Con il primo giorno di settembre inizia la stagione autunnale dal punto di vista meteorologico. Dopo un’estate caratterizzata dall’eccezionalità meteo sotto innumerevoli punti di vista, la nuova stagione sembra voler prendere una piega che si avvicina di più alla normalità, seppur presentandosi sempre con temperature costantemente al di sopra delle medie.
Sono tornate infatti le piogge sull’Italia, piogge che non basteranno certo a compensare la siccità che va avanti da molti mesi, ma che comunque iniziano a fornire i primi contributi indispensabili per le nostre riserve idriche.
Parlando di eccezionalità, quali sono gli aspetti più fuori dal comune dell’estate appena conclusa?
A parte la siccità il dato più allarmante riguarda le temperature, che nei tre mesi scorsi si sono mantenute costantemente al di sopra delle medie e hanno abbattuto numerosi record climatici, non solo in Italia ma anche sul resto d’Europa (ricorderete tutti i 40°C del 19 luglio in Inghilterra).
Ma da amanti del mare e delle onde non possiamo certo fermarci alla temperatura dell’aria, perchè un dato allarmante arriva anche dal Mar Mediterraneo.
La SST, Sea Surface Temperature o temperatura del mare in superficie, ha mostrato anomalie importanti durante tutta la stagione estiva che si è appena conclusa.
Secondo le osservazioni del CNR fino alla fine del luglio scorso il Mediterraneo è stato davvero bollente, con temperature in superficie fino a +4°C oltre le medie stagionali del periodo di riferimento 1985-2005.
Sebbene in alcune zone del mare nostrum ad agosto la temperatura sia leggermente diminuita, a livello complessivo l’anomalia si è mantenuta ovunque superiore ai +2°C, restando la peggiore degli ultimi anni basati sulla climatologia che va dal 1982 al 2022 [Fonte grafici di questo articolo: CEAM | ceam.es].
In tale contesto di eccezionalità anche le onde prendono uno spazio da protagoniste, ma in senso negativo. L’alta pressione di origine nord-africana ha preso il possesso del Mediterraneo e dell’Italia per quasi tutta l’estate, e le poche mareggiate riscontrate sono state brevi, poco consistenti e di scarsa qualità surfistica.
L’assenza di moto ondoso ha inoltre giocato a favore del riscaldamento del mare: essendo la SST misurata nei primi strati della superficie marina, la quasi assenza di mareggiate ha indotto uno scarso rimescolamento di tipo meccanico delle acque, favorendo così in modo più evidente l’aumento della temperatura marina.
E adesso cosa aspettarci? Quali sono le previsioni per l’autunno?
Dopo questo lungo preambolo passiamo al presente e diamo anche uno sguardo al futuro, perchè un po’ tutti, chi più e chi meno, stiamo fortemente soffrendo di questa lunga piatta.
C’è chi ha alleviato l’astinenza (scimmia, gaina, chiamatela come volete) con viaggi in oceano, chi tra Adriatico, Sardegna e alto Ionio ha avuto qualche mareggiata di sollievo, ma ora è giunto il momento di godere dell’autunno, la nostra stagione, quella delle mareggiate con la “M” maiuscola, per l’appunto.
Il vero surfista mediterraneo, rintanato in uno strano letargo estivo, ora si risveglia e gode nel vedere le piogge lungo la costa, le spiagge deserte, gli ombrelloni chiusi e la folla turistica che si ritira nell’entroterra. Il surfista italiano non aspetta altro che riprendersi i suoi spazi, infilare la muta e aspettare l’onda lunga, sperando che sia un ground swell.
E l’inizio della nostra stagione coincide con la formazione di Danielle, il primo uragano atlantico del 2022, nato in mezzo all’oceano all’inizio di questo mese.
Un uragano per definirsi tale deve avere un’occhio ben definito (il centro di bassa pressione) e venti che superino i 119 km/h. Per ora Danielle ha tutte carte in regola per rinforzarsi ancora un po’, fino a raggiungere per un breve momento la categoria 2 della scala Saffir-Simpson (che va da 1 a 5), prima di spostarsi su acque meno calde che favoriranno il suo indebolimento.
Uragani e Medicane: qual è la differenza? LEGGI QUI
Nei prossimi giorni Danielle seguirà una traiettoria che lo farà avvicinare lentamente verso il continente europeo, man mano che lo farà tuttavia perderà forza fino a declassarsi a semplice circolazione depressionaria. E’ quindi scongiurato il pericolo che l’uragano possa raggiungere le coste europee portando con se effetti distruttivi, però va notato che l’oceano atlantico, al momento particolarmente caldo nella zona di formazione del ciclone, ha favorito una traiettoria del fenomeno davvero poco frequente alle nostre latitudini.
L’uragano Danielle, con i suoi venti fortissimi e insistenti, darà vita ad uno swell davvero consistente di altissima qualità. Le onde in prossimità del suo occhio nei prossimi giorni raggiungeranno fino altezze prossime ad 8-10 m che poi si propagheranno ridimensionandosi, fino a raggiungere tutte le coste atlantiche, regalando spesso ground swell di ottima qualità e potenza (il ground swell è la mareggiata perfetta per il surfista, quella che si forma lontano e raggiunge la costa distesa, lontano dall’area depressionaria e turbolenta che l’ha generata).
Quali sono le conseguenze sul Mediterraneo? Dobbiamo aspettarci dei Medicane per l’autunno?
Se da un lato l’uragano Danielle non ci interesserà direttamente, dall’altro il transito di quel che ne resta sull’Europa settentrionale darà vita ad un caos totale dal punto di vista dei modelli meteo. I modelli di previsione meteorologica, quelli da cui partono le mappe del famoso LaMMA o i dati che leggete nelle varie app del vostro smartphone, basano il loro funzionamento sui dati osservati che devono essere, per dirla semplice, “digeriti” dal sistema. La digestione di uno scenario insolito come quello di un ex-uragano porta sempre un bello scompiglio nei centri di calcolo, ed è per questo motivo che nei prossimi 10 giorni, se cercate una previsione precisa e attendibile oltre il quarto giorno, sarà davvero complicato trovarne una che ci “azzecchi”.
Ma volendo tracciare una linea di tendenza per la settimana che va dal 5 al 11 settembre, possiamo affermare che le onde torneranno su buona parte del Mediterraneo. Da giovedì 8 si attiveranno moderate correnti di libeccio, che potranno portare una mareggiata, per nulla eccezionale, su buona parte della costa ovest tra venerdì e il fine settimana. Ma come detto tutto questo avverrà se Danielle deciderà di non cambiare traiettoria e stravolgere le carte meteorologiche europee.
Parlando del tema Medicane, argomento molto interessante che abbiamo approfondito in diversi articoli (leggi questo articolo, questo report, o anche quest’altro articolo) sarà possibile che si formino in questo autunno?
Non possiamo dare una risposta certa, ma considerata l’anomalia termica del mar mediterraneo, che vede temperature in superficie superiori ai 25°C su molte zone, si può affermare che uno degli ingredienti principali c’è in buona misura.
I Medicane o TLC, infatti, per formarsi hanno bisogno di temperature superficiali del mare superiori ai 25°C, anche se in alcune occasioni sono nati con valori inferiori. Inoltre, maggiore è la temperatura e maggiore è il serbatoio energetico che lo alimenta per dargli forza, qualora si dovesse formare.
Per questo motivo sono più probabili nei mesi di settembre, ottobre e novembre, ma per la formazione di un medicane sono necessarie una serie di condizioni atmosferiche molto specifiche, oltre che indispensabili.
Rassodato il fatto che le temperature del mare dovrebbero essere sufficienti non è del tutto è irragionevole ipotizzare che il mare Nostrum possa ospitare un medicane durante la stagione autunnale 2022.
Una previsione meteo-surf per l’autunno?
Le previsioni stagionali si basano su modelli dinamici e ad oggi possono solo fornirci una tendenza sull’andamento del periodo considerato, dal punto di vista delle temperature e delle precipitazioni.
Secondo gli ultimi dati del principale centro di calcolo europeo, ECMWF, i mesi di settembre ed ottobre vedranno un’anomalia positiva di precipitazioni, il che significa che pioverà più della media, e temperature di 1-2°C al di sopra delle medie. Da questi dati si può dedurre che sia possibile una maggiore frequenza di perturbazioni a discapito dell’anticiclone, e quindi una maggiore probabilità di mareggiate in Mediterraneo.
A Novembre, infine, le temperature potrebbero rientrare più in linea con le medie del periodo mentre le precipitazioni si manterranno nella media, o leggermente al di sotto di essa. Quindi, nonostante l’affidabilità sia molto bassa, al momento possiamo aspettarci che il novembre non offra una media più alta di mareggiate, ma con questi dati non possiamo stimare la loro intensità, quindi a novembre tutto è ancora possibile.