena e un’accogliente camera sapranno lenire le fatiche del viaggio.
La nostra Guida Alpina compare puntuale all’ora di colazione e lasciato l’hotel ci conduce nuovamente al Colle di Bavella, che con i suoi 1.200 m di altezza offre una splendida vista panoramica sulle Sette Guglie di Bavella:
- Punta di l’Acellu, Guglia I (1.588 m)
- Punta di l’Arghjetu, Guglia II (1.591 m)
- Punta di a Vacca, Guglia III (1.611 m)
- Punta di u Pargulu, Guglia IV (1.785)
- Punta Longa, Guglia V (1.836 m)
- Punta Alta, Guglia VI (1.855 m)
- Puntaghjola, Guglia VII (1.
- 848 m)

Ad ogni curva si apre una scenografia diversa: canyon, foreste di conifere, torrenti di acqua cristallina e quei pinnacoli di granito rossastro che prima del tramonto cominciamo a vedere all’orizzonte

Bavella, più che un massiccio un parco giochi dell’outdoor
Il massiccio di Bavella nella sua globalità culmina un poco più a nord con la Punta di u Furneddu e la Punta Muvrareccia, entrambe di 1.899 m di altezza. È dominato dal Monte Incudine (2.134 m) la cima principale della regione e si estende dalla foresta di Tova a nord (comune di Solaro) fino al Monte Calva (1.381 m) a sud, al limite del massiccio di L’Ospedale e in un certo senso fino a Conca ed al mare all’est.
Lasciata l’auto al parcheggio riempiamo i sacconi di attrezzatura e ci avviamo lungo il sentiero (400 m 15 min circa) verso il settore che per primo vogliamo scalare, il Pilastru di l’Alba.
Questa mattina la guglia di “U Cumpulu”, per la via N° 4, circa 150 m di altezza, terrà a battesimo i nostri avambracci. Manù scala da primo ma ha anche il faticoso compito di fissare una statica per consentire a Pierre di documentare l’arrampicata.

Quando è il mio turno alterno una grande concentrazione alla distrazione di guardarmi attorno, verso est, oltre questo tappeto di larici e granito si scorge il blu del mare.
La roccia è parecchio lavorata a Tafoni (profonde cavità) e con un grip insuperabile, sarà che amo molto più il granito che il calcare. L’unico neo è che scalo con i bermuda e… diciamo che su vie di questo tipo e se si è tecnicamente scarsi come me, sarebbe meglio indossare un pantalone lungo, onde evitare di scorticarsi le ginocchia. La via, che presenta difficoltà fra il 6° e il 6b è parzialmente chiodata, per il resto Manù pensa a proteggerla con dei friends.
Ci ritroviamo sulla cima, una terrazzina di granito di circa 6 m2 su cui chissà come è cresciuto un alberello. Attrezzando lì la calata, dopo un cinque alla mia Guida, mi appresto a calarmi in doppia.
Dopo aver raccolto il materiale ci spostiamo di poco (200 m, 9 min circa) per provare la via N° 3 del Pilastru di l’Alba.

La roccia è parecchio lavorata a Tafoni (profonde cavità) e con un grip insuperabile, sarà che amo molto più il granito che il calcare.
Abbiamo ancora buona parte del pomeriggio a disposizione e dopo un panino veloce ci spostiamo ancora, stavolta più a ovest del parcheggio, verso la via N°2 “Oxitaniste”, dove però non arrivo in cima, i miei avambracci sono disintegrati. Quando i raggi del sole cominciano a colpire più orizzontali torniamo al parcheggio e da lì all’Auberge du Col de Bavella, una locanda storica, tappa obbligatoria di tutti i climber di passaggio, come di chi vuole fare hiking nella zona, anche in considerazione che di qui passa il GR 20.

Non risaliamo in auto senza prima rifocillarci con un piatto di salumi locali e una media alla spina, cosa può esserci di meglio di una merenda, parlando delle ore appena trascorse.
A Bavella di sono più di 100 vie da scalare su granito: mono tiro, multi pitch, in fessura, chiodate, trad. C’è davvero l’imbarazzo della scelta e la vicinanza al mare con il conseguente clima mite, consente di scalare tutto l’anno, approfittando delle varie esposizioni.

Terzo giorno, seconda destinazione. Andiamo verso Nord
E’ tempo di partire, la nostra seconda destinazione è più a nord, nel bel mezzo della Corsica, più precisamente a Corte. Principale centro abitato dell’entroterra dell’isola, Corte è la capitale storica e culturale della Corsica. Fu infatti scelta come capitale della Repubblica Corsa da Pasquale Paoli e dal 1981 è attiva anche l’Università della Corsica.
Purtroppo non abbiamo tempo per addentrarci nei vicoli di questa città, dopo la notte in hotel e una colazione seguiamo Manù.
Sapevo che ci saremmo diretti nella Valle di Restonica ma ignoravo che l’accesso fosse in pieno centro abitato: svolti in Avenue du Président Pierucci e il mondo cambia completamente. La strada costeggia il fiume e si addentra nel fitto di una lussureggiante foresta ma arrivati all’altezza del ristorante Chez César (chiuso temporaneamente), si interrompe. Le abbondanti piogge degli ultimi mesi hanno provocato una grande frana, che ha bloccato la strada e fatto crollare il ponte sul fiume.
Non possiamo fare altro che lasciare l’auto, ma la nostra Guida era al corrente del problema e aveva già in programma di visitare un settore di vie qui vicino. Come da previsione oggi tira un gran vento e non è certo che riusciremo ad arrampicare. Manù studia la situazione e decide che apriremo le danze su una via un po’ protetta, poi tempo permettendo saliremo più su di quota.

La via “Bella Ciao” si trova nel settore A Tomba ed è un 6°, 6°+. Manù comincia a portare su una statica per Pierre avvertendomi che qui per me non sarà per nulla facile.
Dopo la giornata di ieri mi sento come fossi passato sotto ad un tir ma decido comunque di provare (sono qui per questo) e sorprendentemente riesco anche a scalare la fessura off-width. Galvanizzato dall’esperienza gioisco alla notizia che il vento è calato e possiamo esplorare un altro settore. Dopo circa 20 min di cammino arriviamo alla base del Settore Camille, che volendo è collegato al primo, o più precisamente a quello appena alla sua sinistra (Amandulina).
Manù affronta la via N°4; “Eternité”, un 6° con uno sviluppo di un centinaio di metri, io mi accontento di “Balade pour Camille”, un 4a, 5°, non molto intuitivo da interpretare. Le ore trascorrono rapide su questo bastione di granito rosso e il panorama sulla valle è mozzafiato. Incrociamo solo una Guida con il suo cliente, per il resto questo paradiso è tutto per noi.
Manù mi racconta che la Valle di Restonica, oltre ad essere famosa per il Restonica Trail e per i numerosissimi tracciati da hiking è anche un paradiso dell’arrampicata, di cui oggi abbiamo solo visto un assaggio.

Le ore trascorrono rapide su questo bastione di granito rosso e il panorama sulla valle è mozzafiato. Incrociamo solo una Guida con il suo cliente, per il resto questo paradiso è tutto per noi.

All’ora di rientrare sono talmente cotto che non mi accorgo nemmeno che il rotolo di corda che porto sulle spalle cade a terra restando nel bosco. Sarà solo quando arriviamo alla macchina che maledicendomi sono costretto a fare dietro-front ed andare a recuperarlo. Ma che importa, un inconveniente come questo, seppur antipatico, non mi toglierà certo il buon umore di due giorni passati alla scoperta di luoghi meravigliosi.
Con una certezza, torneremo, c’è ancora troppo da scoprire in Corsica.
MAPPE PER ORIENTARSI
Bavella 01 – Link Suunto Map
Bavella 02 – Link Suunto Map
Bavella 03 – Link Suunto Map
Valle di Restonica 01 – Link Suunto Map
Valle di Restonica 02 – Link Suunto Map

INFO PRATICHE
U N’Antru Versu – San Gavino di Carbini
Auberge du Col de Bavella – Col de Bavella
Hotel du Nord – Corte
Hotel Port Toga – Bastia
VISIT CORSICA
Agence du Tourisme de la Corse
Agenzia del Turismo di Corsica
CORSICA FERRIES
Corsica – We did it With

Discover Shell Jkt Men
Discover Shell Jkt è il guscio essenziale dal design minimal da portare sempre con te nello zaino. Il tessuto leggero, completamente riciclato e riciclabile rende il capo facilmente comprimibile. Con regolazione del polsino e del bordo inferiore, cappuccio articolato con visore, regolabile con una mano, 2 ampie tasche compatibili con l’uso dello zaino, dettagli riflettenti.

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Pensata per un uso attivo in falesia e per il post arrampicata, garantisce comfort e una piacevole sensazione sulla pelle grazie al tessuto in cotone organico soft touch. L’iconica canotta è rifinita nel dettaglio e il design ben concepito e strutturato le dona il tocco finale. In cotone organico.

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