La curvatura, la profondità e l’ampiezza di un manubrio, possono cambiare la nostra posizione in bici? Decisamente si. Il manubrio ci sostiene, quando siamo seduti in sella e a maggior ragione quando ci alziamo in piedi sui pedali. La forma e i numeri di un manubrio influiscono in modo esponenziale sul nostro modo di stare sulla bici. Approfondiamo l’argomento.
I numeri della piega manubrio
Ci siamo abituati a considerare e valutare “solo” alcuni aspetti della “messa in sella”: l’altezza, l’arretramento e lo svettamento tra manubrio della bicicletta e sella. Non di rado ci scordiamo di alcuni fattori, identificati come secondari, capaci però-di-influire-notevolmente sul nostro comfort, nel breve, medio e lungo periodo. Ci dimentichiamo del manubrio, di come è fatto e di quanto le sue forme influiscono sul gesto della pedalata. Classici, semi-compatti e/o compact. Curvati verso l’esterno e con angolazione anteriore: i manubri non sono tutti uguali.
Parlano i numeri
Vi è mai capitato di cambiare manubrio e di subire quella “situazione di sbilanciamento”, pur senza variazione delle misure della bici? Il colpevole può essere proprio la piega manubrio con le sue forme diverse.
Oltre alla larghezza, ci sono due numeri che dobbiamo tenere in considerazione: il reach e il drop. Il primo si riferisce alla lunghezza della curva, sostanzialmente, quanto allontana i manettini dal centro del manubrio. Il secondo, il drop, identifica l’altezza del manubrio e condiziona la nostra posizione nelle fasi di presa-bassa. Un altro fattore da considerare è la lunghezza dei terminali, della parte finale delle curve. Non di rado, questa porzione del manubrio non ci permette di rilassarci, di trovare il giusto appoggio con il palmo delle mani e non è posizionata nella maniera giusta. Entriamo nel dettaglio.
Il reach
Il reach del nostro manubrio influisce sulla distanza che intercorre tra la sella e i manettini, su come appoggiamo le mani e su come raggiungiamo le leve degli shifters. Questi fattori, a catena e a cascata toccano altri aspetti legati alla nostra prestazione. Vediamone alcuni.
- Un reach troppo ampio e spostato eccessivamente in avanti (per le nostre caratteristiche ed abitudini) ci obbliga ad un allungamento verso l’avantreno. Ne risentono gli appoggi sulla sella, la schiena, il collo e un’estensione eccessiva delle braccia. Non appoggiamo e non scarichiamo le articolazioni dei polsi che rimangono tese, troppo a lungo. Cambia di conseguenza anche la dinamica della pedalata. Non raggiungiamo le leve dei freni nel modo corretto e più sicuro.
- Inoltre un valore maggiorato del reach va ad inficiare sulla presa ribassata, già di per se poco utilizzata in ambito amatoriale. In parte, questa situazione può creare fastidi alla parte lombare del nostro corpo, che viene sovraccaricata.
- Un reach eccessivo comporta uno sbilanciamento in avanti quando usciamo di sella.
Il drop
La forma della curva della piega manubrio e i numeri che la riguardano, sono cambiati in modo esponenziale con l’ingresso dei manubrio compact e semi-compact. Si sono ridotti, rispetto al passato. Questo concept è stato necessario per contrastare l’abbassamento delle tubazioni dello sterzo, più corte rispetto alle bici di un’epoca passata. Il drop maggiormente utilizzato ad oggi è prossimo ai 130 millimetri, poco più e/o poco meno, spesso abbinato ad un reach di 75-80 mm. Ma cosa comporta un valore drop eccessivo, non consono alle nostre necessità?
- Fatica a raggiungere la parte bassa del manubrio e altrettanta fatica a mantenere una posizione ribassata (aerodinamica) del busto.
- Difficoltà nel raggiungere le leve dei freni quando siamo in posizione bassa.
- Una sensazione di scomodità costante che ci obbliga a continui spostamenti sulla sella.
- Un manubrio “troppo profondo” può influire anche su fastidi e sensazioni di intorpidimento che si ripercuotono nella zona perianale.
Il vantaggio del manubrio compact
Il manubrio “compact” offre diversi vantaggi a prescindere. Permette un rapido passaggio delle mani dalla parte bassa a quella alta e fa si che si raggiungano in fretta le leve del freno. Solitamente la curvatura contenuta permette di distribuire bene le pressioni sul palmo delle mani, ma è necessario utilizzare un manubrio che abbia dei terminali allungati. Alcune pieghe manubrio sembrano mozzate proprio in questo punto, fattore che non permette di sfruttare la zona comfort quando si è in posizione aerodinamica.
In conclusione
Abbiamo evidenziato solo alcuni degli aspetti che si possono verificare in caso di utilizzo di un manubrio non adeguato. Questo componente e le sue misure, non devono essere un compromesso. Il design e i numeri che caratterizzano una piega manubrio devono essere oggetto di una corretta valutazione e disamina. Si toccano gli aspetti del comfort e del benessere in sella, la sicurezza e l’equilibrio quando si pedala, il piacere di pedalare per tante ore consecutive e/o lungo una lunga salita alpina.
a cura della redazione tecnica, immagini della redazione tecnica.