Ci stiamo abituando, in particolare in ambito pro, ma anche tra di noi comuni mortali, a vedere numeri e performances, wattaggi ed espressioni di potenza, che talvolta hanno dell’incredibile. La domanda sorge spontanea:” è tutto vero?” Puntiamo la lente su quelli che possono essere i “bug” dei vari sistemi di rilevazione (power meter). Alcuni di questi aspetti dovrebbero trovare una maggiore considerazione, ai fini delle valutazioni e delle analisi dei dati, ma anche nelle discussioni “al bar e su FB”.
Una premessa è d’obbligo: l’articolo che segue non ha il compito e l’obiettivo di screditare le performances e le potenze espresse dai mostri sacri del ciclismo attuale. I risultati, le vittorie e le doti atletiche di questi ragazzi sono inattaccabili sotto diversi punti di vista e molti di questi campioni lo sono già da parecchi anni, da quando la barba sul loro viso non era ancora presente. A volte, per quanto riguarda “la grandezza dei numeri” e usando questi per far diventare “impressionante” la performances di un campione, sarebbe bello analizzare le VAM e i watt paralleli ai battiti cardiaci.
I power meter non sono tutti uguali
Affermazione banale, ma che ha un grande importanza quando si effettuano analisi e valutazioni, ancor di più se la volontà è quella di fare paragoni e parallelismi. Ogni power meter e misuratore di potenza ha delle caratteristiche proprie, che vanno dal concept alla costruzione, dalla trasmissione dei dati ai margini di errore e tolleranze positive e negative. Uno dei fattori che influenza maggiormente la qualità della rilevazione è la temperatura esterna, dalla sua variazione e di come questa viene compensata dallo strumento. Il secondo fattore è il numero di rivoluzioni per minuto (rpm). Le differenze esistono e sono tangibili in fase di analisi dei dati, anche nei power meter della stessa famiglia.
Il margine di errore di un power meter
Tutti i misuratori di potenza hanno un margine di errore: “accuratezza dei dati in fase di rilevamento”. Il delta negativo è compreso tra l’1 e il 3% (più o meno), al di la delle caratteristiche tecniche di ogni singolo strumento. Rispetto al passato la qualità dei dati è stata migliorata di molto, ma la perfezione non è stata raggiunta (per ora), perchè le variabili in gioco sono tante e nel complesso difficilmente controllabili (alcune le abbiamo evidenziate in precedenza).
Inoltre è fondamentale sapere che ogni sistema ha un range operativo ottimale di rpm, una sorta di “zona best” dove l’errore è ridotto al minimo. Generalizzando, questa zona è compresa tra le 85 e 90 rpm. Oltre questa soglia, in positivo e in negativo le possibilità di errore aumentano.
Cosa significa?
Supponiamo di utilizzare un power meter che nella sua scheda tecnica ci mostra un margine di errore dell’1% (il range di rpm ottimali non è mai evidenziato). Al di là di ogni ragionevole dubbio io so che ogni 100 watt espressi, 1 non è il mio e mi è stato regalato, o tolto.
Supponiamo che il range ottimale è compreso tra le 85 e 90 rpm. Se uso il power meter e di conseguenza i watt per fare dei lavori di variazione di ritmo e fuori soglia in velocità (95/100 rpm e oltre), il margine di errore aumenta in modo progressivo man mano che le rpm salgono: 3, 5, 7% e oltre. La stessa cosa accade quando faccio dei lavori di forza con un numero di pedalate ridotto.
In conclusione
Il power meter è uno strumento tecnologico di fondamentale importanza per l’allenamento specifico. Lo è per chi fa il ciclista di mestiere e lo è per l’amatore che con il misuratore si gratifica. Però, come tutti gli strumenti che fanno collimare la tecnologia al mondo reale, non è perfetto. Ci mostra degli errori che dovrebbero trovare una giusta considerazione durante un’analisi accurata dei dati nella loro totalità. Inoltre, noi per primi dovremmo imparare a leggere e a scorporare. Alto o basso, il wattaggio che vediamo racchiuso in un numero, è un riferimento soggettivo. Lo è a prescindere dal misuratore che usiamo e dal margine di errore di quest’ultimo. Così dovrebbe essere anche la conseguente valutazione dei dati. Però, che goduria vedere quei numeri folli, che diventano anche un gioco divertente. Fantastico vedere i nostri beniamini incuranti del power meter in alcune fasi della gara.
a cura della redazione tecnica, immagini della redazione tecnica e dai canali social ufficiali dei rispettivi team pro.