Una sorta di duello che mette a confronto il medesimo modello di bici KTM: ovvero la Revelator Alto nella versione Master presente nel catalogo ufficiale, che sfida la bicicletta in dotazione al Team Vini Zabù-KTM. Ecco alcune considerazioni.
Una superleggera firmata KTM Bike
Insieme al modello aero Lysse, la Revelator Alto Master è il modello di punta di di KTM Bikes, entrambe in dotazione al team diretto da Citracca e Scinto e ai francesi della B&B-Vital Concept.
Il nostro test parte da lontano: abbiamo provato per un lungo periodo la versione Master, presente nel listino ufficiale e in occasione della visita in terra toscana al quartier generale del sodalizio capitanato da Visconti, abbiamo pedalato sulla bici ufficiale del team. La bici che vedete nelle immagini è la Revelator Alto normalmente utilizzata da Andrea Garosio. Di seguito riprendiamo il test della Revelator Master da noi sviluppato e di seguito una gallery della KTM Team.
KTM vs KTM
- A prescindere dalla taglia e dal modello, che sia Revelator Alto, oppure Lysse, i corridori hanno in dotazione lo stesso telaio che può acquistare un cliente. I telai non sono fatti su misura.
- La prima differenza, visibile e tangibile è la verniciatura. Il modello Master provato da noi ha una colorazione bianco/nero shiny, mentre la bici dei pro è nero opaca e in abbinamento usa la forcella arancione. Carbonio e forcella F12 sono le medesime.
- Cambia completamente l’allestimento e la componentistica. Questione di legami con gli sponsor, come potete ben immaginare. La Revelator Alto in dotazione alla squadra ha una trasmissione Sram Red eTap AXS 12v (normalmente usano il doppio plateau con corone 50/37 e rapporti posteriori che variano tra 10/28 e 10/33).
- Stem e piega in alluminio KTM Bike (sono previsti degli aggiornamenti con prodotti in carbonio).
- Nastro manubrio Selle Italia, così come le selle. Queste variano, in base alla preferenza dell’atleta, tra i modelli SLR Boost e Flite (tradizionale e Boost). Seat-post 0 off-set in carbonio KTM Bike, proprio come quello presente sulle bici da catalogo. Bottle cage Elite e ruote Ursus disco, full carbon tubolare per le gare, in alluminio clincher per gli allenamenti. Pneumatici tubolari Schwalbe.
- Durante il test della Master abbiamo usato una taglia M (55), che in termini di allestimento si adattava meglio alle nostre caratteristiche (pedivelle da 172,5, stem da 100 mm e piega larga 420 mm). Una taglia S (52), quando abbiamo pedalato al fianco di Visconti, con pedivelle da 172,5, attacco da 110 e piega da 420 mm.
Due Misure differenti ma un feeling immediato su entrambe le bici
Nonostante le differenze di taglia, non abbiamo avuto alcun problema di adattamento, feeling immediato e confidenza, su entrambi i mezzi. La versione team è risultata più cattiva, facile da immaginare, aspetto strettamente legato ad un reparto ruote molto racing (la versione Master aveva in dotazione le Mavic Aksium Evo disco in alluminio). Anche l’impostazione del comparto anteriore conta.

I pro e lo stem in battuta sullo sterzo
Non è un dettaglio secondario e un aspetto tecnico di secondo piano. Questo valore influisce sulla rigidità dell’avantreno, sulle risposte che percepisce il corridore, oltre che sull’agilità e rapidità di sterzata della bicicletta. Il comfort? Assolutamente si.
Gli atleti pro sono abituati a tenere una posizione ribassata verso l’anteriore, sono capaci di sfruttarla anche per lunghi periodi. Non è la stessa cosa in ambito amatoriale, dove molti appassionati tendono ad emulare questa posizione in sella con risvolti negativi che si ripercuotono su schiena, comodità e prestazione.

In conclusione
Non è la prima volta che usiamo la stessa bicicletta, ma in configurazione differente e con misure diverse. Possiamo inoltre affermare che non è così scontato trovare un feeling immediato quando si usano due misure differenti. Vero è che, lo avevamo sottolineato anche nel corso del test della KTM Bike Revelator Master, la bici austriaca ha delle proporzioni geometriche molto buone, mai estreme anche nelle taglie più piccole. In particolare la tubazione dello sterzo ha una lunghezza facilmente sfruttabile e mai troppo corta. Stessa cosa anche per la lunghezza dell’orizzontale. La small ad esempio è molto ad una 53.
In termini di resa su strada la parte del leone la fa la componentistica, ma la bontà del framekit si percepisce in ogni caso, perché la bici è sempre stabile, facile da guidare e anche comoda. Ricordiamo che la Revelator Alto Disc non è una bici estrema e conserva in ogni situazione una buona dose di comfort che torna utile a lungo termine (cosa che ci ha confermato anche Visconti).
La Revelator Alto a catalogo
Il catalogo ufficiale dell’azienda austriaca prevede gli stessi framekit utilizzati dal Team Vini Zabù-KTM e B&B-Vital Concept con due allestimenti differenti, Shimano 105 disc 11v, oppure Shimano Ultegra Di2.
a cura della redazione tecnica, foto della redazione tecnica e Valerio Bianco.