È arrivata ieri come una bomba mediatica sui vari social: Chico Forti sta per tornare in Italia. A dare questo importante annuncio che in tanti stavamo aspettando è stato il ministro degli esteri Luigi Di Maio che con un post su Facebook ha ufficializzato che Chico torna in Italia.
Chico è anche un windsurfista e produttore televisivo di Trento che negli anni ’90 si era trasferito in America per seguire il suo sogno e il successo e che poi è stato incriminato per omicidio e condannato all’ergastolo da scontare in un penitenziario americano di massima sicurezza. Da 20 anni Chico è detenuto in Florida.

“Un risultato estremamente importante, che premia un lungo e paziente lavoro politico e diplomatico”, ha aggiunto il titolare della Farnesina, spiegando che “il Governatore della Florida ha accolto l’istanza di Chico di avvalersi dei benefici previsti dalla Convenzione di Strasburgo e di essere trasferito in Italia”. E che ora il Governo “seguirà i prossimi passi per accelerare il più possibile l’arrivo di Chico”.
L’ex produttore è stato accusato nel 1998 dell’omicidio dell’imprenditore australiano Dale Pike, il cui cadavere venne ritrovato su una spiaggia in Florida. Nel 2000 è stato condannato all’ergastolo e rinchiuso in un carcere di massima sicurezza vicino a Miami. Lui si è sempre dichiarato vittima di un errore giudiziario ed ha iniziato una lunga battaglia legale per cercare quantomeno di tornare in Italia. Battaglia che con il tempo è diventata anche politica e in suo favore si sono susseguiti pure appelli e messaggi di solidarietà di personaggi dello spettacolo e inchieste televisive per dimostrarne l’innocenza.
Il governo ha portato poi la vicenda all’attenzione degli Stati Uniti, coinvolgendo anche il segretario di Stato americano. “Non ci siamo mai dimenticati di Chico Forti – ha detto Di Maio – che potrà finalmente fare ritorno nel suo Paese vicino ai suoi cari. Sono personalmente grato al Governatore DeSantis e all’Amministrazione Federale degli Stati Uniti. Un ringraziamento speciale al Segretario di Stato Mike Pompeo, con il quale ho seguito personalmente la vicenda e con il quale ho parlato ancora nel fine settimana, per l’amicizia e la collaborazione che ha offerto per giungere a questo esito così importante”. Accanto a quello politico, il lavoro diplomatico, portato avanti negli ultimi anni dall’ambasciatore italiano a Washington Armando Varricchio. Fino all’esito di queste ore, attraverso la convenzione di Strasburgo del 1983, ratificata dagli Stati Uniti, che permette di scontare la pena nel proprio paese. Una notizia che il titolare della Farnesina ha immediatamente comunicato alla famiglia Forti, al presidente della Repubblica e al presidente del Consiglio.
Prima della vicenda giudiziaria che l’ha bloccato in una cella Chico Forti ha avuto molte vite: quella di pioniere del surf, praticato ai massimi livelli tanto da partecipare ad una coppa del mondo nel 1985, quella di campione di quiz televisivi, con una vincita milionaria a Telemike, grazie alla quale si è trasferito in America dove si è sposato ed ha avuto tre figli. E poi ancora, dopo un incidente stradale che ha bloccato bruscamente la sua carriera sportiva, quella di produttore di documentari dedicati allo sport. Ora forse, a 61 anni, potrà iniziarne un’altra in Italia.